Fuoristrada: La recensione di Life is Strange

Smartworld
di Stefano Valente

Un team francese ridefinisce il confine tra serie tv e videogiochi

Dopo la scorpacciata di blockbusters natalizi, gennaio è tradizionalmente il mese dedicato al recupero di qualche gioco particolare che ci era sfuggito (come Farming Simulator 2015) oppure è l’occasione perfetta per sperimentare nuove esperienze, come ad esempio questo primo episodio di Life is Strange.

Videogiochi come serie tv

I videogiochi con una struttura ed episodi stanno ormai spopolando: il merito è in gran parte dei Telltale Games, uno studio che sfruttando alcuni nomi famosi (come le serie tv di The Walking Dead e Game of Thrones, ma anche fumetti come Fables) hanno reso abbastanza popolare questa formula, tanto da convincere Capcom a rilasciare il prossimo Resident Evil sempre con questa struttura. 

La maturazione dei Dontnod

L’effetto principale che un videogioco ad episodi ottiene è proprio quello di sembrare una serie tv e è esattamente così che si presenta Life is Strange, il secondo progetto dei francesi Dontnod, il cui primo gioco (Remember Me) fu accolto con una considerevole curiosità. Remember Me ha messo in luce diversi pregi del team, tra cui la qualità della trama, della caratterizzazione dei personaggi e dello sviluppo degli eventi.

Life is Strange si scrolla di dosso un sistema di combattimento ritenuto ripetitivo e riduce all’osso la classe del team francese, per proporre quella che è a tutti gli effetti un’avventura grafica che però come genere assume sempre più i connotati di una serie tv interattiva.
Il primo episodio di Life is Strange si chiama Chrysalis ed è fondamentalmente un’introduzione al mondo di Max e Chloe, le due protagoniste, che dopo molti anni si rincontrano in un momento cruciale della loro vita. 

Vita da hipster

Max è una studentessa di fotografia in un college dove vige un’atmosfera a dir poco hipster che avvolge l’intera produzione dei Dontnod. Durante una lezione si addormenta e al suo risveglio (dopo un incubo burrascoso) si ritrova con una particolare abilità: riavvolgere il tempo.

Questo le darà la possibilità di rivivere alcuni momenti della suo giornata, più o meno importanti: se inizialmente sfrutterà il potere per rispondere bene ad una domanda del professore, presto arriverà il momento in cui ci sarà in ballo la vita dell’amica ritrovata, Chloe.

La storia di due amiche

Max e Chloe sono l’una l’opposta dell’altra e pertanto sono anche in qualche modo complementari, tanto da essere in grado si salvarsi la pelle a vicenda nelle tre ore che impiegherete per completare l’episodio. Gli altri personaggi che compaiono in Life is Strange sono ben caratterizzati anche se non proprio innovativi: troverete la classica ragazza acida e viziata, la disadattata, il nerd, il violento e così via. Il tutto però si incastra perfettamente in un sapiente dosaggio di dialoghi nei quali dovrete soltanto prendere decisioni e fasi esplorative in cui dovrete indagare l’ambiente circostante alla ricerca della soluzione per proseguire. 

The Butterfly Effect

Spesso il potere di riavvolgere il tempo vi servirà anche in queste fasi, divenendo una vera e propria meccanica di gioco e non solo un elemento per ampliare le possibilità di scelta dei dialoghi. Anche in questo caso poi l’esito non è scontato: Max commenterà spesso l’esito delle sue scelte, ma non le è dato di guardare nel futuro, quindi anche quando commenta positivamente una scelta fatta non è detto che sarà quella più vantaggiosa per lei in futuro, anche se questo elemento potrà essere valutato con più attenzione solo nei prossimi episodi dove potremo osservare le conseguenze. Spesso il gioco spinge quindi il giocatore a provare tutte le opzioni possibili per poi far scegliere quella che ritengono più opportuna e per valorizzare così il lavoro svolto dal team. 

I dettagli che fanno la differenza 

In una produzione del genere sono determinanti i dettagli e Life is Strange mostra una cura impressionante da questo punto di vista: la caratterizzazione degli ambienti e dell’atmosfera è impeccabile, anche grazie ad una resa grafica assolutamente valida soprattutto grazie all’uso sapiente dell’illuminazione. Immancabile anche tutta quella mole di citazioni che ci si aspetta da una produzione del genere ed ecco quindi comparire riferimenti a Shining e (tra i tanti) all’orribile film di Final Fantasy (su cui gli sviluppatori scherzano, visto che il gioco è prodotto da Square Enix). 

La quantità di carne messa al fuoco dal primo episodio di Life is Strange in sole tre ore è impressionante: essendo un gioco che vive interamente della sua trama, non vi facciamo alcun spoiler, ma sappiate che Max si troverà a dover salvare se stessa, l’amica, una ragazza scomparsa e un’intera città prima ancora che abbia la possibilità di accorgersene.

Il tutto è poi condito con delle buone tematiche (come abusi, droga e paranoia) trattate con una regia degna dei migliori film hollywoodiani.

A voi la scelta

Per provare Life in Strange avrete diverse opzioni: se vi è bastata questa recensione per convincervi potrete portarvi a casa tutti e cinque gli episodi per 19.99€ (che usciranno ogni sei settimane circa). Se volete prendere solo il primo potrete farlo per 4.99€ e poi prendere un pacchetto che comprende dal 2 al 5 a 16.99€ (risparmiando quindi sempre qualcosa) oppure continuare a comprarli singolarmente. Infine è disponibile anche una demo gratuita del primo episodio, ma vi sfido a voler vedere come termina questa splendida avventura.