Randy Lanier, il pilota criminale

Randy Lanier
Smartworld
di Marco Coletto

Dalle corse americane all'ergastolo.

Randy Lanier era un pilota americano che da quasi 25 anni si trova in carcere, condannato all’ergastolo. Un talento dell’automobilismo diventato un criminale: la sua storia fa sembrare una sciocchezza il processo ad Adrian Sutil.

Randy nasce nel 1954 in Virginia, inizia a correre nelle categorie SCCA e IMSA e comincia a farsi notare nel mondo delle corse nel 1982, quando al volante di una Ferrari 512 BB del team NART prende parte alla 24 Ore di Daytona senza però riuscire a tagliare il traguardo e quando chiude al terzo posto la 6 Ore di Mosport su una March non ufficiale.

Nel 1984 diventa campione IMSA GTP conquistando ben sei corse con la March del Blue Thunder Racing (Riverside, Laguna Seca, Charlotte, Portland, Michigan e Watkins Glen) mentre nel 1985 decide di cimentarsi con le ruote scoperte partecipando al campionato IndyCar con una Lola della Arciero Racing senza brillare particolarmente (41° con un 13° posto a Laguna Seca come miglior risultato).

Il punto più alto della carriera di Lanier arriva nel 1986, anno in cui chiude al 20° posto il campionato e diventa Rookie of the Year (miglior esordiente, premio vinto anche da Jim Clark, Mario Andretti, Jackie Stewart, Denis Hulme e, in seguito, da Nigel Mansell e Jacques Villeneuve) alla 500 Miglia di Indianapolis alla guida di una March.

Nel 1987 la svolta: Lanier viene arrestato sull’isola di Antigua per aver trasportato via mare negli Stati Uniti tra il 1982 e il 1986 oltre 300 tonnellate di marijuana colombiana. La condanna (carcere a vita) arriva nel 1988 dopo che Randy durante il processo rifiuta di testimoniare contro i suoi complici.

Attualmente l’ex-pilota yankee si trova nel carcere di Springfield (Missouri) e chiede di essere rilasciato attraverso petizioni su Internet: cosciente di aver sbagliato ma convinto di non meritare una pena così severa.