La nuova Continental GT Speed è la Bentley di produzione più veloce della storia. Fa i 330 km/h e lo so non perché l’ho letto sulla cartella stampa, ma perché all’una di notte sull’Autobahn a sud est di Monaco quelle tre cifre sono comparse sul tachimetro digitale davanti a me. E nello stesso tempo avevo anche la funzione massaggio del sedile che mi coccolava. Cosa vuoi di più dalla vita?
Forse pensate che la Speed sia un modello un po’ di nicchia, ma in realtà è stato responsabile della metà delle vendite totali della vecchia Continental GT. A quanto pare, chi compra una Bentley vuole la migliore. E in questo caso migliore significa che il W12 ha 50 CV e 100 Nm extra rispetto a quello standard, portando il totale a 625 CV e 800 Nm di coppia. Niente male, e considerate che la copia massima è disponibile da soli 2.000 giri e fino a oltre 4.000.
Per la prima volta il W12 è abbinato a uno ZF automatico a otto marce, che oltre ad aumentare la velocità massima riduce lo scatto fino ai 100 km/h a 4,2 secondi (che diventano 9 nello 0-160): impressionante per un’auto che pesa ben 2.320 kg.
Telaisticamente parlando, la Speed ha la stessa ripartizione della coppia della Continental GT di 40/60, a vantaggio del posteriore (che sostituisce quella 50/50 del vecchio modello), le sospensioni ad aria ora hanno molle, ammortizzatori e boccole più rigidi, l’assetto è ribassato di 10 mm e le barre antirollio sono migliorate. Nonostante la notevole livrea gialla abbinata a componenti in carbonio che fa parte del Classic Pack (non avrei mai detto che il carbonio è classico, ma tant’è), gli indizi che si tratta di una Speed sono piacevolmente discreti. La griglia anteriore ha una tonalità più scura, ci sono cerchi esclusivi da 21 pollici e i terminali di scarico con superficie interna dalla finitura rigata.
Purtroppo si tratta di un dettaglio solo estetico, che non fa vorticare i gas di scarico per migliorarne l’efficienza, ma in compenso il sound è stato curato e adesso è più sportivo.
Ci sono pochi posti migliori dell’abitacolo della Bentley. Non so cosa ci faccia sulla Speed la pelle trapuntata, ma di sicuro questo accorgimento aumenta la sensazione di lusso. Il navigatore per fortuna è stato migliorato e questo esemplare ha persino Google Maps, oltre allo stereo Naim, la cui purezza e chiarezza di suono mi stupiscono sempre.
In giornata facciamo qualche giro sulle strade intorno a Salisburgo. Così strette e tortuose non sono l’habitat ideale per la Speed, ma la Continental le affronta benissimo e anche se lo sterzo è un filo insensibile, è evidente che la distribuzione della coppia migliora nettamente l’equilibrio dell’auto. Se la strada non fosse così stretta ci si potrebbe arrischiare a fare qualche numero. Proveremo in Lussemburgo che dovrebbe avere gli spazi giusti…
Il nuovo cambio a otto marce potrebbe sembrare fuori luogo su un’auto che ha così tanta coppia a cui affidarsi, ma le cambiate sono così rapide che non si può che apprezzare il brio che regala all’esperienza di guida. Anche lo scarico rielaborato non è niente male e la sua ricca nota baritonale caratterizza la colonna sonora in maniera costante ma non invadente.
Per quanto sia competente, però, la Continental GT Speed non riesce a nascondere il fatto che è una macchina da 2 tonnellate con 12 cilindri tutti lì davanti. Quando si spinge sul gas, infatti, trasmette uno strano senso di inerzia. L’acceleratore impreciso a inizio e a fine corsa non aiuta, così come il fatto che la vettura continua ad accelerare per una frizione di secondo anche dopo che si è tolto il piede dal gas.
L’habitat naturale della GT Speed è tutto nel nome: infatti si tratta di una Gran Turismo pensata per la velocità e questo è il motivo per cui l’abbiamo presa di notte e cercato un tratto tranquillo di Autobahn per farle sgranchire per bene le gambe.
Quando ho visto il numero 330 sul tachimetro, e poco più tardi quando sono riuscito ad affrontare una leggera curva a 325 all’ora, era perfettamente a suo agio, un fulmine nel buio della notte. Una vera Bentley, in tutti i sensi.