Drive the Future, le corse futuristiche da F-Zero a Wipeout

Smartworld
di Luca De Santis

Nato come declinazione dei driving-game, quello delle auto futuristiche lanciate a velocità impossibili è diventato un vero e proprio genere

Tra i titoli di lancio dell’ultima nata in casa Sony, la Playstation Vita, piuttosto sottovalutato è stato Wipeout, titolo dello Studio Liverpool che è riuscito a riportare la velocità e la bellissima grafica del videogioco sulla console portatile.

Mentre tutti erano a sgranare gli occhi sulla versione di Uncharted o i noti personaggi di Street Fighter contro i supereroi Marvel, gli intenditori – non facili a distrazioni – godevano di quello che è diventato punto di arrivo di una serie iniziata tanti anni fa: le corse futuristiche.

In principio fu il futuro: F-Zero

All’uscita di una nuova e rivoluzionaria console, si decise di scegliere un gioco di corse futuristiche come titolo di lancio (ricorda qualcosa?): erano gli inizi degli anni novanta e il Super Nintendo sbarcava dal Giappone in America e Europa con F-Zero (Nintendo EAD, 1990), in cui veicoli antigravitazionali mandavano in pensione i vetusti pneumatici per far posto a reattori e alettoni.

La console vantava il celebre MOD7 che riusciva a renderizzare in tempo reale gli sfondi, per ruotarli o scalarli, riproducendo la sensazione tridimensionale di attraversamento e quindi quella di velocità.

Il MOD7, con le sue rotazioni, lo scaling, la gestione di trasparenze e i chip aggiuntivi come il Super FX, davano la polvere a un MegaDrive della SEGA che si ritrovò spiazzato.

Il titolo della Nintendo EAD diventò quasi un portafortuna e si decise, dieci anni dopo, di inserirlo come titolo di lancio anche per il GameBoy Advance, così per la prima volta le corse su proto-shuttle furono disponibili su una console portatile, e in splendida forma poiché F-Zero: Maximum Velocity fu premiato dalla critica con ottimi voti.

Drive the future

Nato come spin-off o semplice declinazione dei driving-game, quello delle auto futuristiche lanciate a velocità impossibili stava diventando un vero e proprio genere.

Non più problemi di pneumatici su off-road, sorpassi laterali e attrito in curva con superfici solide, stava nascendo una fanta-fisica fatta di propulsori, zone sensoriali di ricarica, alettoni per il vento e soprattutto una forza di gravità che veniva raggirata, annullata o semplicemente riutilizzata secondo nuove formule fantastiche.

Le corse di future-drive iniziarono a metter propulsori alla fantasia, vincendo gli ultimi ostacoli della fisica reale.

Il Nintendo 64 fu il primo a piegare il nuovo genere a un franchising caro a tutti i nerd del mondo, sfornando Star Wars Episode I: Racer (LucasArts, 1999) riproponendo la corsa dei podracers di Anakin Skywalker ammirata nel film in un titolo imperdibile.

La Dreamcast della SEGA riprese un gioco già presente nella ludoteca della controparte Nintendo, raddoppiando i bit e l’emozione, per una grafica mai vista precedentemente in un simile titolo e sfornando San Francisco Rush 2049 (Atari Games, 2000).

Accelerazione supersonica

Se le ultime generazioni di console casalinghe hanno visto giochi quali Fatal Inertia (Koei Canada, 2007 per Xbox360 e 2008 per PS3) o Wipeout HD Fury per PS3 o Wipeout Pure (Studio Liverpool, 2005) per PSP, è sempre la Nintendo che pone la tacca più alta, il metro di paragone, sfornando il titolo migliore di “corse aumentate” e vincendo – seppur con una console ormai fuori produzione – sui titoli passati e successivi.

È il 2003 quando Shigeru Miyamoto, direttore della Nintendo EAD annuncia l’incredibile collaborazione di SEGA e NAMCO (un po’ come se la Juventus, Inter e Milan si mettessero d’accordo per formare un’inedita squadra) per il nuovo capitolo di una serie nata tredici anni prima: F-Zero GX (Amusement Vision, 2003).

Il passaggio al 3D e la scelta di oltre quaranta personaggi e vetture, riscrissero un’intera saga che con ogni suo capitolo segnò l’evoluzione tecnica delle nostre console da salotto.

Il futuro della tecnica dei videogames misurato con l’immaginario futuristico, ovvero, divertimento puro a oltre 2000 km/h.