Alfa Romeo P3: l’unica regina d’Europa italiana

Smartworld
di Marco Coletto

Storia della monoposto del Biscione, protagonista della prima metà degli anni Trenta

L’Alfa Romeo P3 è senza dubbio la migliore monoposto italiana tra quelle che hanno corso prima della F1. Nella prima metà degli anni Trenta l’auto da corsa del Biscione ha ottenuto una serie di vittorie, tra cui il titolo europeo (l’unico conquistato da una vettura tricolore) del 1932 con Tazio Nuvolari. Scopriamo insieme la sua storia.

Alfa Romeo P3: la storia

L’Alfa Romeo P3, evoluzione della P2, viene progettata nel 1932 da Vittorio Jano (uomo che fino agli anni Sessanta realizzerà propulsori innovativi per altre Case nostrane come Ferrari e Lancia).

Molto leggera e dotata di un motore a otto cilindri 2.6 da 215 CV sovralimentato con due compressori Roots abbinato ad un cambio manuale a quattro marce, monta pneumatici Dunlop e può raggiungere una velocità massima di 225 km/h.

Dal 1933 l’Alfa Romeo P3 monta gomme Englebert mentre l’anno seguente la cilindrata viene aumentata a 2,9 litri e la potenza a 260 CV. Per reggere l’incremento di puledri sotto il cofano si opta per una nuova trasmissione a tre marce.

Nel 1935 – ultimo anno di carriera – le vetture vengono equipaggiate con balestre posteriori semiellittiche longitudinali e ammortizzatori idraulici doppi e alle monoposto di Nuvolari e Chiron vengono aggiunte le sospensioni anteriori indipendenti. Il motore è un 3.2.

Il palmarès sportivo

L’Alfa Romeo P3 vince la gara di debutto – il GP d’Italia del 1932 – con Tazio Nuvolari, che si aggiudica anche il GP di Francia e diventa campione europeo. Il tedesco Rudolf Caracciola conquista il GP di casa mentre per quanto riguarda i successi cosiddetti “minori” segnaliamo la Coppa Ciano e la Coppa Acerbo con Nuvolari e il GP di Monza con Caracciola.

Nel 1933 l’Alfa Romeo diventa un’azienda di stato quando passa all’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e annuncia il ritiro dalle corse. Enzo Ferrari convince la Casa del Biscione a cedergli le vetture, che tornano in pista a metà stagione con la Scuderia Ferrari.

Nonostante la stagione a mezzo servizio l’Alfa Romeo P3 riesce ad aggiudicarsi le due ultime Grandes Épreuves (le corse più importanti dell’anno) in Italia (con Luigi Fagioli) e in Spagna con Louis Chiron pareggiando i successi ottenuti nello stesso anno dalla Maserati.

Fagioli conquista anche la Coppa Acerbo e il Grand Prix du Comminges mentre Chiron domina a Marsiglia.

Nel 1934 – complice l’assenza delle fortissime vetture tedesche nei primi mesi dell’anno – l’Alfa vince altre due Grandes Épreuves (come la Mercedes): Monte Carlo con Guy Moll (che perderà la vita alla Coppa Acerbo dello stesso anno sempre al volante di una P3) e Francia con Louis Chiron.

Numerosissimi i successi “minori” dell’Alfa Romeo P3 in quella stagione: Alessandria, Tripoli, Targa Florio, Penya Rhin, Coppa Ciano e Nizza con Chiron, Avusrennen con Moll, Mannin Moar con Lewis, Montreux, Vichy e Biella con Trossi e Grand Prix du Comminges con Comotti.

Il 1935 è l’ultimo anno in cui la P3 è competitiva: la vittoria più rilevante è senza dubbio quella di Tazio Nuvolari al GP di Germania quando sconfigge la Mercedes davanti a 300.000 spettatori tedeschi. Anche in questa stagione la monoposto del Biscione fa incetta di vittorie: Pau, Bergamo, Biella, Coppa Ciano e Nizza con Nuvolari, Grand Prix U.M.F. e Grand Prix du Comminges con Sommer, Lorena con Chiron, Marna e Dieppe con Dreyfus, Varese con Belmondo, Coppa Edda Ciano con Tadini, Donington e Mountain Championship con Shuttleworth e Sila con Brivio.