Anteprima EVO: Jaguar XKR-S, the fastest Jaguar

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Sarà che quando abbiamo provato la XKR-S di cui è stata da poco presentata la versione Convertible – era l’11-11-11 (una data palindroma che si ripeterà fra cento anni), sarà che questa Jaguar è la più potente sportiva di serie mai prodotta dalla Casa inglese, sarà che è anche una delle più belle da guidare ma alla fine siamo finiti vittime della cabala, a giocare coi numeri presenti e passati del Giaguaro.

Così, dalla numerologia della Jaguar-storia è saltato fuori che proprio una XK “Racing” si è aggiudicata la prima vittoria alla 24 ore di Le Mans. Correva l’anno 1951, la pista era lunga 13,492 km e la bandiera a scacchi sventolò sul muso di una XK120C guidata da Peter Walker e Peter Whitehead.

XK, dunque, una sigla storica che è ricca di trionfi e di fascino. La XKR-S, tuttavia, non è una “semplice” XK (con tutto il rispetto per l’equipaggio del ‘51).

Lo si capisce da lontano. Il colore della carrozzeria la dice lunga: blu elettrico, per la precisione French Racing Blue (in alternativa suggeriamo l’Italian Racing Red), quasi a celebrare la vittoria di Le Mans, anzi i sette trionfi tra il ‘51 e il ‘90.

Se il colore stupisce, le modifiche alla carrozzeria rapiscono lo sguardo.

Il frontale è caratterizzato da due “gondole” applicate ai lati del fascione per pulire i flussi aerodinamici e aumentare il carico sull’avantreno. Poi c’è uno splitter in carbonio per dividere l’aria: un flusso entra nel vano motore a raffreddare il V8 Supercharged e il resto scivola via, sotto il pianale fino all’estrattore posteriore, senza creare portanza, evitando di intaccare la stabilità sul veloce, garantita anche dal peso dell’ala posteriore che schiaccia la coda, con progressività, al crescere dell’andatura.

E veloce questa Jaguar lo è davvero.

Lo testimonia il tachimetro, il cui ago riesce a superare la boa dei 300 km/h, che spinge oltre il fondo scala, mentre il palmo delle mani di chi guida suda e stringe con crescente forza il volante, rivestito in pelle con cuciture a vista blu.

Le mani umide non sono segno di paura o debolezza. Succede anche a un pilota esperto e smaliziato quando si supera la soglia dei 300 km/h. La percentuale di adrenalina nelle vene è così alta che da qualche parte deve pur uscire, anche col sudore.

Intanto l’auto sfreccia ben appoggiata sulle ruote, sicura, stabile, lanciando l’urlo del motore sulle auto che vengono sorpassate: lo scarico sportivo attivo migliora il rendimento, ma soprattutto suona come un’orchestra al concerto di Capodanno di Vienna. Un tono cupo e cattivo che ricorda le Formula 1 mentre divorano i rettilinei.

Con l’auto che schizza, il motore che canta e lo sterzo che trasmette tutto quello che succede alle ruote, il climatizzatore automatico ha il suo bel daffare: deve asciugare la fronte del guidatore e filtrare il testosterone che invade ogni anfratto dell’abitacolo. E questo è solo
uno degli effetti collaterali provocato dalla XKR-S. Una sportiva che vi fa sentire virili. Non è roba da ragazzini o signorine.

Leggi il resto della prova su EVO 89 di Dicembre 2011, in edicola a fine novembre