Game History: come Reflection e Driver hanno cambiato i giochi di corse

Smartworld
di Stefano Valente

Ripercorriamo la carriera di uno dei game studio che ha fatto la storia dei racing game

Spesso, nel settore dei videogiochi, diventano famose le saghe e un po’ meno chi le ha create.

Ma dietro a ogni videogame c’è uno studio: un gruppo di designer, programmatori, creativi e… giocatori, che collaborano per creare qualcosa che ci faccia divertire.

Un game studio con il suo percorso e la sua storia.

Solo i migliori sono capaci di lasciare il segno e aver sempre qualcosa di nuovo da dire a ogni uscita.

I Reflection Studios appartengono senza dubbio a questa categoria.

Vediamo insieme quindi i loro successi, insieme a qualche passo falso che non è certamente mancato.

Destruction Derby

Il primo gioco di corse dei Reflection Studios ad aver fatto storia è senza dubbio “Destruction Derby”.

Uscito inizialmente nel 1995 sulla prima PlayStation e su PC, Destruction Derby ha inaugurato un’era di distruzione automobilistica inedita, tanto divertente quanto tecnologicamente avanzata.

Il sistema di collisioni tra le auto del gioco, lungi dall’essere realistico, era comunque quanto meno una novità.

Difficile dimenticare quel mitico indicatore dei danni in basso a destra su schermo e le piste strette che costringevano le auto a scontrarsi tra loro verso l’inesorabile distruzione

Driver

Dopo un sequel di “Destruction Derby” che aggiungeva ben poco al primo capitolo, i Reflection Studios si gettano sul progetto che li renderà realmente celebri: “Driver”.

Siamo nel 1999 e Driver, come lascia intere il titolo stesso, è uno dei primi giochi di corse dove il focus non è tanto sulle automobili, ma sul guidatore.

Ispirandosi all’iconografia dei film d’inseguimento degli anni ’60 e ’70, Driver permetteva di esplorare liberamente delle riproduzioni (all’epoca) fedeli di Miami, New York, San Francisco e Los Angeles.

Storica anche la funzione Film Director in cui era possibile creare dei video delle proprie gesta: se ci fossero stati già Facebook e Twitter avremmo probabilmente YouTube invaso di video. 

Driver 2

Uscito su PlayStation l’anno dopo Driver, “Drive 2” è considerato poco più di un “more of the same”, anche se introduce alcune novità.

Ispirandosi forse a GTA, viene resa disponibile la possibilità di scendere dall’auto e percorrere le quattro nuove città Chicago, Havana, Las Vegas e Rio, tutte leggermente più grandi e dettagliate rispetto a quanto visto nel primo. 

Stuntman

A sorpresa, il primo titolo per PlayStation 2 nel 2002 non è stato un terzo capitolo di Driver, ma Stuntman”.

Il gioco sembra fare della tradizione della modalità Film Director introdotta dal primo Driver il perno del gameplay stesso.

Il giocatore era quindi chiamato ad eseguire le prodi prove uno stuntman sul set.

L’idea era accattivante, ma il risultato si rivelò a tratti frustrante e troppo scriptato per stare nel “copione” del film. 

Driv3r

Passano gli anni e si impongono altri standard: Grand Theft Auto ormai è un’istituzione e un personaggio senza armi non ha più ragion d’esistere.

Ecco quindi che viene introdotta in “Driv3r” (uscito nel 2004 su PlayStation 2, Xbox e PC) una componente action, che però non convince del tutto la critica.

L’opportunità di guidare anche moto e navi dà invece una boccata d’aria necessaria per ampliare gli orizzonti del gameplay, mentre le città visitabili (Miami, Nizza e Instanbul) si fanno sempre più dettagliate. 

Driver: Parallel Lines

Dopo le critiche ricevute, Reflection torna sui suoi passi e sforna un titolo nel 2006 per PlayStation 2, Xbox e Wii che torna in parte alle origini della serie.

Ci si concentra di nuovo sulla guida, trascurando la componente action pur sempre presente.

Viene dato molto spazio anche alla storia che segue diverse linee temporali. 

Driver: San Francisco

Dopo l’acquisizione di Atari da parte di Ubisoft, la serie viene ripescata e ristrutturata.

Ben cinque anni dopo l’ultimo capitolo esce “Driver: San Francisco” per PlayStation 3, Xbox 360 e PC nel 2011.

Un vero e proprio ritorno alle origini, visto che viene tolta la possibiltà di scendere dall’auto.

La grande novità di questo nuovo Driver è lo Shift, ovvero la possibilità di poter spostare la visuale a volo d’uccello sulla città e scegliere quale auto pilotare.

60 frame per secondo e la rintroduzione della modalità Film director (assente nel precedente), rendono il gioco una vera e propria rinascita, curata come solo un titolo Ubisoft sa essere.

E oggi? 

Dopo Driver: San Francisco, i ragazzi di Reflection Studios hanno lavorato a diversi titoli in collaborazione con altri studi di Ubisoft.

A loro dobbiamo (in parte), titoli come Just Dance, l’acclamato Far Cry 3, nonché gli attesissimi Watch Dogs (in collaborazione con Ubisoft Montreal) e The Crew (in collaborazione con Ivory Tower).

Un curriculum niente male, in costante ascesa, sempre in bilico tra innovazione e tradizione.