Legendary Cars: Pagani Zonda

Smartworld
di Francesco Neri

Sono passati poco più di sedici anni dalla nascita della Pagani Zonda, ma la fama che quest’auto si è costruita in così poco tempo la dice lunga sulla bontà del prodotto

Nessuno avrebbe immaginato che un piccolo imprenditore che lavorava in Lamborghini, Horacio Pagani, potesse mettere in piedi un’azienda a Modena e crescere così tanto nel giro di così poco tempo. La Prima vettura fu presentata alla stampa nel 1999, tutti rimasero colpiti dalle sue qualità dinamiche e dal suo aspetto da navicella spaziale.

I primi progetti della Zonda risalgono ai primi Anni Novanta quando Horacio Pagani, pupillo di Fangio di origini argentine dal passato in Lamborghini, decide di fondare la Pagani Composite Research e la Modena Design. Il progetto iniziale della Zonda  era denominato C8, ma Pagani lo presentò alla AMG con il nome di Fangio. In questo modo ottenne dalla Mercedes-AMG la fornitura dei motori V12.
Nel 1999, in occasione del Salone di Ginevra, il prototipo ricevette il nome definitivo di Zonda, un vento che soffia nelle pampas argentine.

Zonda C12, la capostipite

La prima versione della Zonda montava un V12 6.0 litri da 394 CV e 5.200 giri/min che le permetteva di passare da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi e di raggiungere i 320 km/h.
Della prima C12 ne furono venduti solo tre dei cinque esemplari prodotti, ad un prezzo di circa 320.000 dollari. Dei due restanti uno venne riservato ai crash test (che crimine) e uno divenne la vettura di esposizione. Attualmente ne è rimasto in circolazione solamente uno, l’esemplare N. 3.

Horacio, inoltre, possiede un esemplare che è stato perfezionato e aggiornato negli anni, il “prototipo 2”, su cui sono stati montati tutti i nuovi componenti e le più recente modifiche. Questo esemplare ha percorso più di un milione di chilometri dal 1999 ad oggi.

La seconda versione della Zonda è forse la più famosa di tutte: la C12 S. Questo modello montava una versione più grande del V12 AMG, con una cilindrata di 7.3 litri e 550 CV che diventavano 600 nella versione F e 650 nella versione F Clubsport.

Il V12 aspirato è una forza della natura: gli oltre 700 Nm di coppia associati ad una vettura così leggera rendono l’utilizzo del cambio praticamente superfluo.

Il segreto del successo

Poche altre vetture si sono costruite così in fretta una reputazione e un successo tali. La vettura di Horacio Pagani ci è riuscita molto bene, ma la sua fama è meritata. La C12 è frutto di un lavoro maniacale, sia tecnico che estetico. Il peso piuma (circa 1.200 kg) è frutto di una scelta accurata dei materiali e di un ampio utilizzo della fibra di carbonio, mentre l’abitacolo è rifinito in modo sublime: la strumentazione è stata progettata da orologiai svizzeri, la leva del cambio è più simile ad una scultura e ogni singola vite è firmata Pagani.

L’abitacolo, al contrario di quello delle altre supercar, è arioso e luminoso e la vettura risulta estremamente docile anche su strada. L’aspetto da vettura di competizione anni ’90, poi, la rende semplicemente strabiliante.
Come ormai è sempre più comune nella nostra era, la Zonda si è fatta un nome anche grazie al celebre videogioco Gran Turismo 3, racing game che ha anche reso famosa la Nissan Skyline oltre oceano.

I modelli speciali

Nonostante gli esemplari totali delle Zonda siano solo 38, sono stati prodotte un sacco di versioni speciali. Tra i più famosi troviamo la Zonda Cinque e la Zonda R, e la Zonda 760 RS.