Peugeot RCZ 1.6 THP 156 CV: il test

Smartworld
di Marco Coletto

Originale nel design esterno, sobria nell’abitacolo e tranquilla nelle prestazioni: ecco descritta in breve la Peugeot RCZ, la risposta transalpina all’Audi TT. La prova completa sul numero di giugno di Panoramauto.

La coupé del Leone ricorda quella di Ingolstadt sia nello stile che nell’abitabilità (dietro ci stanno al massimo due bambini). Sa attirare gli sguardi, grazie al design caratterizzato da linee tondeggianti e dal lunotto con due gobbe.

Le brutte sorprese arrivano quando ci si accomoda nell’abitacolo: la plancia (costruita con materiali eccellenti e assemblata in modo impeccabile) è praticamente identica a quella della compatta 308 (le due vetture condividono lo stesso pianale) mentre il volante è troppo grosso. In compenso la dotazione di serie è ricca: volante e leva del cambio in pelle, sedili e specchietti retrovisori riscaldabili, climatizzatore automatico bizona e sensori di parcheggio.

La filosofia “borghese” della RCZ è facilmente riconoscibile anche nel comportamento stradale: il motore 1.6 THP (lo stesso montato dalla Citroën DS3) è silenzioso e tira fuori i suoi 156 CV poco per volta, il cambio ha una rapportatura troppo lunga per una sportiva, la pedaliera è leggermente spostata verso destra e lo sterzo e i freni sono buoni, ma non “racing”. Per fortuna, la sobrietà è presente anche nei consumi: 11,3 km/l rilevati.

L’ottima tenuta di strada è garantita più dalle sospensioni rigide che dall’ESP: i rari interventi del controllo di stabilità confermano la validità del progetto.