Kia Picanto: la nostra prova completa

Smartworld
di Marco Coletto

La nuova Kia Picanto è senz’alcun dubbio una delle migliori citycar presenti in listino. Abbiamo avuto modo di provarla su strada ieri (nella versione a nostro avviso più interessante: la 1.0 Style) mentre il pubblico potrà toccarla con mano nelle concessionarie il 7 e l’8 maggio.

La prima nota positiva arriva dall’abitacolo: la plancia (impreziosita con finiture interne “metal look”) è realizzata con plastiche rigide ma ben assemblate e la dotazione di serie comprende accessori come l’autoradio CD Mp3, i fendinebbia e – per gli amanti della tecnologia – le prese Aux, USB e iPod. I passeggeri posteriori hanno a disposizione tantissimo spazio per le gambe ma, nonostante l’omologazione a cinque posti, sul divano è meglio accomodarsi solo in due. Il bagagliaio è aumentato rispetto alla precedente generazione però rimane nella media della categoria.

Il comfort è degno di un’auto di segmento superiore: merito delle regolazioni per il sedile del conducente e per il volante e di un climatizzatore automatico tanto efficace quanto ergonomico. Le sospensioni, non troppo morbide, garantiscono una buona tenuta in curva e la rumorosità non è eccessiva: questo nonostante la presenza di un propulsore a tre cilindri che si fa sentire solo quando si guida in modo allegro.

Nella vita di tutti i giorni la Picanto si rivela un’ottima compagna di viaggio. L’unità da 69 CV delude solo quando le si chiede più di quello che può offrire: nei sorpassi bisogna scalare una marcia (meglio due) a causa degli ultimi rapporti esageratamente lunghi. Parcheggiare è semplicissimo: merito delle ampie superfici vetrate (il lunotto posteriore è immenso) e di uno sterzo esageratamente leggero (al pari della frizione) che si irrigidisce all’aumentare della velocità (ma non quanto si vorrebbe).

La Kia Picanto 1.0 Style costa 11.351 euro, un prezzo che non si discosta più di tanto da quello delle rivali dirette (Fiat Panda e Toyota Aygo).

Su tutta la gamma si trovano sei airbag (frontali, laterali e a tendina) di serie ma l’ESP è sempre a pagamento (400 euro, tranne che sulla versione base Easy dove non è disponibile). I punti di forza rispetto alla concorrenza sono due: la garanzia di sette anni o 150.000 km e i consumi bassissimi (23,8 km/l dichiarati, equivalenti ad emissioni di 99 g/km di anidride carbonica).

La gamma della citycar asiatica è destinata ad ingrandirsi: tra luglio e agosto vedremo il motore 1.2 da 85 CV e l’inedita variante a tre porte mentre a dicembre, in caso di incentivi, potrebbe debuttare sul mercato un interessante 1.0 a GPL (con un piccolo serbatoio a benzina da 10 litri) da ben 82 CV.