PER UN PURISTA dei motori la Lotus Elise S Club Racer è roba forte. Tanto per cominciare è una Elise e in quanto tale è una delle sportive più curate e perfezionate al mondo. Essendo una S, poi, ha il compressore che garantisce potenza più che sufficiente e tanta coppia facilmente accessibile per sorpassi da record. Se a tutto questo aggiungiamo il fascino della Club Racer che rende ancora più leggera e spartana un’auto già ridotta all’osso di suo, è impossibile non innamorarsene. È una macchina che tutti in qualche modo ci aspettavamo, perché la Club Racer originale, con il motore aspirato, fa tante promesse ma poi non riesce a mantenerle: il suo 1.6 è docile ma non abbastanza grintoso. E adesso finalmente questa versione Club Racer della più potente Elise S dovrebbe esaudire tutte le promesse mancate.
La S Club Racer pesa 15 kg meno della Elise S standard. Tutto merito dell’assenza dello stereo (4 kg), dell’insonorizzazione, dei tappetini (4,5 kg) e del tetto (5,9 kg). Volendo, si può togliere anche l’airbag opzionale, così i kg in meno passano a 19 (e anche il prezzo scende di conseguenza). I più puristi possono risparmiare altri kg preziosi eliminando i cerchi in lega (1,5 kg), sostituendo la batteria con una più leggera, il filtro dell’aria con uno in carbonio e montando uno scarico sportivo, che però è solo per la pista. Se siete maniaci del risparmio del peso potete scendere di altri 0,06 kg montando uno stemma più leggero sul cofano!
La livrea color blu laser e i cerchi neri satinati sottolineano ancora meglio la già affascinante linea della Elise, facendoti sorridere prima ancora di guidarla. I sedili in plastica blu con pochissima imbottitura fanno capire subito che questa macchina prende molto seriamente la questione del risparmio di peso.
Ma quando ti siedi è più confortevole di quanto non sembri. Ovviamente per essere scomoda è sempre scomoda, ma una volta che hai scavalcato il battitacco e ti sei infilato nella struttura di alluminio saldato, ti sei seduto e hai allacciato le cinture, ti senti parte integrante della macchina.
Il legame con l’auto è rafforzato dal ruolo del guidatore nel farla andare forte. Tanto per cominciare ci sono il pedale della frizione e la leva del cambio che, per chi non fosse più abituato alla loro presenza e non ricordasse a che cosa servono, ti obbligano a cambiare marcia premendo il pedale con il piede sinistro, muovendo la leva del cambio e infine togliendo il piede dal pedale. Se avete una gamba sinistra rachitica e dita muscolosissime a forza di usare i paddle la S Club Racer non fa per voi. Lo sterzo – da sempre protagonista sulla Lotus – non è assistito e per manovrarlo a bassa velocità serve una certa forza. Ma quando si aumenta il ritmo le cose migliorano e anche se lo sterzo rimane abbastanza sostanzioso e fisico per trasmettere qualsiasi input basta flettere leggermente i polsi.
Con quel nome e l’ossessione per il peso, è evidente che la Club Racer è un’auto pensata innanzitutto per la pista, ma essendo basata sulla Elise S standard è anche un’ottima sportiva stradale. Con 220 CV e 250 Nm di coppia a muovere un peso poco superiore agli 850 kg, le prestazioni sono ottime. È una macchina che rasenta la perfezione e non solo perché riesci a divertirti senza rischiare di farti ritirare la patente. Il Toyota 1.8 con compressore unisce una notevole coppia ai bassi e ai medi con una vorace fame di giri. Anche il sound è fantastico, i fischi del compressore si sentono quel tanto che basta ma senza dominare la colonna sonora.
Lo scarico, poi, scoppietta piacevolmente.
Man mano che l’Elise si è evoluta, le sospensioni sono diventate sempre più rigide e le gomme più larghe, perlomeno al posteriore. Sulla Elise S questo genera uno stile di guida più aggressivo, tantissimo grip e un controllo estremo sulla vettura. La morbidezza per la quale la Elise è tanto nota e amata rimane, lo sterzo è molto più sensibile e ti comunica anche le più piccole variazioni della superficie e della pendenza ma senza bombardarti di informazioni inutili. Il grip è notevole, quindi bisogna spingere parecchio per far perdere aderenza all’anteriore o al posteriore, però sai benissimo quando succede perché l’auto ti comunica esattamente che cosa sta facendo.
Sull’asciutto il traction control non serve, sul bagnato invece è abbastanza utile. A livello di equilibrio la S Club Racer è risolutamente neutrale a qualsiasi velocità la si lanci nelle curve. È incredibile esplorare le sue doti e avvicinarsi sempre di più a quello che credi sia il limite e poi scoprire che è molto più in là. I freni ispirano tantissima fiducia e la corsa iniziale non è più così insensibile come sui precedenti modelli S2, dove minava la tua sicurezza e rendeva meno chiare le scalate con il tacco-punta. A tetto scoperto capisci che le stai tirando il collo quando l’abitacolo si riempie dell’odore inconfondibile delle gomme bollenti. Questa macchina coinvolge tutti i tuoi sensi.
La Club Racer è una gran macchina, su questo non c’è dubbio. Ma la domanda è: i kg in meno si sentono? È difficile rispondere. Sono sicuro che se scendete da una Elise S e subito dopo salite su una Club Racer con l’equipaggiamento al minimo lo notate subito.
L’esemplare che abbiamo in prova però non è totalmente ridotto all’osso, avendo lo stereo e il tetto, oltre allo scarico e al filtro dell’aria entrambi standard. Sembra assurdo avere una Club Racer e poi appesantirla così ma la verità è che con lei scegliere che cosa mettere e che cosa togliere è una questione di equilibrio: puoi togliere tutto e ottenere una macchina leggerissima che però finisce per scendere a troppi compromessi e non essere piacevole da guidare su strada.
Ma visto che l’essenza della Club Racer è la leggerezza, questo non è un controsenso? No perché, come spesso succede con le auto di questo genere, quello che più importa è il fatto di poter essere tu a scegliere. Sappiamo tutti che ridurre il peso è la soluzione purista per migliorare le prestazioni e che ogni kg risparmiato è stato sudato. Questo approccio dà all’auto in questione un’aura speciale, un’aura che ha anche la Club Racer. Ma sei tu a dover scegliere. Tirando le somme, questa Elise è coinvolgente, capace e affascinante. E riafferma anche tutto quello che la Lotus è sempre stata, il che non è certo un male dopo le follie degli anni passati. Ci piace.