ACI: ecco il decalogo per risparmiare 26,8 miliardi di euro sui costi dell’auto

Smartworld
di Marina Fanara

Un manifesto ai futuri candidati al Governo: dieci proposte che potrebbero far risparmiare agli italiani 28,6 miliardi di euro l'anno

Ben 26,8 miliardi di euro. Una montagna di soldi che potrebbero rimanere nelle tasche degli oltre 34 milioni di automobilisti italiani, se fossero attuati, senza alcun esborso da parte dello Stato, i dieci interventi proposti dall’Aci.

Di queste proposte l’Automobile Club d’Italia ne ha fatto un manifesto da sottoporre ai candidati premier di questa tornata elettorale, in difesa di milioni e milioni di elettori-automobilisti che, attraverso l’uso dell’auto, sono sempre più “spremuti come limoni“.

Perché quello che più sconcerta in questo periodo di campagna elettorale, ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, il presidente Aci, è che “la politica guarda solo all’Imu, dimenticando la mole di imposte sulla mobilità.

Le cifre? Tra caro-carburante, caro-assicurazioni, bollo, superbollo e via discorrendo, le famiglie sono costrette a sborsare 60 miliardi di euro l’anno.

Auto: ormai è un lusso

L’Aci ha calcolato che solo nel 2012 l’auto è costata 3.500 euro a famiglia, il 4,5% in più rispetto al 2011.

Attraverso gli interventi proposti, ha sottolineato il presidente, si potrebbe ridurre questa spesa del 20%, con un risparmio di 700 euro l’anno a famiglia.

Ecco perché è necessario intervenire al più presto: a causa della crisi e dell’aumento dei costi, sono sempre di più gli automobilisti costretti a lasciare la macchina sotto casa.

“Gli indicatori di mercato per le quattro ruote sono negativi da troppo tempo – ha sottolineato Sticchi Damiani – e il 52% degli italiani dichiara che non cambierà auto fino al 2016, a scapito anche dell’ambiente e della sicurezza stradale (oltre 4 milioni di veicoli hanno più di 20 anni di età e il numero è aumentato del 64% dal 2005). Senza una strategia  governativa il comparto non sopravvivrà: nell’ultimo anno hanno chiuso 350 concessionari e oltre 10.000 sono i posti di lavoro tuttora a rischio”.

Serve un Codice dei conducenti

Il Codice della Strada – che dalla sua prima stesura ha subito oltre 20 aggiornamenti – conta 245 articoli e numerosi richiami, con un regolamento di attuazione di 408 articoli e 19 appendici: una giungla normativa che gli italiani ignorano giudicandola “troppo tecnica” e “confusa”.

Secondo l’Aci serve un nuovo Codice dei Conducenti: 50 articoli “chiari” sui comportamenti degli utenti della strada.

Le disposizioni sulle caratteristiche dei veicoli e delle infrastrutture stradali devono essere contenute in uno specifico regolamento tecnico.

La patente “a livelli”

Gli incidenti sono ancora troppi e a rimetterci le penne sono soprattutto i giovani.

Per questo l’Aci chiede come già avviene per le moto, una gradualità per la guida di automobili più potenti, attraverso un percorso propedeutico, che assicuri ai neopatentati la più idonea formazione nel tempo di un bagaglio di esperienza e responsabilità, con l’obbligo di un corso di guida sicura e di un esame pratico per guidare un’auto più potente.

Punti da recuperare? Esame obbligatorio

Il recupero dei punti patente è oggi una formalità burocratica priva di valore formativo, che gli italiani pagano in termini di soldi (almeno 180 euro) e di tempo.

La proposta è: obbligo di frequentare un corso di guida sicura per i conducenti responsabili di infrazioni gravi o di sinistri mortali, con un esame teorico e pratico alla fine del corso.

Via il superbollo

Il superbollo per le auto potenti ha ucciso il mercato delle auto sportive.

La fuga verso l’estero di veicoli di gran pregio ha compromesso il patrimonio automobilistico nazionale e ha penalizzato l’Erario, che ha incassato il 20% meno delle attese.

AcI chiede l’abolizione del superbollo e la riforma della tassa di possesso.

Che va calcolato in base alle emissioni di CO2, anche per favorire lo svecchiamento del parco auto circolante.

Benzina e gasolio: interventi su accise e Iva

Il carburante è la prima voce di spesa per gli automobilisti (1.640 euro ogni anno), più che raddoppiata in 20 anni (in particolare +25% nell’ultimo biennio).

Su benzina e diesel grava una lunga serie di accise che insieme all’Iva assicurano all’Erario oltre 32,5 miliardi di euro.

Aci chiede la rimodulazione delle accise sui carburanti e un efficace sistema di sterilizzazione dell’Iva per compensare i rialzi del  petrolio.

Riforma Rca auto: meno costi e meno frodi

L’assicurazione è la seconda voce di spesa degli automobilisti (740 euro l’anno). In particolare, dal 1990 a oggi, il prezzo delle polizze è cresciuto del 150%, mentre le imposte sono lievitate di quasi sei volte (da 700 milioni a oltre 4 miliardi di euro).

In più, oltre 4 milioni di veicoli circolano senza assicurazione con un danno per le Compagnie di quasi 2 miliardi di euro che, a sua volta, si ripercuote sui conducenti onesti.

ACI chiede la riforma della Rcauto secondo il progetto di legge presentato dall’Automobile Club d’Italia al Governo Monti.

Progetto che prevede interventi contro le frodi assicurative e per razionalizzare il sistema dei rimborsi. Si potrebbe così ridurre il costo delle polizze fino al 40%.

I soldi delle multe alla sicurezza

Nel 2012 gli automobilisti hanno speso oltre 2,5 miliardi di euro in multe. La legge stabilisce che il 50% dei proventi sia destinato alla sicurezza stradale, ma è difficile verificare dai bilanci dei Comuni che ciò avvenga realmente.

Per questo l’Aci chiede sanzioni agli Enti locali inadempienti e più rigorosi sistemi di controllo.

I proventi delle contravvenzioni devono essere esclusi dal Patto di Stabilità, perché destinati ad investimenti per la sicurezza stradale e non a spese correnti delle Amministrazioni.

Basta mezzi pubblici da Medioevo

Il nostro sistema di trasporto pubblico è obsoleto e inefficiente e i suoi ricavi coprono appena il 30% dei costi.

L’età media dei bus è di 10 anni, a scapito dell’ambiente, della  sicurezza stradale e del comfort dei passeggeri.

Le carenze del  trasporto pubblico locale costano: per muoversi in città gli italiani  spendono 1.500 euro in più rispetto agli altri europei.

Aci chiede la definizione di un Testo Unico per il TPL che  regolarizzi la normativa, risolva incertezze e contraddizioni nazionali e locali, favorisca la concorrenza e avvii uno stabile percorso di  riforme.

Smart city e trasporti intelligenti

Gli italiani sprecano un terzo del tempo trascorso in auto nella morsa del traffico. E il Paese, proprio a causa della congestione stradale, paga oltre 5 miliardi di euro.

L’infomobilità è la soluzione più efficace per le nostre città, in grado di razionalizzare i sistemi urbani di trasporto, riducendo del  30% gli incidenti stradali e del 15% il traffico veicolare.

Aci chiede una legge che preveda un sistema di infomobilità integrato a livello locale, per dare ai cittadini e alle imprese la possibilità di compiere scelte di mobilità efficienti e sostenibili.

Cabina di regia per la mobilità

Sulla mobilità ognuno decide per conto suo. E spesso l’automobilista si trova a dover rispettare regole che cambiano da un paese all’altro, proprio perché Regioni e Comuni deliberano senza sinergie sul territorio.

Succede così che vengono imposte inutili limitazioni alla circolazione sotto l’egida della salvaguardia ambientale o che singole Amministrazioni investono in semafori, altre in rifacimento di incroci ed altre ancora su nuove rotatorie.

Perfino le Polizie locali hanno modus operandi molto diversi: gli  automobilisti spendono 225 euro in multe ad Ancona e appena 7 a L’Aquila.

Aci chiede l’istituzione di una Cabina di regia della Mobilità, supportata dall’Authority dei Trasporti già in fase di costituzione, che orienti in modo uniforme le scelte nazionali e locali sulla mobilità, indirizzando al meglio le risorse disponibili.