Sanremo 2012 e le auto: occasione sprecata per una grande cerimonia italiana?

Smartworld
di Alessandro Alicandri

Siamo andati al Festival alla ricerca di auto degne di nota. Senza riuscirci. Perché non fare come all'estero?

Cosa c’entra Sanremo con le auto? Assolutamente niente. O quasi.

Si è conclusa da pochi giorni il Festival della Canzone più famoso d’Italia, e chi legge potrebbe chiedersi cosa c’entri un sito di auto come Panoramauto.it con quest’evento.

Nulla forse, ma noi avevamo solo un obiettivo: ricercare il lusso e il “glamour” della città nelle belle macchine che la potevano abitare, specie nei giorni frenetici del Festival (fra VIP e ospiti d’alta classe).

Peccato essere incappati in un’enorme delusione.

Sanremo, il lusso che manca: un’occasione sprecata?

A pensarci bene, infatti, il Festival è (che lo vogliate o no) l’evento musicale e televisivo più importante dell’anno. Sono i nostri Grammy, la nostra cerimonia degli Oscar.

E Sanremo, oltre a essere la città dei fiori, è anche quella della ricchezza, dello sfarzo, fra casinò e “gente bene”.

Ma a quanto pare la città genovese non è anche quella delle auto di lusso.

Ci ha sorpresi (o forse, ci ha lasciato attoniti) la totale assenza di auto ufficiali. Veicoli di lusso, anche solo in giro per la città, riempita per sette giorni da vip e personaggi di rilievo del mondo dello spettacolo. Manager, direttori, imprenditori. È o non è la città del Casinò più importante in Italia?

E invece abbiamo trovato solo qualche Suv (Lexus, tante Mercedes, Volvo e BMW, poche Fiat) qua e là, con gli gli artisti che si muovevano addirittura con macchine affittate e marchi del tutto casuali.

Il Festival, le auto e il rapporto che non c’è

La manifestazione, ormai sarà chiaro anche a voi, non ha insomma creato nessun rapporto stretto con il mondo delle auto (se si esclude l’unica sponsorizzazione ufficiale, quella della Volkswagen, che ha raccontato la nuova UP! con la sensuale Giorgia Surina insieme a Gianni Morandi durante le pause pubblicitarie).

Ed è un peccato, perché basta guardare all’estero e alle “grandi cerimonie” che questo genere di eventi crea in paesi come gli Stati Uniti.

Agli scorsi Grammy del 12 febbraio, l’evento è stato coperto ad esempio da Hyundai per promuovere il nuovo coupé Veloster. Il tutto con eventi e dj-set, ma anche solo accompagnando gli artisti al red carpet.

Qui, in Italia, non si è fatto nulla per dare prestigio e visibilità al mondo delle quattro ruote.

Qualcuno potrebbe dar la colpa all’ingresso dell’Ariston, con il tappeto rosso sistemato in una zona pedonale.

Ma ci piace pensare che in casi eccezionali si possa fare un’eccezione, e ad ogni modo la piazza attigua – che ammette l’accesso alle auto – è a circa un minuto a piedi dal teatro.

Perché allora non prendere in considerazione la possibilità di un lungo red-carpet sul modello internazionale, invece di relegare l’ingresso delle auto in una zona posteriore e lontana dalla visuale dei media?

Non sarebbe bello vedere i cantanti in gara scendere da un’auto, e sfilare davanti al pubblico? Ci sono problemi più importanti, certo, ma anche l’occhio (il nostro in particolare) vuole la sua parte.