Fuoristrada: Until Dawn, la recensione

Smartworld
di Stefano Valente

Otto ragazzi bloccati in  montagna con uno psicopatico: chi sopravviverà?

Avete presente quell’intero filone di film horror per ragazzi con protagonisti tutti gli stereotipi del teenager americano? Ne abbiamo visti a centinaia di film così e nel tempo si è creata un’iconografia molto riconoscibile con degli stilemi ben precisi che sono stati, nella maggior parte dei casi, ricalcati in questo Until Dawn. Ma, come spesso accade, dalla massa si distingue chi “trasgredisce” a queste regole ed ecco che quindi le pellicole veramente memorabili del genere si contano su una mano sola ed è proprio a queste che Until Dawn si ispira. Vediamo quindi in questa recensione se tra le (poche) esclusive in uscita su PS4 dobbiamo prendere in considerazione anche il titolo sviluppato da Supermassive Games o se è meglio guardare altrove. 

Un inizio classico

Until Dawn è un’esclusiva per PlayStation 4 in uscita il prossimo 26 agosto ed è un’avventura grafica dalle tinte horror che vede otto protagonisti alle prese con uno psicopatico che semina il terrore a Blackwood Mountain. In una notte d’inverno uno scherzo finito male porta alla morte di due sorelle (Hanna e Beth) e un anno dopo il loro fratello (Josh) per dimostrare di aver superato il lutto richiama alla baita nel bosco tutti gli amici, ma, per loro malaugurata sorte, non sono soli. Lo psicopatico di cui sopra fa loro compagnia in una lunghissima notte che sembrerà non finire mai.
Il prologo dell’avventura serve anche come tutorial: durante questa sezione imparerete i pochi comandi che prevedono una levetta per muovere il personaggio, una per direzionare la torcia e il tasto L1 per camminare a passo spedito. Con R2 invece potrete afferrare gli oggetti con cui potete interagire: una volta preso in mano un oggetto sarà possibile ruotarlo per analizzarlo, scoprendo così magari scritte nascoste e altri indizi. Questo sistema di analisi riesce a restituire una buona fisicità degli oggetti con cui potrete interagire, anche nelle concitate fasi di fuga, durante le quali vi sarà richiesto, ad esempio, di aprire porte nel più breve tempo possibile. 

Otto cliché dell’horror

L’altra utilità del tutorial è quella di presentare i personaggi che, come specificato, ricalcano tutti gli stereotipi possibili immaginabili. Abbiamo il maschio alpha, lo stupidotto atletico, il nerd, la bionda mozzafiato e ninfomane, la ragazza acida, la ragazza un po’ bruttina e timida: nulla viene fatto dai personaggi per dimostrarsi anche solo per un secondo qualcosa in più di quanto possiamo immaginare dopo averli visti la prima volta per pochi secondi.

Va da sé che una caratterizzazione del genere potrà fare felici i patiti del genere cinematografico dei teen horror movie (esistono?) e lasciare del tutto indifferenti tutti gli altri.

Chi vive e chi muore: a voi la scelta

Proprio come in quei film però i ragazzi di Until Dawn non sono altro che carne da macello, pronta per essere perseguitata dallo psicopatico: in Until Dawn infatti vige più che mai la regola del butterfly effect e ogni azione che farete avrà le sue ripercussioni, alcune ovvie altre meno. A seconda di come vi comporterete potrete anche salvare tutto il gruppo di ragazzi o addirittura farli morire tutti, quindi fate molta attenzione quando scegliete dove andare e cosa fare. Le decisioni che dovrete prendere avvengono attraverso dei bivi durante dei dialoghi o durante delle fasi più d’azione, oltre che durante dei quick time event che se falliti possono avere conseguenze catastrofiche. 

Come in ogni horror che si rispetti infatti il gruppo non rimane unito e durante ogni episodio (uno per ogni ora fino all’alba) seguirete le vicende di diversi sottogruppi o coppie di personaggi sparsi su tutta la proprietà della famiglia di John. Questo porterà quindi all’esplorazione di più luoghi, più e più volte con conseguente backtracking, talvolta fastidioso.

Spazi angusti

Dal mondo del cinema Until Dawn non mutua solo i personaggi e i cliché dell’horror, ma anche attori e modalità di messa in scena. Gli interpreti che si sono prestati per recitare in Until Dawn sono tutti volti noti del piccolo e grande schermo, da Hayden Panettiere (Heroes) a Brett Dalton (Agents of Shield), sino a Peter Stormare (Fargo, Il Grande Lebowski) vedrete molti volti noti. Dall’horror Until Dawn prende anche la dinamica più facile per creare tensione, ovvero una gestione degli spazi molto ristretta, sia a livello narrativo che a livello scenico: dopo aver rinchiuso fino all’alba i protagonisti in un’area dalla quale non possono sfuggire, Until Dawn mostra i personaggi sempre attraverso delle inquadrature fisse che volutamente tagliano parti di visuale dietro le quali si potrebbe nascondere il pericolo.

Si tratta proprio dell’ABC della costruzione della tensione e gli sviluppatori di Supermassive Games usano sapientemente questo espediente.

Produzione Hollywoodiana

Se infatti di originalità ce n’è ben poca, lo stesso non si può dire della qualità complessiva del prodotto, che è comunque decisamente abbondante, almeno a livello produttivo. Gli attori infatti recitano molto bene e i modelli poligonali sono molto dettagliati per dei primi piani veramente impressionanti. Anche gli ambienti sono molto ben realizzati e dettagliati, così tanto che in effetti a volte il frame rate cala drasticamente. Anche le animazioni sono convincenti e nel complesso i personaggi di Until Dawn sono davvero realistici, aumentando così l’effetto “cinema”. Sapiente inoltre l’uso delle luci (altro elemento importante in un horror) e delle musiche, dallo stesso autore di quelle di The Order: 1886

Impossibile annoiarsi

Si tratta quindi di un prodotto davvero particolare: Until Dawn si ispira ad un materiale di per sé povero di novità e non fa nulla per cambiare la base da cui parte, ma il modo in cui l’insieme è proposto in qualche modo funziona, anche solo per il ritmo (davvero sostenuto e mai stancante) e per la possibilità di ripetere più volte l’avventura per cogliere sfumature diverse e fare scelte differenti. Qualche tocco di genio in più, come il rivelamento di movimento del controller nelle fasi stealth, non avrebbe guastato.

Alla fine di questa recensione cosa rimane quindi da dire su Until Dawn? Ci troviamo di fronte ad un’avventura che comunque se siete patiti dell’horror potrebbe fare al caso vostro e che se giocata di notte e con la giusta atmosfera potrebbe anche regalarvi qualche brivido, perché anche se siete cresciuti a pane e horror, con Until Dawn qualche salto sulla sedia sarà inevitabile.