L’offerta stuzzica la domanda.
In Audi lo sanno bene, così la gamma dell’A1 ha iniziato ad allargarsi con la versione a 5 porte.
Che a Ingolstadt chiamano Sportback.
Non c’è dubbio che sia un’auto della Casa tedesca: lo testimonia il caratteristico terzo vetro laterale che caratterizza anche la A3 versione famiglia.
L’A1, contrariamente a quanto accade con altri costruttori, non è cresciuta: resta lunga esattamente come la gemella a tre porte, ma è più alta e più larga di sei millimetri.
Risultato: il passo è invariato, ma i passeggeri posteriori, grazie al tetto esteso di 10 cm, hanno più spazio sopra la testa.
Il vero guadagno, però, è l’adozione delle porte posteriori che facilitano l’accesso al divanetto, non obbligando così il passeggero ad alzarsi per ribaltare il sedile.
Il divano posteriore nasce per ospitare due persone, ma è ampliabile a cinque senza sovrapprezzo.
Il resto dell’abitacolo non ha subito modifiche.
La console centrale, leggermente orientata verso il guidatore, è ricca di comandi e le finiture sono (come sempre per il marchio tedesco) curate.
I sedili anteriori sagomati, il volante sportivo in pelle e gli inserti in look alluminio (di serie) incrementano la già abbondante carica sportiva. Il motore che equipaggia la A1 Sportback del test è il 1.6 TDI da 105 CV: non è molto vivace ma, complice la massa contenuta (1160 kg) e i 250 Nm di coppia massima, disponibili quasi subito, la potenza è sufficiente per spingere in modo deciso.
Per questa versione turbodiesel è previsto un cambio manuale con sole 5 marce.
Manca la sesta, ma alla fine questa si rivela una scelta vincente, perché i consumi sono molto contenuti (più di 17 km con un litro nel nostro test).
A tagliare ulteriormente le emissioni c’è l’immancabile sistema Stop&Start.
Il cambio automatico a doppia frizione S tronic purtroppo non è disponibile, ma la trasmissione manuale non vi stancherà troppo: ha innesti precisi e il pedale della frizione è molto morbido.
L’assetto è l’asso nella manica di questa Sportback, perché si adatta perfettamente alla guida brillante: le componenti elastiche sono calibrate per ottenere un handling sportivo senza incorrere in reazioni troppo nervose.
In città, però, la vettura è troppo rigida sulle sconnessioni più evidenti, come il pavé e le rotaie del tram.
Lo sterzo preciso, l’assetto sportivo (di serie) e la frenata potente confermano ancora una volta le capacità dinamiche della A1.
Un’auto che non passa inosservata.