Sono ben poche le persone che si ricordano della Hyundai XG30. L’ammiraglia coreana, presente nel nostro mercato dal 2001 al 2004, puntava ad essere un’alternativa low-cost alle tedesche. Aveva un’elegante linea “americaneggiante” e una dotazione di serie completa, ma costava solo 3.000 euro in meno di una BMW serie 5.
È considerata uno dei massimi flop della storia dell’automobile (almeno in Europa): nel nostro Paese le immatricolazioni furono solo una decina. Non aiutò la presenza in gamma di un unico motore a benzina da tre litri. Scopriamo pregi e difetti di un esemplare usato del 2002.
ABITABILITÀ – Cinque persone stanno comode, come su ogni ammiraglia che si rispetti.
FINITURA – A bordo la qualità é uguale, se non addirittura superiore, alle rivali più blasonate (Alfa Romeo 166, BMW serie 5, Lancia Thesis, ecc…). Le plastiche della plancia sono soffici e la cura messa nei dettagli é da applausi.
DOTAZIONE DI SERIE – Antifurto, autoradio, cerchi in lega, climatizzatore, fendinebbia, interni in pelle, navigatore satellitare, tetto apribile, vernice metallizzata e volante regolabile. Nessun optional: prendere o lasciare.
BAGAGLIAIO – 453 litri sono più che sufficienti per la categoria, anche se c’é chi se la cava meglio.
POSTO GUIDA – Sembra di salire su un’auto degli anni Novanta: i comandi sono tutti al posto giusto ma lo stile nell’insieme é particolarmente anonimo. Le possibilità di regolazione del sedile (elettrico) e del volante sono numerose.
CLIMATIZZAZIONE – L’impianto automatico fa il suo dovere, le bocchette di aerazione centrali sono un po’ troppo in alto.
SOSPENSIONI – Gli ammortizzatori sono morbidi come cuscini, ideali per viaggiare nel massimo comfort in autostrada.
RUMOROSITÀ – Fino ai 130 km/h il silenzio a bordo é paragonabile a quello di una Lexus, intorno ai 5.000 giri il motore comincia a farsi sentire.
MOTORE – In rapporto alla potenza che offre (188 CV) il 3.0 V6 ha una cilindrata troppo elevata.
Lo spunto da fermo é soft (il propulsore si sveglia a 4.000 giri), meglio l’allungo.
CAMBIO – Trovare un’ammiraglia in questa fascia di prezzo dotata della trasmissione automatica (in questo caso sequenziale a cinque rapporti) di serie non era semplice otto anni fa. Lenta negli innesti e maggiormente orientata alle tirate autostradali.
STERZO – L’eccessiva demoltiplicazione aiuta in manovra ma non é l’ideale per chi vuole divertirsi alla guida.
PRESTAZIONI – 225 km/h di velocità massima e uno “0-100” da 9,3 secondi. Quest’ultimo valore é davvero deludente.
DOTAZIONE DI SICUREZZA – ABS, airbag frontali e laterali e controllo della trazione sono di serie, manca l’ESP.
VISIBILITÀ – Gli ingombri notevoli, uniti ad una posizione di guida non troppo alta, non agevolano le manovre. Difficile capire dove finisce la coda.
FRENI – Gli spazi d’arresto sono nella norma, quello che non convince é il pedale: per arrestare la vettura bisogna premere fin quasi a fondo corsa.
TENUTA DI STRADA – Sterzo leggero, frenata poco modulabile e rollio elevato: difficile innamorarsi delle doti dinamiche dell’ammiraglia coreana.
PREZZO – Da nuova costava 35.691 euro, oggi ne bastano 4.000.
TENUTA DEL VALORE – Su vetture lussuose appartenenti a marchi poco blasonati la svalutazione é elevatissima e la XG30 non fa eccezione. Va detto che il prezzo attuale non può scendere più di così…
CONSUMO – 8,8 km/l sono nella media del segmento. Viaggiando col piede leggero si può superare quota 10.
GARANZIA – La copertura globale e quella sulla verniciatura sono terminate nel 2005, quella sulla corrosione nel 2008.