Ci sono auto che a ogni cambio di generazione rivoluzionano il loro aspetto, altre invece restano fedeli alle forme originali.
Anche a distanza di decenni.
A quest’ultimo genere appartengono molti classici e la Range Rover è uno di questi.
La quarta generazione rappresenta infatti la naturale evoluzione di uno stile lanciato nel 1970, ma con proporzioni e contenuti decisamente attuali.
La nuova serie è il risultato di un lavoro di sviluppo mirato ad affinare un prodotto molto apprezzato.
In sostanza i clienti più affezionati chiedevano di non cambiarla, ma solo di migliorarla, quindi gli sforzi sono stati concentrati in quattro direzioni: eleganza, desiderabilità, funzionalità e sostenibilità.
La struttura è stata così resa più leggera e gli interni ancora più accoglienti, soprattutto nella seconda fila, dove sono stati aggiunti 120 mm a disposizione delle gambe.
Se le forme mantengono uno stretto legame con la tradizione, tutto il resto è proiettato verso il futuro.
A cominciare dai motori, profondamente aggiornati o del tutto nuovi.
In attesa della Range ibrida (elettrica e diesel), che vedremo il prossimo anno, la scelta è tra tre motori.
Si parte dai 510 CV della esuberante V8 Supercharged 5.0 a benzina, per passare ai 339 del rinnovato V8 4.4 a gasolio, fino ai 248 dell’inedito TDV6 di 3 litri.
Si tratta del più piccolo motore montato sull’ammiraglia delle 4×4 ed è tutto da scoprire.
Sulla carta può sembrare un azzardo, poiché ingombri e massa da spostare restano importanti, ma in realtà il sei cilindri di oggi ha in sostanza prestazioni molto simili a quelle del precedente V8.
Una potenza sul filo dei 250 CV, e soprattutto una coppia sostanziosa, di 600 Nm, disponibile praticamente da subito, appena si inizia a premere sull’acceleratore.
Questi ingredienti, uniti a un peso calato di 420 kg rispetto alla serie precedente, rendono la più tranquilla delle nuove Range Rover sorprendentemente dinamica.
Anche perché le prestazioni sono accompagnate da un ulteriore sviluppo di tutti gli altri elementi che fanno la differenza in movimento, dalle sospensioni ai freni.
Con 2.160 kg in ordine di marcia, la TDV6 non può essere definita una piuma, ma le risposte all’acceleratore sono decisamente pronte; nelle partenze, ma in particolare in uscita di curva, in pianura come in salita.
Tanto vigore è accompagnato da uno sterzo che stupisce per la leggerezza, che qualcuno può definire eccessiva, e da sospensioni efficaci, che arrivano a smorzare con decisione il rollio in curva.
Su strada il tutto si traduce in piacere di guida per chi è al volante e in comfort per i passeggeri.
La situazione non cambia molto se si decide di abbandonare l’asfalto per affrontare tratti in fuoristrada.
L’offroad, in questo caso, non è quello della strada bianca, digerito dalla Range Rover come una condizione di guida del tutto usuale, ma di ostacoli veri.
Se in passato il Terrain Response permetteva di adattare telaio e motore ai vari fondi, oggi la seconda generazione di questo dispositivo va ben oltre.
Guidare su sabbia, fango o roccia è ancora più semplice dato che i programmi di gestione sono stati evoluti.
In più si è aggiunta una nuova funzione, che adatta automaticamente motore e sospensioni alle difficoltà da superare, “leggendo” direttamente le informazioni sul terreno.
Oltre a essere performante, la TDV6 ha il pregio di risultare incredibilmente economica: con un litro di gasolio si percorrono più di 10 km, fino a 14 con un minimo di attenzione.