In pista con la nuova BMW M2 all’Hungaroring

Smartworld
di Francesco Neri

La nuova BMW M2 è muscolosa, veloce, e molto divertente. Noi l’abbiamo guidata in una pista davvero speciale

Aspettavo da tanto questo momento. La BMW M2 mi ha fatto venire l’acquolina in bocca sin la primo momento in cui l’ho vista in fotografia. E oggi, finalmente, me la trovo davanti con le chiavi in mano, e per giunta mi trovo nientemeno che all’Hungaroring.
Con un cartellino del prezzo di 64.200 euro e una potenza di 370 CV, la BMW M2 costa 16.200 euro in meno e ha 61 cv in meno della sorella maggiore M4. Non sono molti, a ben vedere, ma il peso minore e la maggior compattezza potrebbero avvantaggiare la “piccola” M per quanto riguarda il piacere di guida. Da ferma sembra molto più compatta, coesa e muscolosa della più grande e slanciata M4.

I passaruota bombati e le prese d’aria mastodontiche lasciano intuire che questa non è una semplice 235i, ma qualcosa di davvero tosto.
Gli interni sono un tripudio di Alcantara e fibra di carbonio, senza essere eccessivamente “carichi” e mantengono una certa eleganza nel caso vorreste usare la M2 come everyday car. Naturalmente le “M” sono piazzate in ogni dove, giusto per ricordarvi che i vostri soldi sono stati spesi bene e che nessuno scambierà la vostra auto per una versione diesel.
D’altronde, la M2 prende il posto della 1M, un’auto che ha stregato tutti per il suo temperamento da ribelle e per la sua capacità di dare paga ad auto più grosse e potenti.

PICCOLA BOMBA

La ricetta auto compatta-motore grosso è da sempre una delle nostre preferite.
Il sei cilindri in linea 3.0 litri biturbo produce 370 cv a 6.500 giri e 465 Nm di coppia (500 con overboost), scaricati a terra dalla ruote posteriori tramite il differenziale attivo M e il Dynamic Stability Control.
In BMW sanno quanto il loro clienti ci tengono al piacere di guida, dando la possibilità di scegliere tra il cambio manuale a sei rapporti e l’automatico a doppia frizione a sette rapporti M DKG.
La M2 passa da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi (4,3 con il DKG) e raggiunge i 250 km/h autolimitati (270 km/h con M Driver’s Package), consumando nel ciclo combinato 7,9 l/100 km, non male per un motore del genere.

IN PISTA ALL’HUNGARORING

L’Hungaroring è una pista fantastica: 4,4 Km di salite, discese, esse e curvoni a raggio costante.
La BMW M2 che sto guidando è equipaggiata con il velocissimo cambio doppia frizione DKG a sette rapporti. Metto la modalità Sport +, che rende le cambiate più veloci e allenta i controlli elettronici per lasciarvi più libertà di giocare con il posteriore; e scendo in pista.
La spinta del motore è esuberante, e anche se non allunga come un aspirato, spinge come un treno per tutta la gamma di giri con un turbo lag minimo. Non siamo ancora ai livelli del 3.0 litri boxer della nuova 911, ma siamo vicinissimi.

In prima le Michelin Pilot Sport Cup 2 pattinano un po’, ma la trazione – anche a controlli disattivati – è tanta, e il sovrasterzo compare solo se lo desiderate. Anche il sound è entusiasmante: cupo ai bassi, vigoroso e tagliente agli alti, con lo scarico che scoppia e spara in rilascio e in scalata. Si tratta di un suono naturale, genuino, qualcosa che dà assuefazione.

Quello che sorprende della piccola M è l’equilibrio. In curva è molto bilanciata e anche un volta raggiunto il limite, se non superato, mantiene un comportamento sempre benevolo. Merito dello sterzo preciso e accurato, della distribuzione dei pesi pressoché perfetta e dell’egregio lavoro del differenziale. Non sembra un’auto di 1556 kg, tanto risponde bene ai vostri input. Potete contare su molto grip all’anteriore, più difficile invece è dosare il gas in uscita di curva senza sollecitare le ruote posteriori. In ogni caso è raro che la M2 si intraversi a bandiera, piuttosto tiene piccoli angoli di sovrasterzo facilmente correggibili con rapide correzioni.
L’elettronica in modalità Sport+ vi lascia divertire il giusto e quando esagerate interviene in modo molto progressivo senza bruschi e fastidiosi tagli di potenza.

È un’auto che infonde tanta sicurezza e non si ha mai la sensazione che farà qualcosa di imprevedibile e inaspettato. Anche l’impianto frenante, non sempre all’altezza sulle M del passato, si è rivelato efficacissimo. La M2 stacca davvero forte (l’impianto frenante è lo stesso della BMW M4), il pedale è ben modulabile e ha mantenuto la stessa consistenza nonostante le ripetute staccate al limite.  

La BMW M2 dà assuefazione: può essere guidata sia in modo pulito sia completamente di traverso. È abbastanza comoda da essere usata ogni giorno per andare in ufficio, ma allo stesso tempo è così tosta da non essere messa in crisi da un circuito come l’Hungaroring.

Il cambio DKG è puntuale e rapidissimo, ma per i miei gusti è anche troppo delicato e il cambio manuale potrebbe rendere la guida della M2 ancora più appagante.

LA M MIGLIORE DI SEMPRE?

La BMW M2 ha davvero brillato in pista sorprendendo per la sua facilità, la sua velocità e il suo coinvolgimento. Ma la pista ha un’asfalto liscio come un tavolo da biliardo e uccide ogni sensazione di velocità. Ci riserviamo il verdetto finale dopo la prova su strada, ma possiamo garantirvi che la M2 si è guadagnata un posto speciale nella nostra lista dei desideri.