Peugeot RCZ: esuberanza di stile e di motore

Smartworld
di Adriano Tosi

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Impossibile rimanere indifferenti: il design di questa coupé si fa guardare.

Ma dietro tanta forza stilistica ci sono anche un motore 1.6 turbo da 200 cavalli e un telaio giusto.

Studiato per il massimo divertimento.

Bisogna ammetterlo, il coraggio di osare ai francesi non fa difetto.

Nell’immaginario collettivo Peugeot è sinonimo di tranquille vetture da famiglia? La Casa del Leone risponde con la RCZ, una coupé tutta curve e ammiccamenti, rivolti alla nicchia di appassionati che del marchio francese vuole ricordare solo ed esclusivamente la sigla GTi.

Tre lettere che, soprattutto negli Anni Ottanta e Novanta, erano sinonimo di cattiveria, divertimento di guida e… brividi.

Già, perché in quel periodo bastava anche un piccolo errore per ritrovarsi in testacoda.

Nulla di più lontano dall’aggressività addomesticata della RCZ.

Dove addomesticata non sta a significare timidezza o scarsa tonicità, bensì sicurezza.

L’ESP, infatti, non si può mai disattivare completamente, a garanzia della propria e altrui incolumità (almeno finché non si decide di sfidare la fisica).

Detto questo, non si pensi che la RCZ sia asettica e incapace  di regalare soddisfazioni.

Anzi.

A coinvolgere il guidatore provvede innanzitutto il motore da 200 CV, capace di una spinta entusiasmante e sempre reattivo ai comandi del piede destro, a patto di non insistere troppo oltre i 5.800-5.900 giri, soglia oltre la quale il turbo ha già dato tutto.

Un’erogazione comune a quasi tutti i sovralimentati moderni, forse meno adrenalinica rispetto a quella di alcuni anni fa, ma senza dubbio efficace e piena.

Un valido supporto per tanta esuberanza è il telaio.

Seppur stretto parente di quello della 308, grazie alla rigidità delle tarature e al baricentro basso assicura elevati limiti di tenuta e minimi trasferimenti di carico.

Caratteristiche che nel misto si traducono in reattività di risposta e precisione nel seguire la traiettoria impostata.

Quanto allo sterzo, il comando della francese si segnala per progressività, più che per prontezza in senso stretto: l’azione sulle ruote si fa più incisiva al crescere dell’angolo di rotazione del volante, ma non ci si aspettino inserimenti in stile gokart.

Molto poco francese, ed è un complimento, il cambio: secco e dalla corsa corta, non patisce i maltrattamenti della guida sportiva.

Il comfort?

Date le premesse, non stupisce che la risposta dell’assetto sulle sconnessioni sia brusca – complici anche i cerchi da 19” e i pneumatici con spalla ribassata (/40) – mentre l’insonorizzazione è eccellente e l’elasticità del motore regala un insospettabile relax.

Non sorprende nemmeno il fatto che l’abitacolo sia, di fatto, solo per due: i sedili posteriori sono molto stretti e il profilo rastremato del tetto lascia poco spazio per la testa.

Per fortuna il park control posteriore è di serie, visto che la percezione degli ingombri è quasi nulla.

Scheda Tecnica

Velocità max 237 km/h
Acc 0-100 km/h 7,5 sec
Cons urb/extra/mix 11/17,9/14,5 km/l
Autonomia 797 km
Emissione CO2 159 g/km
Bollo 439,89 euro
Costi chilometrici ACI 0,822 (10.000 km)
0,611 (20.000 km)
0,540 (30.000 km)