A cosa serve l’auto, quando puoi manipolare la gravità? La recensione di Gravity Rush Remastered

Smartworld
di Stefano Valente

Arriva su PlayStation 4 uno dei migliori giochi di PS Vita: com'è andato il passaggio?

Correva l’anno 2012 e su PS Vita arrivava un videogioco capace di sfruttare alcune caratteristiche uniche della neonata console portatile Sony, come ad esempio il giroscopio, per la prima volta introdotto su una console tascabile. 

L’avventura di Kat

Gravity Rush, in Giappone Gravity Daze, è un’avventura che ci mette nei panni di Kat una strega che, senza sapere inizialmente come, si ritrova ad essere in grado di compiere prodezze incredibili come ad esempio manipolare la gravità a suo piacimento. 

La gravità non è un limite 

A donare i poteri a Kat in realtà è il suo misterioso gattino che le permette quindi (tramite la pressione di un tasto) di sospendere la gravità intorno a lei per poi scegliere un punto qualsiasi dell’area circostante per atterrare con la “nuova” gravità. Ecco quindi che vedremo Kat correre sui palazzi o anche, perché no, a testa in giù, senza alcuna limitazione se non un contatore che indica il tempo a disposizione di Kat per giocare con la forza scoperta di Isaac Newton nel diciasettesimo secolo.  

La minaccia dei Nevi

Nel corso dell’avventura dovrete quindi esplorare la città di Heskerville e fermare l’assalto dei Nevi, delle misteriose creature oscure che stanno infestando questa strana metropoli sospesa sei cieli e scoprire la storia della protagonista, che pian piano ricorderà chi è e qual è il suo ruolo in questo strambo mondo portato da PS Vita a PlayStation 4

Una nuova grafica

Il passaggio da una console all’altra ha sicuramente giocato a Gravity Rush: sono spariti i fastidiosi controlli touch per far posto ad uno schema più tradizionale che fa uso dei soli tasti, oltre al giroscopio del controller per puntare dove far atterrare Kat. Ma dove il cambiamento è più evidente è ovviamente da un punto di vista grafico, grazie al nuovo lustro dato dalla potenza di PlayStation 4.

Il cel-shading (la particolare tecnica che conferisce al gioco un aspetto da cartone animato) è delizioso e le sequenze a fumetti non fanno altro che risaltare l’incredibile direzione artistica di questo platform giapponese. 

Lunga vita a Gravity Rush

Spiace un po’ vedere una delle ultime esclusive di PS Vita abbandonare la console portatile, ma almeno ora un pubblico più ampio (il più ampio di questa generazione, Sony ha piazzato sino ad ora la bellezza di 36 milioni di unità) potrà godere di questo piccolo gioiello, in attesa di un sequel già annunciato e in dirittura di arrivo.