Toyota GT 86: bentornata giapponese sportiva

Smartworld
di Paolo Gavazzi

Comfort Da una sportiva pura così non si può pretendere il comfort di una berlina.
Costi Prezzo e dotazioni non sono ancora stati ufficializzati. Ma le premesse sono ottime.
Piacere di guida Diverte grazie ai suoi 200 CV, al cambio e all’assetto. E poi si può staccare l’ESP...
Ambiente I dati non sono ancora definitivi, ma 163 g al km di CO2 non sono malaccio: dopotutto è sempre una sportiva.

La notizia è che Toyota è tornata a impegnarsi nel mondo delle auto sportive. E lo fa con una doppia mossa: la prima è la vettura che vedete qui, la GT 86.

La seconda è il ritorno ufficiale alle competizioni, dopo il disastro in Formula 1, con la partecipazione al Campionato Mondiale Endurance (24 ore di Le Mans compresa).

Nel caso della GT 86 la scelta tecnica è tradizionale, un motore boxer fornito da Subaru a cui Toyota ha impiantato un suo sistema di iniezione.

Per il Mondiale Endurance, invece, Toyota si gioca il know-how della motorizzazione ibrida.

Come mai? L’ibrido va bene per le corse ma non per una sportiva da tutti i giorni? «Ma no», ci ha risposto Fabio Capano, capo della comunicazione di Toyota Europe: «il fatto è che le ibride sono importanti, però non ci devono far trascurare altri tipi di vetture comunque importanti per il nostro pubblico, come le sportive».

E allora parliamo della GT 86.

Una sportiva agilissima, linea grintosa, baricentro basso e trazione posteriore.

Il motore è un due litri aspirato con 200 CV tondi. Per provarla ci hanno portati sulla vecchia pista di Jarama, vicino a Madrid.

La GT 86 è tanto grintosa quanto compatta nelle misure (4,24 metri di lunghezza e 2,57 m di passo).

Ed è bassa come una vera gt, ma non scomoda. Il posto guida è eccellente.

Tutti i comandi sono a tiro, nulla interferisce con le gambe e sono ampie le possibilità di regolazione.

In più la visibilità è discreta: non si prova quel senso di claustrofobia tipico di molte sportive.

I tecnici ci anticipano che le vetture disponibili sono allo stato di pre-serie. Vari aspetti sono ancora da definire e alcuni dati non sono ancora ufficiali.

Mettiamo in moto ed entriamo in pista.

La prima sensazione è piacevole: lo sterzo è proprio quello di una sportiva, mai troppo leggero e molto comunicativo: sai sempre dove sono le ruote.

L’inserimento in curva è eccellente: l’assetto abbastanza piatto si traduce in un naturale sottosterzo iniziale, non eccessivo né fastidioso.

E in uscita, anche pestando sul gas, non c’è alcuna reazione inconsulta.

Gli spostamenti di carico sono limitati e non violenti.

La scelta della trazione posteriore ha poi permesso un buon bilanciamento dei pesi (53 davanti, 47 dietro) e una eccellente resa alla guida.

C’è comunque anche il controllo di stabilità: modalità automatica, Sport (più concessivo) oppure lo si può disinserire per la massima libertà di guida.

In questo caso i sovrasterzi sono sinceri: si capisce quando la vettura sta per scodare e ci si può divertire controsterzando.

Il motore sviluppa potenza (7.000 giri) e coppia (6.600) un po’ in alto e in pista questo non è grave.

Non è però il massimo nella guida turistica.

Forse per questo i tecnici hanno adottato un cambio con i primi rapporti un po’ corti.

Vedremo se ci saranno degli affinamenti sugli esemplari definitivi.

Le cambiate sono però ottime, precise, mai ruvide, e anche per la frenata il voto è positivo.

Quanto alla dotazione, nulla è definito, ma Toyota ci ha sempre abituati bene…

Scheda Tecnica

N. cilindri/cilindrata 4/1.998 cc
Potenza 147 kW/200 CV
Coppia 205 Nm a 6.600 giri
Cambio manuale a 6 marce
Trazione posteriore
Velocità max 230 km/h
Acc. 0-100 km/h n.d.
Consumo misto 7,6 km/l
Emissioni CO2 163 g/km
Dimensioni 4,24/1,77/1,30 m
Bagagliaio n.d.
Bollo 439,89 euro

Toyota GT 86: bentornata giapponese sportiva

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