Uncharted 4 è un invito a far l’amore con la vostra PlayStation 4, la recensione

Smartworld
di Stefano Valente

Il capitolo conclusivo della saga targata Naughty Dog

Tutte le cose belle prima o poi finiscono: le serie tv, gli amori, la benzina.

Prima o poi ti lasciano a secco e tu rimani lì a pensare ai momenti migliori trascorsi insieme. Lo stesso ci è successo al termine di Uncharted 4: Fine di un ladro, l’ultimo capitolo della fortunata serie di Sony dedicata all’avventuriero Nathan Drake. Il nuovo videogioco di Naughty Dog non è infatti soltanto l’ultimo in ordine di arrivo sugli scaffali, ma segna anche la fine della saga, almeno a detta degli sviluppatori. 

Il primo titolo di Naughty Dog su PS4

Uncharted 4 è inoltre il debutto di Naughty Dog su PlayStation 4 e come successo con i precedenti capitoli su PS3, anche in questo caso sono riusciti a spremere l’hardware della console Sony come nessuno mai prima d’ora ci era riuscito. È difficile in effetti iniziare a parlare di Uncharted 4 senza partire dall’incredible comparto grafico, così sontuoso da far persino dubitare che il gioco stia girando davvero su una PlayStation 4. Eppure è lì, installato e gira senza rallentamenti (ogni tanto c’è qualche calo, ma glielo si perdona) ed è semplicemente bellissimo.  

Bellezza mozzafiato 

Quel che però più conta è che non si tratta di una bellezza fine a se stessa, ma del tutto funzionale al comparto narrativo: Uncharted 4 infatti è un classico gioco d’azione e avventura che però ridefinisce il concetto di storytelling in un videogioco raggiungendo, questa volta davvero, un risultato definibile come esperienza cinematografica. Troppo spesso molti videogiochi vengono etichettati come tali, senza che poi lo siano davvero: tanti video in cui il giocatore non fa nulla e assiste a delle sequenze non fanno di un videogioco un’esperienza cinematografica.  

Fluidità e ambientazioni indimenticabili 

In che modo quindi Uncharted 4 riesce a fregiarsi davvero e più di chiunque altro di questo “titolo”? Semplicemente andando oltre tutto quello che è stato proposto sino ad ora su console, sfruttando principalmente due elementi, la fluidità e le ambientazioni.

I luoghi che potrete visitare in Uncharted 4 infatti non sono le semplici location da percorrere da un punto a ad un punto b, ma a tutti gli effetti dei protagonisti vivi e parlanti, colmi di lussureggianti e incredibili dettagli, da assaporare lentamente, prendendosi tutto il tempo necessario per godere di tanta beltà. Ancora più incredibile è la relazione che si instaura tra Nathan e gli ambienti: un rapporto estremamente naturale, grazie alle moltissime animazioni di cui è dotato il protagonista, che crea una spontaneità del tutto inedita in un videogioco, trasmettendo quasi la sensazione di trovarsi di fronte ad un attore in carne e ossa (aumentando quindi la percezione dell’esperienza cinematografica di cui sopra). 

Oltre a essere quindi così bello da vedere, Uncharted 4 è molto fluido: il ritmo è dosato alla perfezione tra fasi esplorative, risoluzione di enigmi, scontri a fuoco e adrenaliniche fughe. Inoltre l’incredibile comparto grafico viene in aiuto in tal senso attraverso la totale assenza di caricamenti o stacchi di alcuni tipo tra i video e le sequenze di gioco, creando qualcosa di nuovo in termini di narrazione e fruizione di un prodotto del genere.  

Azione! 

Poco importa quindi se molto è sacrificato sull’altare della spettacolarità: la libertà di azione è spesso illusoria, gli scontri a fuoco non presentano situazioni particolarmente impegnative (almeno a livello normale) e la storia è tutto sommato abbastanza prevedibile, ma è difficile accorgersene, frastornati come si è da tutta quella meraviglia digitale che vi circonda.  

Il capitolo conclusivo che tutti aspettavano

Uncharted 4: Fine di un ladro non è forse il capolavoro che tutti si aspettavano, ma è sicuramente uno dei migliori giochi d’azione mai creati: averlo è un obbligo morale per tutti i possessori di una PlayStation 4 e nulla dopo sarà come prima. Tornare a giocare a tutti gli altri “giochetti” che propongono una cosiddetta esperienza cinematografica vi provocherà subito un sorrisino beffardo, come per dire “Ehi, ma questo non è Uncharted”.

No, nulla, è come Uncharted 4