Lamborghini Aventador Roadster

Lamborghini Aventador Roadster
Smartworld
di Marco Coletto

La Lamborghini Aventador Roadster è la variante spider della supercar a trazione integrale del Toro

La Lamborghini Aventador Roadster – nata nel 2012 – è la variante spider della supercar a trazione integrale del Toro.

Lamborghini Aventador Roadster: gli esterni

Il design della Lamborghini Aventador Roadster è uno dei più audaci in circolazione: linee ispirate al mondo aeronautico e una carrozzeria piena di spigoli.

Lamborghini Aventador Roadster: gli interni

L’abitacolo della Lamborghini Aventador Roadster – caratterizzato da finiture curatissime – è molto ergonomico: tutti i comandi principali sono concentrati nella consolle centrale.

Lamborghini Aventador Roadster: il motore

Il motore della Lamborghini Aventador Roadster è un V12 aspirato a benzina:

  • un 6.5 V12 a benzina da 741 CV

Lamborghini Aventador Roadster: il prezzo

Motore a benzina

  • Lamborghini Aventador Roadster 384.673 euro

Lamborghini Aventador Roadster: ecco la scoperta

Smartworld
di Adriano Tosi

Più esclusiva, eccentrica e costosa che mai

Se vi dovesse capitare di incrociarla per strada- evento assai improbabile – al volante vi aspettereste di vedere Balotelli, Ibrahimovic o il rapper 50 Cent. In altre parole, la Aventador Roadster sta alla discrezione come un carrello elevatore sta al piacere di guida. Nulla di nuovo, si dirà: da sempre a Sant’Agata Bolognese concepiscono auto tra le più vistose e impressionanti mai prodotte; vero, ma l’ultima hyper-car in versione scoperta è, se possibile, più appariscente che mai. Non solo per ragioni estetiche, ma anche “canore”, visto che a differenza di quanto riscontrato sulla coupé due anni fa, il V12 6.5 ha molta più voglia di farsi sentire.

Tanta presenza non passa inosservata persino a Miami Beach (luogo del debutto mondiale della vettura), città in cui la concentrazione di Mustang, Camaro, Challenger, Maserati e Ferrari è pari a quella della Panda qui in Italia. Bassa che sfiora l’asfalto, spropositatamente larga e cattiva oltre ogni ragionevole logica, la creatura del Toro provoca un collettivo giramento di teste al suo passaggio. Al di là dei gusti personali, vivere questo “film” da dentro regala emozioni indimenticabili. E non solo perché ci si sente al centro dell’attenzione. Il merito è della stretta corsaiola assicurata dai sedili, della strumentazione aeronautica e della seduta che sembra toccare il terreno.

Il tutto, enfatizzato dal vento nei capelli. A proposito, coerentemente con la natura estrema della vettura, a Sant’Agata hanno deciso di optare per un tetto rigido diviso in due parti, da smontare e rimontare manualmente, risparmiando così i kg aggiuntivi e le complicazioni meccaniche che una capote classica avrebbe portato con sé. Tempo tre-quattro minuti e, riposte le due coperture rigide negli appositi alloggiamenti nel bagagliaio (nel quale, in questo modo, resta lo spazio solo per due piccole borse), la Lambo più hot che ci sia ripaga la “fatica” con fiumi di adrenalina.

Così tanta che, almeno per un giorno, anche l’automobilista con la puzza sotto il naso (di quelli che “vuoi mettere l’eleganza di un’Aston Martin o di una Bentley…”), il più integralista degli ecologisti e il più timoroso dei guidatori ne sarebbero conquistati. Una convinzione che si rafforza quando è il momento di alzare lo sportellino rosso che cela il tasto Start e di dare vita al motore. I 12 cilindri prendono vita fragorosamente e viene da chiedersi perché debbano essere così pochi – precisamente quelli che possono spendere 363.000 euro per quest’auto – a godere di una tale libidine. Per non lasciare nulla al caso, a Sant’Agata hanno anche introdotto un piccolo lunotto ad azionamento elettrico, che spalanca l’abitacolo agli ululati della meccanica distante poco più di una spanna.

Se oltre all’ego si vuole soddisfare la voglia di guidare, la Roadster emiliana ha parecchie frecce al proprio arco: una su tutte è rappresentata dai 700 cavalli tondi tondi erogati dal V12 aspirato. Una cifra di poco inferiore a quella delle Formula 1, che i tecnici emiliani hanno deciso di ripartire su tutte e quattro le ruote. Trazione integrale, dunque, ma con preferenza per il retrotreno, a cui viene inviato, di base, il 70% della coppia in modalità Strada. In Sport, per privilegiare il divertimento, alle ruote anteriori resta solo il 10%, mentre in Corsa, mappatura finalizzata alla massima prestazione, la ripartizione base è 20:80. In tutti i casi, all’avantreno può essere inviato fino al 60% della coppia, variabile in base alle condizioni istantanee di aderenza. Nella parte più tortuosa del tracciato di Homestead emergono tutti i vantaggi delle 4WD: anche in uscita dalle curve più strette la motricità non viene mai messa in crisi, al punto che in pochi attimi si toccano velocità vertiginose.

Efficace. Quasi infallibile. Ma c’è un rovescio della medaglia: il lavoro della frizione Haldex che ripartisce elettronicamente la potenza limita la fluidità di guida. Si tratta di finezze, ma se si prendono come riferimento due agguerritissime concorrenti come Ferrari 458 Spider e Mclaren 12C Spider (per quanto di “categoria inferiore”, quella della Gallardo per capirci), allora la Aventador è meno godibile. Quando ci si avvicina al limite, le perdite di aderenza non sono altrettanto progressive, mentre qualche reazione sullo sterzo, generata dalla trazione anche sull’asse anteriore, non permette di instaurare un feeling totale con la vettura. Non solo, le risposte del pedale destro sono fin troppo brusche, al punto che ne esce parzialmente compromessa la fluidità di guida: quando si sfiora il gas in uscita di curva la “botta” è talmente violenta e improvvisa da alterare l’equilibrio della vettura. Così, se anche si vuole guidare in modo fluido, la brutalità della meccanica si mette di mezzo. Complice, in questo senso, è il cambio ISR, un robotizzato a 7 rapporti con frizione singola (Ferrari e McLaren – ma anche la cugina Audi R8… – montano dei doppia frizione) che in modalità Corsa lancia delle vere e proprie frustate.

Per gli amanti dei numeri, l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene completata in 3 secondi, mentre i 1.000 metri vengono divorati, con partenza da fermo, in 19,6 secondi. Lo 0-300 km/h? Una questione di 25,3 secondi. Finiti i turni in pista, ci aspetta ancora qualche km su strada. Gli stringenti controlli di velocità della polizia americana consigliano prudenza: sfruttiamo l’occasione per valutare il comfort. Selezionata la modalità Strada, ci mettiamo in viaggio a velocità di Codice, ma la natura della Lamborghini viene fuori in tutta la sua prepotenza.

Se le hyper-car della concorrenza sono state “addomesticate” e sfoggiano una fruibilità quasi da berlina, la Aventador si conferma poco accomodante sia per il cambio (soggetto a un “effetto elastico”) sia per l’assetto, molto fedele nel riprodurre le irregolarità dell’asfalto. Poco male, chi compra una Lamborghini si può sicuramente permettere anche la SUV per andare in montagna, l’ammiraglia per i viaggi di lavoro e la shooting brake (noblesse oblige) per andare sul green con gli amici.

Scheda Tecnica

MotoreV12, 6.498 cc
CO2370 g/km
Potenza700 CV @ 8.250 giri
Coppia690 Nm @ 5.500 giri
0-100 km/h3 secondi (dichiarati)
0-300 km/h25,3 secondi (dichiarati)
Velocità350 km/h
Prezzo363.000 €
In venditaadesso