L’Alfa Romeo più costosa di sempre? La 8C di Nuvolari

Smartworld
di Marco Coletto

Venduta all'asta per oltre 7 milioni di euro la monoposto guidata (anche) dal Mantovano volante negli anni Trenta

L’Alfa Romeo più costosa di sempre è dallo scorso week-end la 8C del 1935. La monoposto del Biscione, guidata (anche) da Tazio Nuvolari, è infatti stata venduta ad un’asta Bonhams per 5.937.500 sterline (oltre sette milioni di euro). La vettura ha partecipato a parecchie corse e può vantare nel proprio palmarès diversi successi importanti.

Questo esemplare (dotato di motore 3.8 a otto cilindri in linea e quattro sospensioni indipendenti, vettura nata per contrastare le tedesche) ha una lunga storia alle spalle:  con lei nel 1936 – sotto la gestione della Scuderia Ferrari – il Mantovano volante e Carlo Maria Pintacuda si aggiudicano il 2 agosto la Coppa Ciano.

A settembre l’Alfa Romeo 8C viene venduta al pilota svizzero Hans Ruesch, che il 3 ottobre conquista insieme al britannico Richard Seaman il GP di Donington. L’anno seguente la monoposto del Biscione – sempre guidata da Ruesch – continua a vincere nelle corse minori: sale infatti sul gradino più alto del podio in quattro occasioni (Finlandia, GP des Frontières, Bucarest e Brooklands).

L’esemplare messo all’asta la settimana scorsa viene pesantemente modificato nel 1938 quando monta un nuovo motore 3.0 che rispetta le nuove normative che vietano la presenza di propulsori sovralimentati dalla cilindrata superiore ai tre litri. Partecipa a qualche gara ma senza brillare e viene venduto al pilota britannico Robert Arbuthnot, il quale a sua volta durante la Seconda Guerra Mondiale lo cede temporaneamente al collega (nonché connazionale) Reg Parnell (che può vantare nel proprio palmarés un terzo posto nel primo GP di F1 della storia, quello di Silverstone del 1950).

Nel 1946 l’Alfa Romeo 8C torna nelle mani di Arbuthnot ma quando quest’ultimo perde la vita in un incidente stradale passa all’imprenditore (nonché pilota, quarto al GP di Gran Bretagna del 1952) britannico Dennis Poore, che con questa vettura diventa campione nazionale di corse in salita nel 1950.

Poore conserva la vettura fino alla sua morte, nel 1987.

Il nuovo proprietario, il pilota e ingegnere britannico Anthony Mayman, scompare nel 1993 a soli 43 anni prima di vedere il modello da lui acquistato completamente restaurato, che passa a Peter Giddings (inglese residente in California) fino alla metà degli anni Duemila, quando viene ceduto ad un collezionista anonimo (il proprietario del mezzo fino alla scorsa settimana).