La storia della Benetton in F1

Smartworld

La storia della Benetton in F1: 16 stagioni e tre Mondiali vinti (tutti grazie a Schumacher)

La Benetton è stata una protagonista della F1 per sedici stagioni – dal 1986 al 2001 – e ha portato a casa tre Mondiali (due Piloti e uno Costruttori) ai tempi di Michael Schumacher.

Nonostante la proprietà italiana, però, è nata come scuderia britannica e solo negli ultimi anni (quelli del declino) ha corso con la licenza del nostro Paese. Scopriamo insieme la storia di questo team.

Benetton F1: la storia

La Benetton – azienda tessile veneta – entra ufficialmente in F1 nel 1986 con l’acquisto (e il renaming) del team britannico Toleman ma già nei primi anni ’80 si fa notare nel Circus grazie alla sponsorizzazione di numerose scuderie (Tyrrell, Alfa Romeo e Toleman).

La prima monoposto – la B186 dotata di motori BMW – viene affidata all’austriaco Gerhard Berger e al nostro Teo Fabi e ottiene risultati importanti: primo podio già al terzo GP (Berger 3° a San Marino), prima pole in Austria con Fabi e primo trionfo in Messico con Berger. Nel 1987 – con il passaggio ai motori Ford Cosworth – arrivano due terzi posti con Fabi in Austria e con il belga Thierry Boutsen (chiamato al posto di Berger) in Australia.

Arriva Briatore

Nel 1988 arrivano due novità importanti nel team Benetton in F1: Flavio Briatore al muretto e Alessandro Nannini come pilota al posto di Fabi. Sette i terzi posti conquistati: cinque con Boutsen (Canada, USA, Ungheria, Portogallo e Giappone) e due con Nannini (Gran Bretagna e Spagna).

L’anno seguente il britannico Johnny Herbert prende il posto di Boutsen ma viene licenziato dopo la mancata qualificazione in Canada e rimpiazzato dal nostro Emanuele Pirro. Nannini intanto vince il primo e unico Gran Premio della sua carriera in Giappone.

Felici per Piquet, tristi per Nannini

Il 1990 è un anno significativo per la Benetton: la scuderia britannica ingaggia il tre volte campione del mondo brasiliano Nelson Piquet ma nel mese di ottobre si ritrova senza Nannini, vittima di un incidente in elicottero nel quale perde l’avambraccio destro (arto reimpiantato). Finisce così la carriera nel Circus del driver toscano, sostituito dal brasiliano Roberto Moreno.

Piquet sale sul gradino più alto del podio negli ultimi due GP della stagione e in Giappone arriva addirittura la prima doppietta nella storia del team.

L’era Schumacher

Nel 1991 la Benetton si presenta con una nuova livrea gialla (dovuta allo sponsor Camel) e ottiene una vittoria in Canada con Piquet. I vertici della scuderia anglo-italiana si innamorano di un giovane pilota tedesco – un certo Michael Schumacher – capace di ottenere in Belgio con la Jordan il 7° posto in griglia e lo ingaggiano per gli ultimi cinque GP stagionali al posto di Moreno (che, ironia della sorte, proprio in Belgio ottiene il primo e unico giro veloce della sua carriera).

L’anno successivo Piquet lascia la Formula 1 e viene sostituito dall’inglese Martin Brundle: Schumacher conquista il primo podio in Messico (3°) e il primo successo in carriera in Belgio. Nel 1993 Brundle viene rimpiazzato dal nostro Riccardo Patrese e Schumacher sale nuovamente sul gradino più alto del podio in Portogallo.

Sul tetto del mondo

La Benetton che scende in pista nel Mondiale F1 1994 ha una nuova livrea azzurra (dovuta allo sponsor Mild Seven) e un nuovo pilota (JJ Lehto) al posto di Patrese. Il driver finlandese si infortuna nei test invernali e viene sostituito nelle prime due corse dall’olandese Jos Verstappen.

Michael Schumacher inizia la stagione alla grande con sei vittorie (Brasile, Pacifico, San Marino, Monaco, Canada e Francia), viene squalificato in Gran Bretagna per non aver scontato una penalità dopo aver superato Damon Hill nel giro di ricognizione, trionfa in Ungheria, viene nuovamente squalificato in Belgio per l’eccessivo consumo del fondo della monoposto, salta due gare per squalifica sempre per la vicenda di Silverstone e conquista il GP d’Europa e il titolo iridato.

Le seconde guide Benetton non sono altrettanto convincenti: Verstappen rimpiazza nuovamente Lehto (e nel GP di Germania riporta qualche ustione a causa di un incendio durante il rifornimento ai box), il quale viene però chiamato a prendere il posto di Schumy durante le sue assenze.

Il 1995 è la migliore stagione di sempre per la Benetton (passata dai motori Ford Cosworth ai Renault), che porta a casa il primo e unico Mondiale Costruttori della sua storia e regala a Schumacher il secondo campionato del mondo consecutivo. Nove le vittorie per il Kaiser (Brasile, Spagna con doppietta grazie al secondo posto di Herbert), Monaco, Francia, Germania, Belgio, Europa, Pacifico e Giappone) e due successi per Herbert (Gran Bretagna e Italia).

Benetton F1 diventa italiana

Grandi novità per la Benetton nel 1996: arriva la licenza italiana, Schumacher passa alla Ferrari e arrivano due nuovi piloti provenienti proprio da Maranello (il francese Jean Alesi e Berger, tornato nel team dopo undici anni). Nessuna vittoria: Alesi arriva secondo in Brasile, Spagna, Germania e Italia e terzo in Argentina, Canada, Francia e Ungheria mentre il driver austriaco termina in seconda posizione il GP di Gran Bretagna e in terza quello di San Marino.

L’anno successivo si corre sempre con Alesi e Berger (con quest’ultimo che viene sostituito per tre GP a causa di motivi di salute dal connazionale Alexander Wurz) ed è proprio Berger – già autore della prima vittoria nella storia Benetton – a regalare al team italiano l’ultimo successo di sempre (in Germania).

L’inizio della fine

Il Mondiale F1 1998 si apre senza Briatore alla Benetton, con i motori Playlife (dei Renault rimarchiati) e con Wurz affiancato dal nostro Giancarlo Fisichella. Il driver romano regala alla Benetton l’ultima pole position di sempre (in Austria) e ottiene due secondi posti a Monte Carlo e in Canada e si ripete con una seconda piazza in Canada nel 1999.

Renault acquista la Benetton nel 2000 e rimette ai vertici Briatore. Fisichella porta a casa un secondo posto in Brasile e due terze piazze a Monte Carlo e in Canada.

L’anno successivo – l’ultimo per la scuderia veneta – tornano i motori marchiati Renault e il britannico Jenson Button prende il posto di Wurz. Il terzo posto di Fisichella in Belgio è l’ultimo podio di sempre per la Benetton, che nel 2002 cambia nome in Renault.