Renault Mégane RS, la prova in pista

Smartworld
di Francesco Neri

Dopo averla provata su strada, abbiamo deciso di portare la Mégane RS sulla pista di Castelletto di Branduzzo, dove abbiamo potuto sfruttare a pieno le sue doti.

I banchi di nebbia della pianura pavese al mattino sono terribili; rallentano il traffico e l’umidità è tale da risvegliarti ogni dolore muscolare e contrattura invecchiata male.
Questa luce grigia, tuttavia, ha un qualcosa di suggestivo, soprattutto mentre ammiro la Mégane RS uscire dall’auto lavaggio con le goccioline d’acqua che ne esaltano il nero lucido della carrozzeria.

Il nero le dona proprio, molto meglio del giallo che, a mio parere, le da’ un’aria troppo giocattolosa e meno sexy.
Questa generazione di Mégane è giunta ormai a fine carriera, e per questo Renault la propone ad un prezzo davvero interessante.

Con un prezzo di listino di 26.950 euro, la Mégane costa solo 3.150 euro in più rispetto alla sorella minore Clio RS, e 5.400 euro in meno rispetto ad una Golf Gti, e ha rispettivamente 73 cv e 33 cv in più.

Il suo motore 2.0 litri turbo eroga infatti 273 Cv e 360 Nm di coppia, scaricati a terra dalle ruote anteriori tramite un differenziale a slittamento limitato.
Quando si apre la portiera ci si ritrova in un ambiente familiare. Gli interni della Mégane non brillano per originalità, ma sono estremamente semplici e funzionali, e riflettono esattamente ciò che la RS è. Il volante con la linea bianca al centro che fa da mirino ha una corona piuttosto spessa, mentre i sedili Recaro contenitivi sono poco imbottiti e hanno una seduta insolitamente alta.

Tra i cordoli

Per rendere giustizia ad una compatta così talentuosa, dopo la nostra prova su strada l’abbiamo portata al circuito di Castelletto di Branduzzo, in provincia di Pavia.
Il circuito, molto stretto e tecnico, misura circa 1900 metri, il luogo ideale per delle supermotard diciamo. Ma con una naturale propensione al sovrasterzo e un differenziale bello “tirato”, la Mégane dovrebbe cavarsela bene anche su un circuito stretto.

Nella prima sessione di tornanti infatti la trazione è monumentale e si può sentire il lavoro del differenziale che tira verso l’interno e il “culo” dell’auto che segue fedele come un segugio.

Il motore ha un po’ di turbo lag, ma in compenso, una volta che la turbina è in pressione allunga con entusiasmo in un modo che solitamente i motori turbocompressi non fanno. Bisogna lavorare molto di cambio per farlo lavorare al meglio, e la progressione dell’erogazione è tale che sembra quasi di guidare un’aspirato molto coppioso.
Il sound dello scarico è piuttosto timido, e i veri protagonisti della colonna sonora sono il risucchio dell’aria e il fischio della turbina. Anche in questo caso, la RS non cerca di ammaliarvi con scoppiettii e uno scarico “artificiale”, ma va dritta al sodo concentrando tutte le sue energie in quello che le riesce meglio: andare forte.

Il cambio asseconda bene il motore, e sia salendo che scendendo di marcia non si impunta mai. Avrei voluto una corsa più corta e degli innesti più secchi, ma nel complesso svolge egregiamente il suo lavoro.

In fondo al rettilineo più lungo (circa 350 m) si arriva in quarta piena a 170 km/h circa, unica occasione per stressare i freni in questo circuito. Il pedale ha una consistenza e una modulabilità fantastici, e le ruote posteriori anche staccando con prepotenza non mollano mai la presa.

Il posteriore è sempre pronto a chiudere la traiettoria ogni volta che si alza il piede dal gas, ma sempre in modo del tutto naturale, e questo rende la Mégane estremamente correggibile e adattabile in percorrenza di curva. Le Dunlop Sportmax da 235/35 su cerchi da 19” – fin troppo estreme per la strada (a causa della spalla rigida delle Dunlop) – su pista offrono moltissimo grip e un’inserimento immediato. Anche forzando l’ingresso, di sottosterzo non c’è neanche l’ombra e l’anteriore morde sempre come se avesse degli artigli conficcati nell’asfalto, grazie anche alle sospensioni anteriori con schema MCPherson con assi indipendenti che separano l’azione della sterzata da quella di ammortizzamento.

In questo modo anche il lo sterzo non ne risente, e le uniche reazione al volante che si hanno sono quelle del differenziale.

Il giudizio finale

Se su strada la RS può sembrare anche troppo veloce, in pista viene da pensare che il suo telaio possa sopportare parecchi cavalli in più. Ciò non toglie che è un’auto divertente e coinvolgente come poche, persino in pista, dove solitamente anche le vetture più sportive mostrano i loro difetti e danno segni di cedimento.
Tutti i comandi dell’auto sono fantastici – sterzo in primis -; amalgamati perfettamente tra di loro e in sintonia con il telaio.

La Mégane RS può tranquillamente fare una giornata in pista e riportarvi a casa passando per il supermercato senza battere ciglio.

Tanto di cappello a Renault Sport, adesso abbiamo grandi aspettative per la prossima RS.