Mercedes SLK AMG: la più tosta della classe

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Mercedes SLK AMG: la più tosta della classe

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di Adriano Tosi

Comfort Anche ad alta velocità non ci sono vortici d’aria e l’assetto non è troppo severo.
Costi Il prezzo è elevato e può crescere esponenzialmente con la nutrita lista optional. Dotazione ok.
Piacere di guida Appagante e precisa, è supportata da un motore portentoso. Handling Package per i più esigenti.
Ambiente Dati cavalli e cilindrata, 195 g/km di CO2 costituiscono un valore di riferimento assoluto.

Downsizing on demand. Anche i V8 tra i più cattivi mai concepiti, quelli firmati AMG, devono scendere a compromessi. Al punto di vedersi costretti a decurtare metà del proprio repertorio e viaggiare – a regimi compresi tra 800 e 3.600 giri e a gas parzializzato – con 4 cilindri invece di 8. Fortunatamente ad Affalterbach hanno fatto le cose per bene: il passaggio (da 4 a 8 e viceversa) è praticamente inavvertibile e solo prestando particolare attenzione è possibile avvertire un cambio di timbro da parte del propulsore.

Se poi si pensa che tale soluzione, insieme all’adozione dello stop&start, consente di tagliare i consumi e le emissioni di CO2 del 30%, non può che essere la benvenuta. Ora la SLK si accontenta di un litro di benzina ogni 11,9 chilometri, emettendo solo 195 g/ km di anidride carbonica. La nostra presa di contatto con la SLK AMG comincia così: la Mercedes tiene particolarmente a rimarcare la sostenibilità delle sue vetture, anche se sportive.

Segno dei tempi. Una volta premuto il pulsante di avviamento, però, ecco che molti tasselli riprendono il proprio posto nel mosaico delle convenzioni automobilistiche. Primo fra tutti: i quattro scarichi AMG non hanno perso nulla della loro vocalità, fin dal minimo. Il V8 della SLK è il 5.5 di ultima generazione, privato però delle due turbine. Con i suoi 422 CV e 540 Nm di coppia, del resto, non aveva bisogno di ricorrere al doping. Soprattutto perché la roadster pesa 1.610 kg, contro gli oltre 2.000 di alcune sorelle AMG più grandi.

La vettura risponde con impeto ai movimenti dell’acceleratore, da 2.000 giri fino al limitatore, tarato intorno ai 7.000. Ma il bello viene nelle curve e si chiama Direct Steering: si tratta del rapporto di demoltiplicazione variabile, che rende sempre più diretto lo sterzo all’aumentare dell’angolo del volante.

Tradotto: nel misto la SLK punta con rapidità verso il centro della curva, offrendo peraltro un feedback molto preciso al guidatore. Quanto all’assetto, i tedeschi hanno preferito non esagerare:

la taratura di base è un compromesso fra comfort e agilità, il rollio è limitato e solo spingendo al limite si avverte un certo coricamento della scocca. Per gli incontentabili esiste l’Handlig Package (4.641 euro): taratura delle sospensioni per la pista, freni anteriori specifici e differenziale autobloccante.

Roadster significa anche, però, piacere di viaggiare a tetto aperto a ritmi da passeggio: la SLK coccola i passeggeri con l’Air Scarf (la “sciarpa” d’aria calda intorno al collo), può essere dotata del Magic Sky Control (il tetto diventa trasparente premendo un pulsante), offre un’efficace protezione aerodinamica e assiste il guidatore in ogni istante (Attention Assist, cruise control attivo con Pre Safe, poggiatesta attivi…)

Scheda Tecnica

N. cilindri/cilindrata 8/5.461 cc
Potenza 310 kW/422 CV
Coppia 540 Nm a 4.500 giri
Cambio automatico a 7 rapporti
Trazione posteriore
Velocità max 250 km/h
Acc. 0-100 km/h 4,6 secondi
Consumo misto 11,9 km/l
Emissioni CO2 195 g/km
Dimensioni 4,15/1,82/1,30 m
Bagagliaio 225/335 dm3
Bollo 1.591,75 euro