Lamborghini Gallardo LP550-2

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L'unica auto del Toro a trazione posteriore

La Lamborghini Gallardo LP550-2 non è solo l’auto meno cara presente nei listini della Casa di Sant’Agata Bolognese ma anche l’unica dotata di trazione posteriore. Una supercar rivolta agli amanti del piacere di guida.

Caratteristiche principali

Rispetto alla Gallardo “tradizionale” (meglio conosciuta con il nome LP560-4) ha dieci cavalli in meno, è meno veloce e consuma più carburante.

Motore

Il 5.2 V10 da 550 CV e 540 Nm di coppia permette alla sportiva emiliana di raggiungere una velocità massima di 320 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi.

Lamborghini Gallardo LP550-2: tori liberati

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di Marco Coletto

Un viaggio di 1.100 km per celebrare i 50 anni della Casa di Sant'Agata Bolognese

Un paio di volanti della polizia ci passa accanto. A me e a Dean si gela il sangue nelle vene, cerchiamo di sembrare il più rilassati possibile anche se siamo parcheggiati con una Gallardo bianco ghiaccio in una zona pedonale vietatissima alle auto proprio davanti al Duomo di Milano. Per fortuna, visto che sono le 5.36 della mattina, le forze dell’ordine sono più preoccupate di andarsi a prendere un caffè che di fare una multa a due sprovveduti. E poi, ammettiamolo, con una Lamborghini non si può entrare praticamente dovunque in Italia? Non è un lasciapassare universale? Probabilmente sì, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Comunque nei prossimi giorni lo scopriremo…

L’anno prossimo la Lamborghini festeggerà i cinquant’anni dalla fondazione, cinquant’anni da quando Ferruccio Lamborghini, insoddisfatto dalla frizione della sua Ferrari e dalla risposta che ha ricevuto da Enzo quando gliel’ha fatto presente, ha deciso di mettersi in proprio. E così si festeggia. Come? Con un Grand Tour di trecento Lambo e relativi proprietari in giro per l’Italia, facendo tappa in location storiche, pernottando in hotel sontuosi e facendo rimbombare il sound apocalittico delle Lambo tra valli e montagne fino a passi montani storici. Naturalmente un programma del genere richiede un’organizzazione attenta, una perlustrazione delle strade e qualcuno di pesante… ops, volevo dire robusto, come Dean Smith per testare i letti dei vari alberghi. E questo è esattamente il motivo per cui ci troviamo qui oggi: per fare da cavie. Cavie di lusso, però, visto che siamo a bordo di una Lamborghini Gallardo LP550-2.

L’hotel nel centro di Milano dove abbiamo dormito stanotte era proprio un albergo da proprietari di Aventador, tutto uno sfavillare di colori brillanti e tessuti eleganti.

A completare il tutto c’era una facciata di vetri a specchio incorniciati di rosso che urlava la sua modernità tra i vecchi portici e gli edifici storici. Avrei dovuto provare tutte e quindici le versioni di sapone liquido messe a nostra disposizione nel bagno ma mi sono fermato ai primi due, uno ai fiori d’arancio e il secondo con un vago odore di dentifricio. Anzi, forse era proprio dentifricio…

Dopo aver fatto una foto ricordo davanti al Duomo ci lasciamo alle spalle gli edifici eleganti del centro e cerchiamo di uscire da Milano. È difficile muoversi in città con una Gallardo: chissà perché tra i palazzoni addormentati con le valvole dello scarico che si aprono a 4.000 giri fai fatica a passare inosservato. Ma non deve essere male come sveglia per gli abitanti della zona… o No? Prendiamo l’autostrada A1 in direzione di Piacenza, poi continuiamo per Bobbio, Genova e la costa tirrenica. La nebbia aleggia ancora in banchi spettrali sulle colline mentre percorriamo la SS45 lungo il corso del fiume Trebbia. È una parte d’Italia che non ho mai visto ed è molto diversa dalle pianure dell’Emilia Romagna e dalle morbide colline toscane.

Poco dopo Bobbio, nella cittadina di Marsaglia, giriamo a sinistra sulla SS586. Questa strada è più stretta (in alcuni punti le Diablo dovranno prendere bene la mira) e il paesaggio si fa più drammatico. Passiamo attraverso strette vallate ricoperte di alberi che si alternano a pareti di roccia a strapiombo. Siamo nel Parco Naturale Regionale dell’Aveto, lo stesso di cui Ernest Hemingway parlava come del «più bello di tutto il mondo». Sembra un mondo perduto, se sbucasse un Velociraptor da dietro una roccia non mi stupirei più di tanto.

Anche la Gallardo su cui ci troviamo è una specie di dinosauro, dotata com’è di tre pedali e il cambio manuale.

Ma per me questa supercar è anche una delle migliori e il cambio in particolare è assolutamente delizioso. A livello di sensibilità è molto vicino al manuale della Audi R8 ma il pomello di metallo liscio montato in cima alla leva le dà un tocco in più. Il mio passaggio preferito è dalla seconda alla terza, bisogna fare un po’ di forza per togliere la seconda, si sposta delicatamente la leva nella gabbia e poi la si spinge in avanti con decisione per infilare la marcia successiva. Se si riesce a fare tutto con un unico movimento si sente un suono sibilante come le lame di due spade che si incrociano. Non importa quanto siate veloci, le cambiate sono irrimediabilmente più lente dell’egear ma anche molto più soddisfacenti.

Alla fine, dopo una piccola pausa su un ponticello che sembra uscito da una favola e che è impossibile non immortalare, gli alberi iniziano a diradarsi man mano che ci avviciniamo alla costa verso Chiavari. L’autostrada è il modo migliore per raggiungere la nostra prossima destinazione e – viste le gallerie da cui è formata – anche per goderci il concerto del V10.

Siamo diretti a Forte dei Marmi, destinazione vacanziera della famiglia Agnelli e prima tappa del tour della Lamborghini. È la risposta italiana a Montecarlo, con abbastanza boutique da tenere impegnata per una settimana la moglie di un calciatore ma io e Dean non abbiamo abbastanza tempo (né bagagliaio) per fare shopping visto che abbiamo 24 ore per coprire i km di due giorni e arrivare a Roma entro sera.

L’itinerario del secondo giorno del tour celebrativo di Sant’Agata sarà la Toscana. Si fa una veloce deviazione per vedere Pisa prima di riportarsi sulla costa verso Castagneto Carducci.

Da qui la strada serpeggia nell’entroterra ed è così stretta che non serve nemmeno la linea di mezzeria. All’inizio, mentre la strada serpeggia tra boschi fittissimi sembra un posto totalmente inadatto a una supercar (anche se ha la piccola impronta a terra della Gallardo) ma non scoraggiatevi perché dopo Massa Marittima la strada si apre, il cielo riappare e ci si trova nella meravigliosa Toscana fatta di luci soffuse e colline morbide punteggiate di fattorie e cipressi. Ci sono rettilinei abbastanza lunghi per farci atterrare un aereo, una benedizione per la Gallardo che finalmente può sgranchirsi le gambe. Probabilmente c’è abbastanza spazio per toccare il limitatore a 320 km/h ma la superficie è così corrugata e piena di saliscendi che mi fermo a 240.

Quando il sole tramonta puntiamo a sud verso Grosseto e poi verso la nostra meta della giornata, Roma, che ci dà il benvenuto con un temporale. Il navigatore ci fa passare davanti al Vaticano e fin sopra uno dei sette colli, depositandoci davanti all’ingresso del Westin Excelsior poco dopo le dieci di sera. Ci sentiamo un po’ a disagio, la nostra mise chiaramente non è all’altezza: a vederci sembriamo due autostoppisti che hanno rubato una supercar e cercano di passare la notte di straforo in un hotel di lusso. Ci manca solo un bastardino con una corda al posto del guinzaglio…

Dopo una pizza e una dormita facciamo i bagagli, passiamo accanto al Colosseo e puntiamo verso nord mentre il traffico pian piano aumenta. A bassa velocità la guida della 550-2 è fermissima, una caratteristica che emerge ancora più nettamente grazie ai sampietrini di cui sono pavimentate molte strade delle maggiori città italiane (chissà perché non l’avevo mai notato prima).

Incredibilmente, nonostante tutte le mie preoccupazioni, il muso della Gallardo non sembra mai in procinto di avere un incontro ravvicinato con i dossi come invece succede alle Ferrari. Gli ammortizzatori passivi hanno un set up ultrarigido e la guida si fa vivace quando si aumenta il ritmo, mentre le molle rigide trasmettono una sicurezza e una fiducia che ti permette di affidarti totalmente a loro nelle curve sapendo che non ti tradiranno mai.

Seguiamo la SS2 verso Monterosi, la SP1 verso Viterbo e poi la SS71 verso Orvieto, in Umbria. La sezione finale di questa tappa ha tutta una serie di tornantini che si snodano verso valle con una vista fantastica su Orvieto in lontananza, dominata dall’incredibile facciata gotica del suo duomo. È un panorama troppo bello per lasciarselo sfuggire. Così, dopo qualche foto spettacolare, concludiamo in bellezza con una colazione a base di caffè e gelato (una pallina di panna cotta e una di Kinder per me, Dean invece sceglie gusti più tradizionali).

Un vecchietto con un viso avvizzito e cotto dal sole, solcato da 80 anni di emozioni sorride sbucando da una vigna a bordo della strada. Sicuramente ci ha sentito arrivare da lontano visto che la SS71 a nord di Orvieto è ottima per strapazzare la Gallardo. Ed è destinata a migliorare sempre di più. È larga e in salita, ha molte belle contropendenze e curve perfette che ti permettono di costruire un buon ritmo.

Lo sterzo della Gallardo a trazione posteriore è più trasparente e comunicativo di quello della trazione integrale ma ha comunque una certa sostanza (lo si nota in particolare quando si tiene il volante solo con la sinistra mentre la destra è impegnata a cambiare marcia). Il peso si sente nettamente in ingresso di curva, poi scompare per ritornare più in là nella curva.

La superficie stradale ha più rughe del vecchietto di poco fa ed è così rotta e rattoppata che in alcuni punti le Pirelli Corsa perdono trazione molto prima del previsto.

Se si apre decisi il gas in uscita di curva ci sono tre possibilità: le gomme si aggrappano alla contropendenza della strada e ti sparano fuori; le ruote pattinano sull’asfalto sconnesso ma non abbastanza per far partire di netto il posteriore o richiedere una correzione in controsterzo, anche se ci si può godere il mini traverso finché la superficie non ritorna decente; ci si gode un fantastico traverso vecchio stile. E via così lungo tutta la salita, con il sole nel cielo e il sorriso sulla faccia. Adesso capisco perché quando si è ritirato dagli affari Ferruccio è venuto qui in Umbria.

Il resto del giorno lo passiamo evitando l’autostrada e scorrazzando in giro per la campagna tra Arezzo e Borgo San Lorenzo, passiamo accanto alla pista del Mugello, saliamo sul Passo del Giogo, superiamo Firenzuola, ci arrampichiamo sul celebre Passo della Futa e della Raticosa fino ad arrivare a Bologna, dove ci aspetta una lussuosa stanza al Grand Hotel Majestic. La città turrita è il posto migliore in cui concludere la giornata, non solo perché qui Lamborghini ha studiato ma anche perché vi è stato sepolto alla sua morte nel 1993, quasi vent’anni dopo aver ceduto le redini della sua azienda.

Il mattino dopo facciamo una piccola deviazione lungo la strada per Sant’Agata per andare a visitare il luogo dove è nato. Il piccolo paese di Renazzo è vicino a Cento, poco a nord dello stabilimento Lamborghini. Qui ci sono una via e una piazza intitolate a Ferruccio: nella prima c’è un trattore d’epoca – ovviamente Lamborghini – e nella seconda una statua dal sapore leggermente futurista con un toro e il cofano di una Miura. Poche centinaia di metri dopo, lungo quella che immagino fosse la strada che Ferruccio ogni giorno faceva per andare al lavoro, c’è la meta del Grand Tour Lamborghini che si svolgerà a maggio del prossimo anno.

Guidare una supercar in Italia è una delle cose migliori al mondo per chiunque abbia anche solo un vago amore per le auto.

Purtroppo al giorno d’oggi è difficile vedere in Italia macchine con più di qualche manciata di CV. A parte un’occasionale Fiat 500 originale, abbiamo visto ben poche auto interessanti: con il superbollo le supercar e le auto esotiche più potenti stanno diventando sempre più rare. Quindi non riesco proprio a immaginare come dev’essere vedere tutte insieme trecento Lamborghini. Pensate al sound apocalittico di una Miura che segue una Murciélago che segue una Diablo GT nelle gallerie di Forte dei Marmi e alla vista mozzafiato quando si raduneranno tutte a Roma. Che meraviglia!

Scheda Tecnica

MotoreV10, 5.204 cc
Potenza550 CV @ 8.000 giri
Coppia540 Nm @ 6.500 giri
Trasmissionecambio a 6 marce manuale, trazione posteriore, diff. a slittamento limitato
Sospensioni anterioridoppi bracci, molle elicoidali, barra antirollio
Sospensioni posterioridoppi bracci, molle elicoidali, barra antirollio
Frenidischi autoventilati da 365 mm ant., e 356 mm post., ABS, ASR, ABD
Cerchi8,5 x 19" ant., 11 x 19" post.
Pneumatici235/35 ZR19 ant., 295/30 ZR19 post.
Peso1.380 kg
Potenza-peso398,6 CV/tonnellata
0-100 km/h3,9 secondi (dichiarati)
Velocità320 km/h (dichiarata)
Prezzo168.000 euro
In venditaadesso