Nissan studia le batterie agli ioni di litio

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 Le batterie future saranno più longeve

Nissan migliora le prestazioni delle batterie destinate ai veicoli elettrici attraverso l’osservazione degli elettroni.

Le batterie future saranno più longeve

La Casa giapponese e l’affiliata Nissan Arc Ltd. hanno infatti annunciato in data odierna di aver messo a punto il primo metodo di analisi al mondo per l’osservazione diretta dell’attività degli elettroni che avviene durante la fase di carica e scarica nel materiale del catodo contenuto nelle batterie agli ioni di litio.

L’applicazione di questa tecnica di analisi alle future attività di ricerca e progettazione dei materiali per le batterie potrebbe consentire ai ricercatori Nissan di realizzare batterie a ulteriore elevata capacità e durata, in grado di aumentare l’autonomia di percorrenza degli EV a zero emissioni e di migliorarne la resistenza.

In che modo

Per sviluppare batterie agli ioni di vita a lunga durata e ad alta capacità, è necessario immagazzinare la maggior quantità possibile di litio nel materiale attivo dell’elettrodo, per generare il numero più alto possibile di elettroni.

Per conseguire questo obiettivo, è essenziale effettuare una misurazione precisa dell’attività degli elettroni all’interno della batteria. I metodi di analisi fino ad oggi disponibili non permettevano ai ricercatori di osservare il movimento degli elettroni.

Il nuovo metodo favorirà lo studio di materiali più efficienti

Per anni gli scienziati hanno cercato di scoprire l’origine degli elettroni durante la fase di carica e scarica, e questo nuovo metodo di analisi rende finalmente possibile tale scoperta.

Il metodo permette agli scienziati di osservare con esattezza il fenomeno che avviene all’interno di una cella della batteria, in particolare il comportamento dei materiali attivi degli elettrodi, favorendo così lo studio di materiali più efficienti e a più lunga durata.

Nissan Arc ha adottato la nuova tecnica di analisi per studiare materiali ad alta capacità che si ritiene possano incrementare la densità energetica del 150%.

Dall’analisi è emerso che, a uno stato potenziale elevato, gli elettroni originati dall’ossigeno risultavano essere attivi durante la carica, mentre gli elettroni derivanti dal manganese apparivano attivi durante la reazione di scarica.