È già da qualche mese, ormai, che si sente parlare di cambio strutturale per la gamma Mini.
Ieri, finalmente, durante un evento del brand anglo/tedesco svoltosi a München, è stato Peter Schwarzenbauer (responsabile Mini all’interno del consiglio di amministrazione BMW) a rompere il silenzio confermando che la “famiglia” verrà tagliata dagli otto attuali modelli a cinque soltanto.
Naturalmente rimarranno in commercio la Mini a tre e cinque porte, la Countryman (che verrà rinnovata il prossimo anno) dovrebbe scamparla mentre sulla nuova Clubman (basata sulla concept car vista a Ginevra) si punterà forte.
In questo modo, anche se Schwarzenbauer non ha parlato esplicitamente di soppressione di modelli, sembra che alcune delle varianti Mini più recenti, come la Paceman e la Roadster non troveranno più spazio nella gamma.
Proprio con l’espansione della famiglia, iniziata 13 anni fa sotto il controllo BMW, Mini sembrava aver conseguito l’obiettivo di crescita e così effettivamente è stato.
Tra l’altro fornendo esempio per altri grandi marchi, come Fiat che con la 500 ha iniziato un vero percorso di individuazione (con le 500L, 500L Living e 500X) e che, sembra, presto porterà alla nascita di una vera e propria sotto marca (avversaria diretta proprio della Mini).
Perché, allora, cambiare? Sembra che la crescita effettivamente stesse costando troppo cara al marchio a causa degli aumenti di costi di produzione e per la complessità della gestione.
“È importante incontrare un equilibrio adeguato tra crescita e rendita” ha detto Schwarzenbauer che ha anche ammesso che “ora Mini si trova a competere con concorrenti in un segmento dove prima era sola”.
Per il quinto modello della famiglia Mini, sembrerebbe, infine, che si stia lavorando ad una versione elettrica a emissioni zero senza scartare la possibilità che possa seguire il cammino stilistico iniziato dalla conept car Mini Superleggera…