Fuoristrada: la recensione di White Night

Smartworld
di Stefano Valente

Da Activision un titolo dal sapore indie

Certe volte basta un trailer per rimanere stregati da un videogioco. L’aspetto grafico così particolare di White Night è capace di fare questo effetto. Non sono infatti molti i giochi in bianco e nero che possiamo facilmente richiamare alla mente: potremmo citare il violentissimo Mad World, ma siamo anni luce distanti dalla tetra poesia noir di White Night, come avrete modo di scoprire nella nostra recensione

Un videogame noir

White Night riprende i più tipici topos del film noir e li propone in una salsa horror inedita nel panorama videoludico. All’inizio del gioco il protagonista ha un incidente in auto: per evitare una sinuosa ed eterea silhouette sbanda e non gli resterà che cercare aiuto in una villa oscura lì vicino.

Ben presto però il nostro eroe dannato scoprirà che è stata la villa stessa ad attirarlo a sé e che la femme fatale che ha causato l’incidente è in realtà in cerca di aiuto: ma già i primi momenti, con quel cimitero al di fuori della villa, ci fanno capire che qualcosa di molto oscuro si annida all’interno.

Proprio come nelle migliori storie noir, l’ineluttabilità del destino del protagonista si manifesta nel non poter far altro che andare incontro alla sua missione: la villa lo chiama, in un mix di nostalgia a metà strada tra Alone In The Dark e il fascino della mansion di Resident Evil. 

La classica lotta tra luce e buio? 

A terrorizzare il nostro eroe ci penseranno i fantasmi, partoriti in circostanze che scoprirete esplorando la villa e collezionando le lettere lasciate in giro dai vari componenti della famiglia. Una narrazione del genere non è certamente innovativa, ma è comunque molto efficace perché riesce al tempo stesso a creare una cornice interessante (quella dell’America della grande crisi, del proibizionismo e della caduta di un impero familiare), tessendo pian piano le fila di una storia malata, fatta di abusi, violenza e tanta follia.

Il bianco e nero della grafica non serve solo per conferire a White Night l’aspetto noir tanto decantato sino ad ora, ma è una vera e propria metafora di tutto il gameplay del gioco: dovrete infatti costantemente lottare nel buio con la poca luce che avrete a disposizione. 

La luce è la vostra unica arma 

Per esplorare la villa avrete a disposizione soltanto qualche fiammifero e alcuni interruttori della luce, rari e preziosi come poche altre cose in White Night. Risolvendo enigmi, esplorando e portando dove possibile la luce, il nostro eroe noir si farà strada tra i misteri e le presenze della villa.

La luce è così importante che vi sarà possibile salvare soltanto seduti su delle poltrone (l’equivalente delle macchine da scrivere di Resident Evil) collocate però vicino ad una fonte luminosa stabile: niente luce, niente salvataggio.

Ma non solo: nel caso doveste terminare i vostri preziosi fiammiferi (che troverete però sparsi per tutta la casa) il buio vi inghiottirà e i fantasmi vi accerchieranno, ponendo una prematura fine alla vostra avventura. 

Un comparto audio memorabile 

In un titolo del genere, che ha stile da vendere, ovviamente non è da meno la colonna sonora e in generale tutto il comparto audio. Nel momento in cui le luci si spengono inquietanti rumori cominceranno a farsi sempre più assordanti, segnalando soltanto attraverso l’audio l’avvicinarsi delle oscure presenze.

Vi basterà però accendere un fiammifero per ristabilire la sicurezza (seppur fugace) del protagonista. Anche la colonna sonora si distingue, grazie anche ad un pezzo cantato verso la metà del gioco che vi farà venire i brividi (dall’emozione, non dalla paura). 

Qualche cono d’ombra

In mezzo a tutta questa meraviglia ci sono anche però alcuni piccoli difetti da segnalare, come ad esempio dei controlli un po’ macchinosi (che però faranno la felicità dei giocatori di vecchia data), un sistema di salvataggio talvolta frustrante che ci costringerà a ripetere alcune sezioni di gioco (alcune delle quali anche abbastanza lunghe) e alcune assurdità del gameplay che vanno accettate così come sono, come ad esempio l’incapacità del protagonista di compiere alcune azioni con il fiammifero in mano, che altro non è che una scusa per far cercare al giocatore una fonte di luce elettrica stabile vicino all’oggetto con cui interagire. 

Pronti per passare la notte in bianco? 

White Night si è rivelato dunque all’altezza di quelle strane aspettative che un semplice trailer aveva suscitato. La calda voce del protagonista vi accompagnerà per le cinque o sei ore necessarie per completare questa insolita avventura noir.

Fa piacere vedere che, come fatto da Ubisoft con Child of Light e Valiant Hearts, anche Activision punti a questi titoli da qualcuno considerati minori, ma che in realtà nascondo un valore ben più alto di tante altre produzioni dal pedigree più prestigioso.

Fatevi stregare dalla Luna e da Selena, ne varrà sicuramente la pena. 

White Night è disponibile in digital download su PC, PlayStation 4 e Xbox One.