La famiglia Dacia non smette più di allargarsi.
Sarà la voglia di auto essenziali, sarà la ridotta capacità d’acquisto degli italiani, sta di fatto che il brand low-cost di Renault se la passa bene e continua a crescere.
L’ultima nata si chiama Dokker e non ci vuole un esperto di design per capire che si tratta della sorellina della Lodgy, che abbiamo guidato qualche mese fa sulle strade marocchine.
La comodità delle porte scorrevoli (ma…)
Ed è proprio a Tangeri, infatti, nello stesso stabilimento della sorella più grande, che nasce la Dacia Dokker. Più corta di 14 cm, ha lo stesso passo e offre, in più, la novità delle porte posteriori scorrevoli.
Se lo spazio interno della Dokker è davvero a prova di trasloco, sia per i passeggeri sia per i bagagli, c’è invece qualche piccola ombra nel sistema di chiusura delle grandi porte laterali.
Perché, una volta seduti, si fa una fatica notevole a richiuderle e non c’è un blocco meccanico di sicurezza, solo una piccola resistenza in posizione di apertura.
Con il rischio che la porta si chiuda accidentalmente.
A guadagnarne, comunque, è l’accessibilità, ottima anche nei parcheggi a spina di pesce più stretti.
Spazio in abbondanza (ma spartano)
Da qui in poi, invece, solo pregi perché la Dacia Dokker, grazie ai sedili posteriori abbattibili e ripiegabili e al portellone a doppio battente, è in grado di accogliere da 800 fino a ben 3.000 litri di bagagli.
Con altri 44 litri di vani portaoggetti disseminati per l’abitacolo.
Che è tutto fuorché lussuoso: i materiali sono robusti ma la cura nei dettagli è davvero ridotta all’osso, con saldature a vista, fissaggi in qualche caso approssimativi e bave di stampaggio delle plastiche evidenti qua e là.
Multispazio economica
Ma veniamo al prezzo.
La mini MPV Dacia arriverà a novembre, tuttavia sappiamo già che il prezzo della 1.6 MPI Ambiance, versione d’attacco, sarà fissato a 9.900 euro (lo stesso della Lodgy 1.6 MPI base) e comprenderà lo strettissimo indispensabile.
Vale a dire che clima, radio e, soprattutto, ESP saranno da aggiungere a parte. Su strada, la Dokker si dimostra sana.
Prestazioni e motori
Lo stesso, lungo passo della Lodgy è garanzia di reazioni misurate ed equilibrate, anche se tutt’altro che sportive.
Il 1.500 dCi da 90 CV, colonna portante del marchio Renault, spinge con fluidità la Dacia Dokker soprattutto in basso, lo sterzo è impreciso e le prestazioni non sono esattamente quelle di una bruciasemafori.
Decisamente molto più salutare godersi la piccola multispazio Dacia in tranquillità, cercando di centellinare i consumi, guidando col piede felpato.
Così, si ottengono medie nell’ordine dei 15 km/ litro di gasolio e si è disturbati solo da una certa rigidità delle sospensioni sulle asperità più secche e da un sacco di fruscii aerodinamici (a velocità autostradali).
Per il resto la Dokker se la cava senza troppi problemi sia in città – la frizione però è pesantuccia e il cambio automatico non si può avere – sia sul misto, dove mette in mostra una maneggevolezza di tutto rispetto.
La gamma comprende anche la versione Van, dedicata a chi usa l’auto per lavoro, a un prezzo d’attacco fissato in 7.200 euro più IVA, che suona come uno sprone a far ripartire l’economia.
Last but not least la garanzia, che è di 3 anni o 100.000 km. Altro plus rispetto alle concorrenti europee.