DUE LETTERE IN PIÙ, due porte in meno: per la prima volta in carriera la Seat Leon – da quindici anni regina incontrastata del rapporto prezzo/prestazioni – può vantare una variante dal design ancora più “racing”, dotata di tre sole portiere. La sigla SC (sigla che sta per Sport Coupé già utilizzata per la sorella minore Ibiza) dona un ulteriore tocco di aggressività ad un modello già dotato di un consistente palmarès sportivo – quattro titoli iridati (due Piloti con il francese Yvan Muller e il nostro Gabriele Tarquini e due Costruttori) tra il 2008 e il 2009 nel Mondiale Turismo WTCC – ma non basta da sola a raccontare le modifiche apportate alla compatta spagnola.
A differenza di quanto avvenuto ad esempio sulla “cugina” Volkswagen Golf (realizzata sulla stessa piattaforma MQB), gli ingegneri di Martorell non si sono limitati a togliere le due portiere posteriori e ad allungare quelle davanti. Per incrementare la dinamicità delle forme, i tecnici iberici hanno infatti accorciato il passo (di 3,5 centimetri) e inclinato maggiormente (19° in più rispetto alla versione a cinque porte) il lunotto posteriore. Il tutto mantenendo, comunque, un buon livello di praticità: la capienza del bagagliaio è rimasta invariata (380 litri sono un valore più che sufficiente per una coppia con un figlio) e i sedili posteriori – dotati di attacchi Isofix – continuano ad offrire un discreto spazio alle spalle e alla testa degli occupanti. Regalando così alla vettura una piacevole muscolatura che imprime all’estetica della SC una bella grinta.
Alla guida, l’ultima nata della Casa spagnola non delude affatto, a cominciare dalla posizione di seduta che – grazie alle ampie regolazioni – può essere portata quasi rasoterra.
Lo sterzo è preciso e diretto quanto basta, mentre il cambio manuale a sei marce ha una leva maneggevole e sufficientemente precisa, con una escursione non eccessiva. L’assetto è rigido al punto giusto, anche se le sospensioni posteriori a barra di torsione sono leggermente nervose e rispondono in maniera un po’ secca su buche e dossi. Il 2.0 turbodiesel quattro cilindri TDI da 150 CV e 320 Nm di coppia è uno dei più silenziosi della categoria – una buona notizia per chi cerca il comfort, un po’ meno per chi ama inebriarsi del sound proveniente da sotto il cofano e, cosa più importante di tutte, è capace di regalare prestazioni sorprendenti: la spinta inizia ad essere forte già sotto i 2.000 giri e prosegue fino a quota 4.000 senza mai avvertire segni di cedimento. Gli 8,4 secondi dichiarati per accelerare da 0 a 100 chilometri orari sono un valore di tutto rispetto, ma più dei numeri conta il fatto di trovarsi ad avere a che fare con un propulsore vivace come pochi altri. E parco, visto che grazie al sistema start/stop dichiara percorrenze pari a 24,4 chilometri con un litro.
Il compito di questa vettura non è dei più semplici: deve infatti ritagliarsi uno spazio in un segmento già “mignon” per giunta contro rivali grintose come Opel Astra GTC e Renault Mégane Coupé (che da sole rappresentano quasi un terzo delle vendite della categoria), senza poi dimenticare la variante a tre porte della “cuginetta” Golf. Ma la Leon SC ha certamente un suo pubblico preciso.
La gamma motori al lancio, decisamente completa, comprende tre unità TSI turbo ad iniezione diretta di benzina (1.2 da 86 e 105 CV e 1.4 da 122 CV) e tre turbodiesel TDI (1.6 da 105 CV e 2.0 da 150 e 184 CV) ma, a nostro avviso, i propulsori che possono soddisfare l’appetito dei nostri lettori sono solo l’unità più potente a benzina e i due litri a gasolio.
La Seat Leon SC 2.0 TDI Style (l’allestimento più accessibile in abbinamento a questo propulsore) che abbiamo avuto modo di guidare a fondo sulle strade intorno a Barcellona costa 23.420 euro: una cifra decisamente conveniente, soprattutto se si considera che la dotazione compresa nel prezzo è particolarmente ricca.
Cerchi in lega da 17”, climatizzatore automatico bizona, fendinebbia, sedili sportivi e vetri posteriori oscurati.
Un altro accessorio molto importante presente a bordo è il differenziale autobloccante elettronico XDS: garantisce un piacere di guida superiore rispetto alle vetture che ne sono sprovviste pur con il risvolto di un certo (ma sempre rassicurante e facile da gestire) sottosterzo quando si esagera nelle curve.
Detto questo, aggiungiamo anche che se non vi bastano i 150 CV della vettura che abbiamo provato, potete sempre optare per la versione più potente da 184 CV (25.740 euro), che peraltro vanta le sospensioni multilink al retrotreno. Che però è disponibile esclusivamente nell’allestimento più sportivo FR (l’unico che consente di montare il cambio a doppia frizione DSG sui due litri a gasolio).
Un allestimento che richiede un sacrificio economico leggermente maggiore ma che offre diverse “chicche” stuzzicanti per i più sportivi: dai cerchi in lega da 18” alle sospensioni sportive, dal battitacco in alluminio al “Seat Drive Profile”, che consente al conducente di scegliere tra quattro modalità di guida (eco, comfort e sport) e permette di variare la sensibilità dello sterzo, la sonorità (mediante un attuatore acustico), la risposta del motore e la colorazione dei pannelli interni delle portiere.
Non vi basta ancora? Beh, a questo punto non vi resta che attendere qualche mese. Il 2014 si aprirà con una novità succosa firmata Seat: la Leon Cupra. Debutterà a gennaio e monterà lo stesso motore 2.0 TSI (turbo ad iniezione diretta di benzina) da 265 CV già utilizzato dalla precedente generazione della Cupra R e dalla vecchia Audi S3. Non vediamo l’ora di provarla…