Lamborghini Aventador LP 700-4 Roadster: una furia da domare

Smartworld
di Adriano Tosi

Primo contatto su strada e in pista con la super roadster di Sant'Agata

Se non la senti, la vedi. Se non la vedi, la senti.

Una cosa è certa: la Lamborghini Aventador Roadster ottiene lo scopo che avevano in mente i tecnici e i designer di Sant’Agata Bolognese che l’hanno concepita. Stupire.

Come un fulmine a ciel sereno, la scoperta italiana riesce a cogliere di sorpresa e a entusiasmare persino gli abitanti di Miami – sede del lancio mondiale della vettura -, gente abituata agli eccessi degli eccentrici milionari che qui hanno una concentrazione inferiore solo a quella dell’umidità asfissiante dell’aria della Florida.

Un tetto da smontare

Proprio il caldo e l’afa che accompagnano la prova ci forniscono il pretesto per fare quello che avremmo fatto comunque, a dirla tutta: scoprire la roadster Lamborghini e sentirci anche noi milionari per un giorno.

Un’operazione che sulla Aventador non è demandata al solito tastino: il tetto è composto da due coperture da 6 kg ciascuna, da smontare manualmente e poi riporre in due appositi alloggiamenti nel bagagliaio nel quale, in questo modo, resta lo spazio solo per due piccole borse.

Sacrifici che lei, la Lamborghini più hot che ci sia, sa ripagare.

Perché con così tanta aggressività saprebbe convincere almeno per un giorno anche il più snob degli automobilisti – quelli che “vuoi mettere l’eleganza di un’Aston Martin o di una Bentley…” -, il più irriducibile degli ecologisti e il più timoroso dei guidatori.

Basta poco perché l’adrenalina e l’esaltazione abbiano il sopravvento.

Immersi in un abitacolo che sembra il cockpit di un aereo, fasciati in un sedile che nemmeno un caccia, sulla Aventador Roadster già ci si sente su un altro pianeta.

Un’auto per pochissimi

Automobilisticamente parlando, quanto meno.

Quando poi il dito va sul pulsante start e i 12 cilindri prendono vita, ci si chiede perché debbano essere così in pochi, ovvero quelli che si possono permette di spendere 363.000 euro per un’auto, a godere di una tale libidine.

Consapevoli delle gioie che il loro V12 sa regalare, a Sant’Agata hanno anche introdotto un piccolo lunotto ad azionamento elettrico che permette al motore di invadere l’abitacolo con le sue sonorità.

700 CV e quattro ruote motrici

Il bello deve ancora venire.

Perché se oltre all’ego si vuole soddisfare la voglia di guidare, la nuova Lamborghini Aventador Roadster ha parecchi argomenti convincenti: uno su tutti è il dato relativo alla potenza. 700 CV tondi tondi.

Una cifra mostruosa, che gli ingegneri hanno deciso di suddividere su tutte e quattro le ruote motrici, pur privilegiando il retrotreno.

A cui va, di base, il 70% della potenza in modalità Strada, il 90% in Sport (per il massimo divertimento) e l’80% in Corsa (per la massima prestazione), variabile in base alle condizioni istantanee di aderenza.

Sull’asfalto della pista di Homestead, liberi dagli stringenti controlli di velocità della polizia americana, emergono tutti i vantaggi della scelta: anche in uscita dalle curve più strette, la motricità è talmente elevata da “sparare” la vettura a velocità siderali in pochi attimi.

Efficace.

Quasi infallibile.

Tuttavia, l’incessante lavoro dei differenziali che ripartiscono la potenza toglie un po’ di fluidità alla guida.

Sottigliezze, sia chiaro, ma se si prendono come riferimento due agguerritissime rivali (per quanto meno dotate a livello di prestazioni pure) come Ferrari 458 Spider e McLaren 12C Spider, allora la Lamborghini Aventador Roadster è meno “cristallina” nelle reazioni, quando ci si avvicina al limite.

Le perdite di aderenza non sono altrettanto progressive, mentre qualche reazione sullo sterzo, generata dalla trazione anche sull’asse anteriore, toglie qualcosa a livello di feeling di guida.

Detto questo, le emozioni che si vivono a bordo della Aventador Roadster sono indimenticabili, grazie alla spinta inesauribile del V12, generoso ai bassi, ai medi e agli alti regimi, alle frustate che tira il cambio in modalità Corsa e alle accelerazioni che si subiscono.

L’ultima nata di Casa Lamborghini è talmente “violenta” da affaticare nel vero senso della parola i muscoli di chi la guida.

Per gli amanti dei numeri, l’accelerazione da 0 a 100 km/h è di soli 3 secondi, mentre i 1.000 metri vengono divorati, con partenza da fermo, in 19,6 secondi.

Cambio robotizzato a frizione

Stanchi ma appagati, usciamo dalla pista: prima di restituire la vettura ai tecnici del Toro ci aspetta ancora qualche chilometro su strada.

Un’occasione importante per apprezzare come si sta a bordo guidando normalmente, se di normalità si può parlare, al cospetto di tanta prepotenza.

I tecnici di Sant’Agata hanno optato per un cambio meccanico robotizzato con una frizione, mentre Ferrari e Mclaren utilizzano il doppia frizione.

Se nell’uso esasperato le differenze sono minime (in tutti e tre i casi l’elettronica è tarata per dare una netta percezione delle cambiate), in Comfort 458 e 12C sono nettamente più sfruttabili, mentre la Lamborghini Aventador Roadster è poco fluida sia in salita sia in scalata.

Annotazione doverosa, ma che non sposterà certo la decisione di acquisto.

Decisione che spesso, chi pensa di acquistare una Lamborghini, una Ferrari o una Mclaren, non ha nemmeno la briga di prendere.

Semplicemente, le compra tutte, come sceicchi, cantanti, attori e milionari di varia natura da sempre fanno.