Paul Walker e la sua morte: la figlia contro Porsche

Smartworld
di Alessandro Alicandri

Le morti celebri lasciano un alone di mistero e in questo caso, anche di polemica

Quando si parla di grandi celebrità, noi esseri umani i morti non riusciamo mai a lasciarli in pace.

Era settembre quando la figlia adolescente di Paul Walker e unica erede del patrimonio dell’attore di “Fast and Furious”, Meadow Walker, accusava la causa automobilistica tedesca: “In quella Porsche mancavano i sistemi di sicurezza montati di solito su un’auto da corsa. Senza questi difetti, sarebbe ancora vivo”.

Secondo la visione della bellissima Meadow Walker, l’auto era omologata per la strada “ma priva del sistema di controllo automatico per impedire che la vettura prendesse fuoco”. La polemica si estende anche una potenziale assenza di appropriate cinture di sicurezza. La vicenda non è semplicemente stata diffusa a mezzo stampa, ma è diventato un procedimento legale. Da poco, Porsche ha risposto ufficialmente alle accuse. Ecco come.

“L’auto era abusata e in cattive condizioni a tal punto che non poteva essere prevedibile una conseguenza del genere da parte della nostra azienda” risponde l’azienda automobilistica. Tra l’altro aggiunge: “Paul Walker era un utilizzatore consapevole e esperto”, quindi secondo Porsche aveva ben chiaro quali potevano essere i rischi dovuti all’uso di quel veicolo.

L’avvocato dell’accusa e legale di Meadow Walker, Jeff Milam ha così risposto: “Questo vuol dire che la Porsche Carrera GT è una macchina pericolosa e che non potrebbe viaggiare su strada. La mancanza dei sistemi di sicurezza base che si possono trovare su una Porsche in commercio avrebbe potuto prevenire l’incidente o alla peggio permettere a Paul Walker di sopravvivere all’incidente”.

Le ragioni della morte, a oggi, sono attribuibili all’alta velocità fuori norma per la sicurezza per le condizioni della strada. L’auto avrebbe dovuto viaggiare al massimo limite di 72 km/h. L’auto viaggiava a una velocità ben superiore ai 150 km/h. Si è valutato che l’impatto è arrivato a ben 160 km/h.

Secondo la difesa invece, Paul Walker stava viaggiando  a una velocità molto più controllante, addirittura inferiore ai 100 km orari.

Secondo l’accusa, i materiali protettivi dell’auto erano più deboli di quelli delle auto in commercio.

Ma passiamo a quello che è stato scoperto dagli investigatori. Walker è l’amico Roger Rodas non avevano droghe e alcol in corpo. Avevano le cinture di sicurezza e gli airbag sono scoppiati in modo regolare.

Secondo gli investigatori, inoltre, nessuna parte meccanica aveva delle disfunzioni quando il veicolo ha perso il controllo. Insomma, sembra che la collisione non sia stata determinata dalle condizioni dell’auto. Paul Walker sarebbe morto ben prima che l’auto prendesse fuoco.

Quale sarà la verità?