Jaguar XF: lo spread del giaguaro

Jaguar XF Tre quarti anteriore
Smartworld
di Andrea Rapelli

La casa indiana reagisce ai tempi di crisi con un turbodiesel più piccolo e morigerato

Pagella
Città 7/10
Fuori città 8/10
Autostrada 10/10
Vita a bordo 7/10
Prezzo e costi 7/10
Sicurezza 8/10
verdetto
7.8/10

Il restyling sembra arrivare al momento giusto, mischiando un nuovo design frontale ad un motore adatto a questi tempi.

E, quel che più conta, difficilmente in soggezione rispetto ai fratelli più prestanti, se si eccettua una leggera ruvidità.

Con il plus dei consumi calmierati. Per il resto è la solita XF, con tanto comfort nei lunghi viaggi, e guida dinamica quanto basta.

Cosa ci è piaciuto meno? Il listino e la dotazione, da integrare.

Intro

In un’epoca in cui i tagli sono di rigore, anche il Giaguaro subisce una piccola sottrazione.

Perché assieme a un lifting facciale, che incattivisce l’espressione e aggiorna qualche dettaglio, arriva un motore giusto giusto per il periodo.

Trattasi del 4 cilindri 2,2 litri made by PSA, accreditato di ben 190 CV e accompagnato da una serie di migliorie tecniche per non sentirsi in affanno rispetto al fratellone V6.

Tanto per cominciare, il turbo è raffreddato ad acqua, così l’efficienza rimane sempre alta.

Poi, i tecnici di Coventry hanno accuratamente installato un serie di paratie antirumore sopra il motore e nei punti più “scomodi”, per tenere sotto controllo ogni eventuale fuoriuscita di decibel.

Buone nuove pure nel reparto ecologia, perché insieme al cambio automatico ZF a 8 rapporti, di serie, c’è anche il sistema stop&start.

Così, i dati dichiarati dalla Jaguar hanno un che di miracoloso: media di consumo, nel ciclo combinato, pari a 18,5 km con un litro di gasolio (vedremo se è tutto vero) ed emissioni di CO2 da vettura di classe media, con 149 g/km.

Il tutto condito con la giusta dose di comfort, precisione di guida, materiali pregiati e qualità costruttiva.

Città

Al di là dell’ambiente raffinato in cui vi troverete (ne parleremo), le insidie cittadine come dossi rallentatori e tombini non vi disturberanno troppo, grazie a sospensioni che assorbono bene eventuali ostacoli e patiscono esclusivamente la spalla bassa dei pneumatici.

Detto questo, il piccolo, ma forzuto, 4 cilindri dimostra di cavarsela senza affanni nel traffico.

Pimpante già dai bassi giri, appare solo un po’ ruvido a freddo: una volta in temperatura, vi potrete godere la riuscita accoppiata con il cambio automatico ZF a 8 rapporti, regolati magistralmente in chiave contenimento dei consumi.

Ultime note – un po’ stonate – se le meritano i parcheggi. Perché tra le dimensioni importanti e la scarsa visibilità posteriore, le manovre non sono uno scherzo. D’obbligo i sensori posteriori (480 euro).

La telecamera? Fanno altri 360, please.

Fuori città

Da sempre, le Jaguar puntano ad abbinare comfort e guidabilità, e questa XF non tradisce le aspettative dell’appassionato.

Che non deve aspettarsi nulla di particolarmente sportivo, sia chiaro.

In ogni caso l’assetto sostenuto, ma mai fastidiosamente rimbalzante sull’asfalto sconnesso, fa desiderare uno sterzo dal feedback più genuino, che riesca a trasmettere informazioni più dettagliate al guidatore.

Parimenti, il setup scelto dai tecnici consente di seguire precisamente le curve, ampie o strette che siano.

Quando, tuttavia, ci si approssima al limite, la carenza di notizie provenienti dalla corona dello sterzo rende difficile “sentire” l’anteriore.

Nonostante questo, i più preoccupati per la presenza di un “volgare” quattro cilindri, stiano tranquilli. Un po’ di verve è andata inevitabilmente persa per strada, d’accordo.

Però, complice l’ottimo cambio automatico,i 190 CV riescono a spingere i quasi 1.800 kg della XF con un discreto brio sulle strade di tutti i giorni.

Soltanto se si è alla ricerca della prestazione pura emerge qualche limite: oltre alla già citata ruvidezza di risposta del 2.2, la taratura dell’erogazione privilegia la spinta ai bassi e medi regimi.

Autostrada

La XF sa sempre come coccolarvi, che siano lunghi viaggi o medi tragitti.

Se escludiamo una certa rumorosità proveniente soprattutto dai pneumatici dalla vocazione sportiva montati sul nostro esemplare, le sensazioni che giungono alle terminazioni nervose sanno di morbidezza, comfort, rilassatezza.

La prima componente che soddisfa è l’assetto, capace di annullare le traversine, con una risposta morbida, ma compatta.

Poi, certo, anche l’atmosfera fa la sua parte: sedili in pelle martellata e tessuto, ampie regolazioni elettriche (quelle più complesse però si pagano 1.030 euro) e clima puntuale.

Migliorabili, invece, i freni: potenti e pronti sì, ma dal pedale fin troppo apprensivo.

Vita a bordo

Le misure esterne generose donano a questa Jag una buona abitabilità, soprattutto davanti.

I problemi cominciano quando ci si siede in tre dietro: i cm in larghezza sono sufficienti, ma i più alti potrebbero sfiorare il padiglione con la testa.

Una volta a bordo, materiali e finiture appagano l’occhio e il tatto.

Peccato per la logica di funzionamento del navigatore, lenta in alcuni frangenti.

Infine, il bagagliaio non è affatto piccolo, tuttavia la bocca d’accesso irregolare e gli schienali posteriori abbattibili optional gli fanno perdere qualche punto.

Prezzo e costi

La partita, inutile ricordarlo, si gioca con le “magiche 3” tedesche: Audi, BMW, Mercedes.

Che, nel listino, si francobollano a questa Jag, anche per quanto riguarda la dotazione di serie, da integrare.

Infatti, per avere una XF che si possa definire completa, dovrete preventivare altri 3.000 euro di spesa, che possono crescere a seconda delle vostre personalissime preferenze.

I consumi, anche se lontani dal dato dichiarato, fanno tornare il sorriso, con quasi 15 km/litro rilevati durante il nostro test.

Bene infine – a differenza delle tedesche – la garanzia, che vi farà dormire sonni tranquilli per tre anni e km illimitati.

La tenuta del valore? Presto per dirlo.

Probabile sia un filo inferiore a quella di A6, serie 5 e classe E.

Sicurezza

L’Euro NCAP non è andato oltre la “barriera” delle 4 stelle, tuttavia la berlina di Coventry può contare su una dotazione piuttosto completa, alla quale mancano solo il cruise control attivo (1.590 euro), gli abbaglianti automatici (320) e i proiettori allo xeno capaci di seguire le curve (640).

Sulla sicurezza attiva, comunque, si può contare: di sottosterzo ce n’è, ma la coda non ha mai reazioni brusche e il controllo di stabilità è puntuale negli interventi, senza tarpare troppo le ali ai più smaliziati.

La gommatura dalla vocazione sportiveggiante ha contruibuito ai buoni risultati raggiunti nelle prove di frenata, con il solo difetto di un pedale fin troppo brusco nella prima parte di corsa.

I nostri rilevamenti

Accelerazione

0-50 km/h 2,80
0-100 km/h 8,73
0-130 km/h 13,30

Ripresa

20-50 km/h in Ds 1,92
50-90 km/h in Ds 4,19
80-120 km/h in Ds 5,82
90-130 km/h in Ds 6,73

Frenata

50-0 km/h 10,5
100-0 km/h 35,7
130-0 km/h 60,6

Rumorosità

al minimo 46
max clima 64
50 km/h 47
90 km/h 62
130 km/h68

Carburante

consumato 121

Distanza

percorsa 1.250

Percorrenza

media 14,7
a 50 km/h 47
a 90 km/h 88
a 130 km/h 127

Diametro

di volta 12,1

Giri

al volante2,2
a 130 km/h in 6a 1.800

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