Ormai conoscete tutti il marchio romeno Dacia: risorto dalle ceneri nel 2004 grazie a Renault, ha lanciato la sfida ai costruttori generalisti con la Logan, berlina tre volumi low cost che però da noi non ha avuto il successo incontrato altrove, per esempio in Francia.
Ma con l’arrivo della MCV e della Duster (oggi la seconda SUV più venduta in Italia) la Dacia incomincia a farsi apprezzare anche da noi.
Adesso cala un asso che vale per sette, come i posti della Lodgy.
Un salotto per sette persone
Perché, sullo stesso pianale della Logan, i tecnici del gruppo Renault hanno sfornato una MPV lunga 4,50 metri, spaziosa e sempre a prezzi da discount. Il punto forte, l’avrete capito, è l’abitabilità.
Qui, davvero poche auto possono battere la Lodgy.
Perché alla possibilità di avere sette posti (500 euro) si aggiunge l’ottima disponibilità di spazio interno: anche viaggiando al completo, i due passeggeri della terza fila non avranno di che lamentarsi, sia per la disponibilità di centimetri per testa e gambe, sia per la facilità d’accesso.
Basta infatti ripiegare su se stessa, con un veloce movimento, la panchetta della seconda fila per scoprire una luce di accesso piuttosto generosa.
Il secondo atout della Lodgy è il bagagliaio, con una capacità che varia dai 207 (7 posti) ai 2.617 litri (2 posti), passando per gli 827 in configurazione a 5 posti.
Interni al risparmio, optional che fanno gola
Certo, bisogna abituarsi a qualche risparmio: i meccanismi dei sedili e parte dei telai a vista, alcuni stampaggi delle plastiche non eccelsi, finiture spartane… ma sempre robuste, che danno l’idea di durare.
Come quelle della plancia, che non stupiscono per il design ma inglobano diversi portaoggetti, ottimi svuotatasche per portafogli e cellulare, o smartphone per i più tecnologici.
I quali potrebbero ingolosirsi di fronte al navigatore con schermo touch da 7”, sviluppato da LG, chiaro e dal funzionamento piuttosto rapido.
Il tutto a 450 euro in più, perché la politica Dacia è quella di contenere il prezzo degli accessori.
Sicurezza e comportamento su strada
Peccato però che, in fatto di sicurezza, sia un po’ troppo limitata pure la dotazione di serie, con l’ESP optional su tutte le Lodgy a 300 euro.
Su strada, il comportamento è sempre sano: certo non è l’auto che si acquista per divertirsi ma, di fronte a un tratto di curve e controcurve, la Lodgy non si spaventa.
Il limite principale non sta tanto nell’assetto, piuttosto sostenuto, quanto nello sterzo, lento e poco comunicativo.
Fortunatamente le sospensioni si comportano più che discretamente e i rumori di gomme e aria non disturbano troppo.
I motori
Passando a parlare dei motori, vanno fatti importanti distinguo.
Se è vero che Dacia punta a vendere soprattutto le versioni Laureate con il 1.500 dCi da 110 CV, possiamo dire con ragionevole certezza che quest’ultimo, storicamente fluido e pronto ai bassi regimi, sulla Lodgy sembra essersi perso per strada.
Il turbo lag si avverte nitidamente e, al di sotto dei 2.000 giri, di spinta ce n’è poca. Così, bisogna lavorare alacremente con il cambio (e con la frizione, pesantuccia) per avere un po’ di verve.
Va decisamente meglio con la versione da 90 CV: oltre a costare, a parità d’allestimento, 500 euro meno, offre un funzionamento più omogeneo senza sacrificare troppo la brillantezza.
E permette di cambiare in zona 1.700 giri senza problemi.
Per chi fa poca strada, poi, c’è anche il 1.200 TCe da 115 CV, fluidissimo nell’erogazione della potenza.
Non c’è la verve dei dCi, ma si apprezzano regolarità di spinta e silenziosità.
E il prezzo è più basso di 900 o 400 euro rispetto ai turbodiesel da 110 e 90 CV.