Uber-Pop: scatta l’ordinanza di stop al servizio in Italia

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Smartworld
di Junio Gulinelli

Con un'ordinanza il tribunale di Milano blocca il servizio alternativo ai taxi tradizionali

Alla fine l’hanno spuntata i tassisti. Il tribunale di Milano ha bloccato con un’ordinanza il servizio’Uber-pop’ attivo su tutta Italia.

La sentenza è arrivata dopo il ricorso delle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale”.

No al “vantaggio concorrenziale” di Uber

Di fatto, ha sentenziato il giudice di Milano Claudio Marangoni, il servizio offerto dalla multinazionale americana “interferisce con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze” ed effettivamente attraverso Uber-pop chiunque può svolgere un servizio paragonabile a quello di taxi senza però possedere una regolare licenza.

La mancanza di titoli autorizzativi – prosegue l’ordinanza – da parte degli autisti Uber-Pop comporta un effettivo vantaggio concorrenziale”.

Per il Codacons la sentenza è un “duplice danno”

Non è d’accordo il Codacons che attraverso il presidente Carlo Rienzi afferma che “e’ impensabile che un paese moderno possa essere privato di sistemi innovativi come Uber, che rispondono ad esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilità introdotte dalla tecnologia.

Così facendo si finisce per produrre un duplice danno al consumatore finale: da un lato una minore scelta sul fronte del servizio, dall’altro tariffe più elevate per effetto della minore concorrenza.

Ciò che serve, semmai, è integrare Uber nel mercato italiano rendendolo conforme alle disposizioni vigenti, garantendo legalità e sicurezza senza danneggiare gli altri operatori”.

Ora, da parte di Uber, rimane la possibilità di esporre ricorso al provvedimento del Tribunale.