Termini Imerese: situazione ancora in stallo, occupata l’Agenzia delle Entrate

Smartworld
di Junio Gulinelli

Non si sblocca la situazione dell’ex stabilimento Fiat siciliano di Termini Imerse. Quest’oggi 300 operai, dal 31 dicembre fermi e in attesa di sapere il loro futuro, insieme a sindacalisti di Fim Cisl e Uilm, hanno occupato, in segno di protesta, l’Agenzia delle Entrate.

Lo Stato pretende da noi il rispetto delle regole, con il pagamento delle tasse, ma non mantiene gli impegni presi a dicembre con gli operai di Termini Imerese”, ha detto Roberto Mastrosimone, leader della Fiom di Palermo, ai microfoni di “La Repubblica”.

2.200 cassa integrati, 100 disoccupati e 640 esodati

2.200 operai, per ora in cassa integrazione, attendono di conoscere la loro sorte; ad altri 100 impiegati (addetti ai servizi di pulizia e alla mensa dello stabilimento) ancora non è stata concessa neanche la cassa integrazione, mentre 640 esodati (che avevano fatto un accordo di prepensionamento con l’azienda) rischiano di rimanere senza stipendio, ne pensione, per 5 anni.

Congelati i prestiti a DR Motor

Per tutto il 2011 una lunga trattativa con DR Motor sembrava poter riaccendere le speranze dei lavoratori, ma anche su questo fronte sembra tutto fermo. Di Risio, alla guida dell’azienda di Isernia sembra, infatti, non riuscire proprio ad ottenere i finanziamenti necessari per evitare il fallimento. Le banche, vista la situazione critica del mercato auto, non si fidano e non investono. Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena erano coinvolte nell’operazione, ma sembra che abbiano congelato il prestito di 95 milioni di euro.

Prospettive preoccupanti per il 2013

Per tutto il 2011 una lunga trattativa con DR Motor sembrava poter riaccendere le speranze dei lavoratori, ma anche su questo fronte sembra tutto fermo. Di Risio, alla guida dell’azienda di Isernia sembra infatti non riuscire proprio ad ottenere i finanziamenti necessari. Le banche, vista la situazione critica del mercato auto, non si fidano e non investono. Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena erano coinvolte nell’operazione, ma sembra che abbiano congelato il prestito di 95 milioni di euro.

E questo sarebbe solo l’inizio.

Forse ha inizio una nuova fase di protesta delle Tute Blu che ora non ci stanno più e si sono dette pronte a portare la loro contestazione fino a Palermo.

Foto: Ansa