Maserati Ghibli: tedesche tremate

Smartworld
di Adriano Tosi

Tedesche tremate

Comfort Assorbimento e silenziosità sono al top del segmento. In linea con le rivali l’abitabilità.
Costi Il prezzo è allineato a quello della concorrenza tedesca. Stesso discorso per i consumi.
Piacere di guida Maserati autentica, la Ghibli coniuga prestazioni al vertice e divertimento.
Ambiente Anche in questo caso, la Ghibli non si discosta molto dalle tedesche. Con un 3.0 non può fare miracoli.

Bella è un aggettivo che non andrebbe mai usato per descrivere un’auto.

Salvo rare, rarissime eccezioni.

Ci si può sbilanciare, per esempio, quando l’apprezzamento è unanime.

La Ghibli rientra in questa categoria. è grande e grossa, eppure sembra compatta.

Ha un muso quasi accigliato, che tuttavia riesce a condensare aggressività ed eleganza da qualsiasi prospettiva.

Per non parlare del profilo della fiancata, che parte basso e, in un crescendo di “muscoli” che scolpiscono le lamiere attorno ai passaruota, giunge alla coda, alta e raccolta.

Quasi sfuggente, per trasmettere dinamismo e voglia di guidare.

Già, una Maserati, anche se berlina, deve saper divertire e coinvolgere il guidatore e i suoi passeggeri: l’ultima nata del Tridente tiene fede a questa mission già alla messa in moto.

Questione di sound.

Anche se diesel, la Ghibli solletica le fantasie di chi è a bordo e di chi sta fuori grazie a due dispositivi simili a megafoni, in grado di prendere il meglio delle note emesse dal V6 di tre litri, amplificarle e far sembrare che sotto il cofano pulsi nientemeno che un V8 a benzina.

Passando ai fatti, tutto si direbbe, ma non che la Ghibli pesi la bellezza di 1.835 kg.

Pronta nei cambi di direzione, in curva trova con immediatezza l’appoggio sulle ruote esterne e offre un grip notevolissimo.

Complice anche lo sterzo rapido, bastano pochi movimenti di braccia per mettere le ruote dove si desidera.

Peccato solo che il feeling sia limitato da una servoassistenza troppo presente.

Molto efficace la motricità: 600 Nm di coppia a 2.000 giri sono un’enormità, ma il retrotreno a 5 bracci li sfrutta quasi tutti.

Gli eventuali eccessi vengono gestiti dal differenziale posteriore autobloccante di tipo meccanico, che trasferisce coppia alla ruota esterna, migliorando la velocità d’uscita.

Su tutto vigila l’ESP, che in modalità Sport lascia un po’ più di margine di controllo al guidatore.

Il comfort è all’altezza delle aspettative di chi percorre molti chilometri all’anno?

La risposta è affermativa.

Non solo la Ghibli è ben insonorizzata, grazie anche all’accuratezza dello studio aerodinamico, ma assorbe le irregolarità alla perfezione.

Le singole buche più pronunciate non generano scossoni (tipici delle auto con pneumatici ribassati) e negli avvallamenti non si ondeggia mai.

Quanto all’abitabilità, quattro persone alte non incontrano ostacoli di nessun genere, mentre il quinto posto (poco utilizzato su vetture di questo genere) è davvero sacrificato.

Non convince, invece, la qualità.

I passi avanti rispetto al passato sono evidenti, ma assemblaggio e componentistica non sono al livello della concorrenza.

Le tolleranze tra un pannello e l’altro sono più alte rispetto ad Audi, BMW e Mercedes e il navigatore (per quanto dotato di touch screen formato XXL) non è aggiornatissimo nella grafica e nella logica di funzionamento.

Inoltre, non sono per il momento disponibili i sistemi di ausilio alla guida.

Scheda Tecnica

N. cilindri/cilindrata 6/2.987 cc
Potenza 202 kW/275 CV a 4.000 giri
Coppia 600 Nm a 2.000 giri
Cambio automatico a 8 rapporti
Trazione posteriore
Velocità max 250 km/h
Acc. 0-100 km/h 6,3 secondi
Consumo misto 16,7 km/l
Emissioni CO2 158 g/km
Dimensioni 4,97/1,95/1,46 m
Bagagliaio 500 dm3
Bollo 926,95 euro