F1 – Cinque piloti che non ricordavi avessero corso con la Ferrari

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Cinque piloti che non ricordavi avessero corso con la Ferrari in F1: da Behra a Morbidelli passando per De Adamich, Fisichella e Gurney

La Ferrari è il sogno di tutti i piloti di F1 ma solo 94 uomini (compresi quelli che hanno corso con scuderie private) hanno avuto l’onore di guidare un’auto del Cavallino nel Circus.

Di seguito troverete la storia di cinque piloti che non ricordavate avessero corso con la Ferrari: driver talentuosi che sono transitati da Maranello per poco tempo.

Jean Behra

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Jean Behra è il secondo pilota più sfortunato del mondo dopo Chris Amon: 9 podi e 107 giri in testa senza aver mai vinto un GP.

Il driver francese viene chiamato dalla Ferrari per correre nel Mondiale F1 1959 ma delude: ritiro a Monte Carlo, quinto in Olanda, ritiro in Francia e prestazioni inferiori a quelle dei compagni di scuderia (il britannico Tony Brooks e lo statunitense Phil Hill).

La breve carriera di Jean Behra con il Cavallino si conclude proprio il giorno del GP di Francia: dopo aver terminato anzitempo la corsa per aver stressato troppo la monoposto si lamenta con la stampa del motore e del telaio e poi – non contento – prende a schiaffi il direttore sportivo Ferrari Romolo Tavoni.

Behra viene licenziato in tronco e perde la vita poche settimane dopo in un incidente al volante di una Porsche durante una gara di contorno del GP di Germania.

Andrea De Adamich

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Conosciamo tutti Andrea De Adamich come storico volto televisivo, gli appassionati di motori ricordano i suoi successi nel turismo (due volte campione europeo) con l’Alfa Romeo ma in pochi sanno che il pilota triestino debuttò in F1 proprio grazie alla Ferrari.

Chiamato dal Cavallino per correre il GP del Sudafrica del 1968 con la terza monoposto ufficiale, beffa a sorpresa in qualifica (7°) i due piloti titolari – il neozelandese Chris Amon e il belga Jacky Ickx – e si ritira al 13° giro mentre si trova in ottava posizione a causa di un incidente.

Giancarlo Fisichella

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L’ultimo pilota italiano capace di vincere un GP di F1, il driver nostrano più forte dai tempi di Patrese: questo è Giancarlo Fisichella.

Una carriera nel Circus passata a sognare di correre con la Ferrari e una possibile occasione a 36 anni – nel 2009 – quando nelle prove del GP d’Ungheria Felipe Massa viene colpito al volto da una molla staccatasi dalla Brawn GP del connazionale Rubens Barrichello ed è costretto a saltare il resto del Mondiale.

La Rossa cerca un sostituto, tutti pensano a Giancarlo Fisichella ma a Maranello preferiscono rivolgersi al collaudatore Luca Badoer, che in due Gran Premi (Valencia e Spa) deve accontentarsi di un 17° e di un 14° posto.

“Fisico” dimostra al Cavallino di essere più adatto di Badoer portando a casa in Belgio la pole position e un secondo posto con una Force India non eccezionale e si guadagna il sedile per le ultime cinque corse stagionali. Il risultato? Zero punti e un 9° posto in Brasile come miglior piazzamento.

Il pilota romano lascia la F1 l’anno seguente ma vive una seconda giovinezza con le GT Ferrari gestite dal team AF Corse nella classe LM GTE Pro: campione Le Mans Series 2011, titolo mondiale endurance per AF Corse nel 2012 e due successi di classe alla 24 Ore di Le Mans (2012 e 2014) con una 458 Italia GT2.

Dan Gurney

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Dan Gurney è stato il primo uomo al mondo a vincere in F1, con le Sport, in Formula Indy e nella NASCAR, ha inventato la tradizione dello champagne sul podio ed è stato il primo driver di sempre a indossare un casco integrale.

Una carriera eccezionale, nata grazie alla Ferrari e più precisamente a Luigi Chinetti (importatore del Cavallino negli USA) che gli offre un sedile per la 24 Ore di Le Mans del 1958 dopo i numerosi successi ottenuti nelle corse minori statunitensi.

Nel 1959 Dan Gurney si aggiudica la 12 Ore di Sebring con una Ferrari e debutta in F1 proprio con una monoposto di Maranello nello stesso anno. Dopo un esordio deludente nel GP di Francia (ritiro per un problema al radiatore), si riscatta nei tre GP successivi (secondo in Germania, terzo in Portogallo e quarto in Italia) ma a fine stagione lascia la scuderia emiliana per non fare da seconda guida a Phil Hill.

Gianni Morbidelli

Un’occasione sfruttata: potrebbe riassumersi così l’unica esperienza di Gianni Morbidelli con la Ferrari.

Chiamato dal Cavallino per correre in Australia l’ultimo GP del Mondiale F1 al posto di Alain Prost (licenziato per aver definito un “camion” la sua monoposto dopo il Gran Premio del Giappone), termina la corsa in sesta posizione mentre il compagno francese Jean Alesi non riesce a concludere la gara a causa di un incidente.