Citroën C-Zero: la prova completa

La Citroën C-Zero costa 36.111 euro, optional esclusi
Smartworld
di Marco Coletto

La Citroën C-Zero è l’unica auto elettrica presente nel listino della Casa francese. I giornalisti di Panoramauto hanno avuto modo di metterla alla prova: il verdetto sul numero di giugno.

In città la citycar transalpina si esalta: nelle partenze al semaforo è più rapida degli scooter e anche in ripresa ha ben poche rivali. Nel traffico più intenso è facile rimanere con il sorriso sulle labbra: sia per l’assenza del cambio (sostituito da una leva per commutare la direzione, avanti o indietro) che per la mancanza di emissioni di anidride carbonica.

Il sound del propulsore si riduce ad un flebile ronzio e permette di godere meglio il suono offerto dall’autoradio. Solo il rumore delle buche (le sospensioni sono un po’ rigide) e delle ruote disturba, ma prima vanno oltrepassati i 50 km/h. L’autonomia dichiarata è di 110 km ma per ottenerli bisogna guidare con il piede leggero ed evitare di inserire il condizionatore (che se ne mangia 20). I freni non sono modulabili quanto si vorrebbe.

Nonostante la trazione posteriore la C-Zero non è un’auto divertente: il sottosterzo è parecchio evidente, l’ESP entra in ritardo e il bilanciamento dei pesi è penalizzato dalle batterie posizionate al centro e dal motore dietro. Oltretutto se si desidera andare forte l’autonomia cala vistosamente: 80-90 km che possono diventare 60-70 in autostrada quando si raggiunge la velocità massima di 130 km/h. Quando scattano gli allarmi restano 20 chilometri prima di restare a secco.

Il profilo a uovo della carrozzeria ha consentito di realizzare un’utilitaria lunga meno di tre metri e mezzo con quattro posti veri (solo i più alti rischiano di toccare il tetto con la testa) e un discreto bagagliaio (ampliabile abbattendo i sedili posteriori). La plancia ha un design moderno arricchito da inserti lucidi e da una fascia bicolore orizzontale: alcune plastiche sono però troppo rigide e sottili.

Considerando che stiamo parlando di un’auto destinata alla città sorprende l’assenza di due accessori utili come i comandi al volante per la radio e i sensori di parcheggio posteriori. Il posto guida è comodo (anche se il volante non è regolabile) e i vani portaoggetti sono numerosi e capienti.

Il prezzo è altissimo: 36.111 euro. Una cifra con la quale si possono acquistare tre Fiat Panda 1.2 ben accessoriate. Almeno la dotazione di serie è completa: quattro alzacristalli elettrici, autoradio, cerchi in lega, climatizzatore semiautomatico, fari automatici e servosterzo. Con poco più di tre euro di ricarica si possono percorrere oltre 100 km e la manutenzione è inferiore rispetto a quella di un’auto convenzionale: basta avere una presa di corrente nel box (sei ore per un ciclo completo) o un abbonamento per le colonnine urbane (30 minuti per portare gli accumulatori all 80%).

La visiblità è ottima (merito dei piccoli vetri triangolari ricavati tra le porte anteriori e i montanti del tetto) mentre per quanto riguarda la sicurezza l’Euro NCAP ha assegnato alla vettura quattro stelle. L’ESP di serie è disinseribile.