Ue: in arrivo il piano per lo sviluppo della rete di rifornimento dei carburanti alternativi

Smartworld
di Marina Fanara

Bruxelles varerà misure vincolanti per i 27 paesi comunitari. Che dovranno potenziare la rete di rifornimento dei veicoli a impatto zero, nei prossimi sette anni. L'impegno per l'Italia: 125.000 colonnine contro le attuali 1.350

Entro il 2020 l’Italia dovrà disporre di almeno 125.000 colonnine pubbliche per la ricarica dei veicoli elettrici. Quasi cento volte di più rispetto alle circa 1.350 attualmente in funzione.

Lo ha deciso la Commissione europea che sta completando un piano per lo sviluppo dell’auto ecologica nel Vecchio Continente, con tanto di standard comuni e misure vincolanti per gli Stati membri.

Misure vincolanti che comprendono anche un rafforzamento della rete di altri carburanti puliti: bio, Gpl e idrogeno.

Il motivo è semplice: in Europa le stazioni di rifornimento e ricarica, per Bruxelles, sono ancora troppo poche e questo è un grosso ostacolo a una maggiore diffusione di auto a impatto zero, insieme all’alto costo d’acquisto di tali vetture.

Per l’Esecutivo comunitario, invece, l’uso di alimentazioni alternative è l’unica maniera per non essere esclusivamente dipendenti dal petrolio e per sviluppare un settore dei trasporti all’altezza delle esigenze del XXI secolo.Ma soprattutto perché l’Europa non può rimanere indietro rispetto ai principali mercati mondiali che stanno fortemente puntando sulle tecnologie pulite.

Tanto per fare un esempio: si prevede che Cina e Usa, nel 2020, vanteranno oltre sei milioni di veicoli elettrici in circolazione.

Oggi e domani

Tutti e ventisette paesi che aderiscono alla bandiera comunitaria dovranno rispondere a degli standard comuni e per ognuno di loro Bruxelles ha individuato un numero minimo di punti di ricarica da qui al 2020.

E così se l’Italia è chiamata ad allestire 125.000 colonnine pubbliche di ricarica nel giro dei prossimi sette anni, dalle attuali 1.350, la Francia per esempio dovrà arrivare a quota 97.000 (contro le 1.600 di oggi), 150.000 per quanto riguarda la Germania (rispetto alle odierne 1.937), 82.000 in Spagna (ora ne ha 1.356) e 122.000 nel Regno Unito (oggi ce ne sono 702).

Più ambiziosi i piani stabiliti dai singoli governi sul potenziamento dei veicoli elettrici in circolazione sui rispettivi territori entro il 2020.

Due milioni di esemplari è l’obiettivo dei francesi, un milione il totale a cui puntano i tedeschi, due milioni e mezzo di auto elettriche in progetto per la Spagna e oltre un milione e mezzo quanto stabilito dagli inglesi.

Propositi più modesti nel nostro Paese dove, stando ai piani, dovremmo riuscire ad averne in circolazione 130.000 entro il 2015.

Italia: benzinai alla spina

Nel frattempo, in Italia, a breve si potrà fare il “pieno” alla batteria direttamente dal benzinaio.

Eni ed Enel, infatti, stanno per concludere una partnership che prevede, appunto, l’installazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche nelle 4.700 aree di servizio Eni.

Già nei prossimi mesi potrebbero entrare in funzione i primi impianti dove, stando al progetto, si potrà ricaricare la batteria a tempi record (circa mezz’ora) e a prezzi abbordabili.

Per l’occasione Enel ha studiato una tariffa ad hoc: 25 euro al mese senza limiti di ricarica.

La società elettrica finora ha allestito in Italia oltre 700 punti di ricarica pubblici e privati.

Lo scorso gennaio è stata inaugurata la prima colonnina nel Mezzogiorno, precisamente a Bari (in via Cavour) dove, nell’ambito del progetto “Bari Smart city”, è previsto l’allestimento a breve di altri 49 siti di ricarica.