Bmw 6 Gran Coupé: gran lusso e che carattere

Smartworld
di Andrea Rapelli

Presenza scenica, cura costruttiva e motore sono i suoi punti forti. Ma costa un po' troppo.

Comfort Assetto sostenuto (ma non rigido) e solo qualche fruscio dal piccolo parabrezza.
Costi Tra prezzo base e optional, la Gran Coupé si fa pagare cara.
Piacere di guida Sensazioni un po’ filtrate ma prestazioni quasi da supercar.
Ambiente 148 g/km di CO2, grazie alla modalità Eco Pro e al sistema stop&start, sono un risultato più che lusinghiero.

Una serie 5 vi sembra banale e vorreste puntare sulla 7, che però ha quell’immagine un po’ ingessata da berlina di rappresentanza? Di SUV neanche a parlarne, perché vi piace la carrozzeria slanciata e vi fareste volentieri sedurre da una serie 6 coupé, ma vi preoccupa il pensiero di avere solo due porte…

La soluzione in casa BMW si chiama Gran Coupé: 4 portiere, 11 centimetri di lunghezza in più (5 metri totali), linea slanciatissima e curata, con superfici vetrate ridotte e proporzioni da coupé classica.

Un bel lavoro, non c’è dubbio, anche perché in tutto ciò è aumentata, grazie alle due porte in più, la praticità: solo i più alti, dietro, fanno fatica ad entrare. Una volta seduti sul comodo divano disporrete di una discreta quantità di spazio, che si riduce quanto più siete alti.

Discorso a parte per il malcapitato terzo passeggero centrale, costretto a fare i conti con il piano di seduta rialzato rispetto agli altri due e con le ingombranti protuberanze del tunnel centrale.

Ma di questa coupé BMW interessano, soprattutto, prestazioni e guida.

Senza dimenticare la qualità, ambito in cui la Casa, di solito, non delude: puntualmente, nell’abitacolo troviamo assemblaggi teutonicamente precisi, materiali raffinati, posizione di guida adattabile al millimetro.

Al volante bisogna prendere un po’ le misure alle dimensioni esterne: parabrezza lillipuziano e lungo cofano costringono ad avanzare con i piedi di piombo in manovra.

Ma quando la strada si apre, la serie 6 Gran Coupé appare per quello che è: un’incredibile annulla-distanze. Potete metterla alle strette e selezionare la modalità Sport+ (i controlli elettronici alzano la soglia d’intervento): qui, tuttavia, dovrete fare i conti con uno sterzo preciso e prontissimo (grazie al sistema di sterzata integrale di serie), ma un po’ artificiale nella risposta e prendere le misure a una massa importante, che si fa sentire nei trasferimenti di carico come una specie di fastidioso filtro fra voi e la strada.

Va decisamente meglio quando le curve si allargano: l’erogazione quasi esplosiva dei 313 CV del biturbodiesel, fantastico in basso e quasi rabbioso vicino alla zona rossa, si traduce in una enorme spinta sempre disponibile al minimo tocco sul pedale del gas.

Qualche problema di motricità c’è, soprattutto dove l’asfalto è liscio o bagnato, ma ciononostante ci si può consolare con il cambio automatico a 8 rapporti, velocissimo e puntuale nell’interpretare i vostri desideri.

Rimane da segnalare il limite di un prezzo spaventosamente alto: rispetto a una Mercedes CLS 350 CDI si devono spendere circa 14.000 euro in più, che diventano più di 25.000 nel caso della A7 3.0 TDI.

Scheda Tecnica

N. cilindri/cilindrata 2.993 cc
Potenza 230 kW/313 CV a 4.400 giri
Coppia 630 Nm a 1.500-2.500 giri
Cambio automatico a 8 rapporti
Trazione posteriore
Velocità max 250 km/h
Acc. 0-100 km/h 5,4 secondi
Consumo misto 17,9 km/l
Emissioni CO2 148 g/km
Dimensioni 5,00/1,89/1,39 m
Bagagliaio 460/1.265 dm3
Bollo 1.486,95 euro