Nissan Micra 1.2: il test

Smartworld
di Marco Coletto

La quarta generazione della Nissan Micra è molto diversa dal modello che sostituisce. Nel nome della semplicità ha perso molto del fascino che caratterizzava la serie precedente ed è disponibile solo a cinque porte e a benzina. I giornalisti di Panoramauto hanno testato la 1.2 Acenta, la prova completa sul numero di dicembre.

In città la piccola giapponese non ha nulla da invidiare alle rivali: merito delle dimensioni esterne contenute (+ 6 cm rispetto a prima) e di una serie di optional sfiziosi come il cambio automatico CVT (offerto in abbinamento al dispositivo di ausilio al parcheggio Simple Parking Pack, 2.000 euro). Il volante, inoltre, è leggerissimo e ha un diametro di sterzata da record. Il comfort è di buon livello, a patto che si prenda confidenza con il tipico sound dei tre cilindri e con la rumorosità delle sospensioni.

Il motore, piuttosto fastidioso in accelerazione, delude in ripresa ma offre in cambio consumi contenuti (18 km/l rilevati). La trasmissione a variazione continua (presente sull’esemplare testato) mostra i suoi limiti quando gli si chiede più di quello che può donare. Meglio evitare di prendere le curve in modo allegro: il volante è poco sensibile e costringe a parecchie correzioni e il sottosterzo è perennemente dietro l’angolo.

L’abitacolo è caratterizzato da una plancia ben assemblata ma con una qualità dei materiali scarsa e da un grande spazio a disposizione per i passeggeri nonostante i 3,78 metri di lunghezza e l’assenza del divano posteriore scorrevole. La versione Acenta del test, l’unica che mette a disposizione il cambio automatico, ha una buona dotazione di sicurezza: sei airbag, ESP disinseribile, freni validi (malgrado quelli posteriori siano a tamburo) e una tenuta di strada nella media.