Legendary Cars – Porsche 959

Smartworld
di Francesco Neri

Una delle Porsche più rare e spettacolari mai costruite, rivale della leggendaria Ferrari F40

Belli gli Anni Ottanta, gli anni dei motori biturbo violenti e delle carrozzerie sfacciate, yuppies, esasperate. Anni in cui c’era il gruppo B nel Campionato del Mondo Rally, e dove le Formula Uno erano belve spaventose con 1200 cv.
In questo contesto nasce la Porsche 959: una vettura speciale, unica, come lo sono state la Carrera GT, la 911 GT1 e la 918 Spyder nei decenni a seguire. Una vettura che raccoglie il meglio della tecnologia del proprio tempo e sfodera prestazioni da brivido.

NATA PER I RALLY

La Porsche 959 nasce nel 1983, ma viene commercializzata sono due anni più tardi e prodotta in soli 288 esemplari, appena sufficienti per omologarla per il Campionato del Mondo Rally gruppo B, che prevedeva una produzione di almeno 200 esemplari per omologare una vettura per le corse. Sfortunatamente, il campionato venne abolito (considerato troppo pericoloso), ma la Porsche 959 si aggiudicò la Parigi Dakar nell’anno della sua commercializzazione.

SCHEGGIA D’ARGENTO

Nel 1986 i numeri della Porsche 959 facevano strabuzzare gli occhi: il suo motore 2,9 litri boxer biturbo erogava 450 CV e 550 Nm di coppia, messi a terra da un sofisticato sistema di trazione integrale. L’alettone compre il tipico “sederone” da 911 e le conferisce un aspetto ancora più esotico e leggermente goffo. Non è un’auto bella nel senso stretto del termine, ma trasuda potenza e agilità: è davvero speciale. Il peso a secco di 1450 kg fa si che il rapporto peso potenza sia solo di 3,7 kg per ogni CV, mentre la velocità massima di 317 km/h, nel 1986, la rendeva l’auto più veloce del mondo.
Ne costruirono due versioni: la prima, la Comfort, montava sospensioni elettroniche, sedili posteriori ed era meglio rifinita; la Sport invece era spogliata di ogni cosa superflua (specchio retrovisore destro e pannelli fonoassorbenti compresi) e montava dei più rigidi e leggeri ammortizzatori “passivi”.