Gian Carlo Minardi, la F1 nel cuore

The director of the Minardi team, Giancarlo Minard
Smartworld
di Marco Coletto

Storia di Gian Carlo Minardi, fondatore dell’omonima scuderia di F1 e scopritore di talenti del motorsport


Gian Carlo Minardi è ancora oggi uno dei personaggi più rilevanti del motorsport italiano: ha fondato una scuderia che porta il suo cognome portandola fino in F1, ha scoperto numerosi talenti e oggi – nelle vesti di presidente del Consiglio d’Amministrazione della società che gestisce il circuito di Imola – ha contribuito a riportare anche quest’anno il Circus sul tracciato romagnolo. Scopriamo insieme la sua storia.

Gian Carlo Minardi: la storia

Gian Carlo Minardi nasce il 18 settembre 1947 a Faenza: appassionato di auto fin da bambino (il padre Giovanni gestisce il più antico concessionario Fiat d’Italia), inizia a correre come pilota amatoriale ma appende il casco al chiodo già all’inizio degli anni ‘70 per gestire la Scuderia del Passatore.

I primi successi

Il team si aggiudica il campionato di Formula Italia del 1973 con Giancarlo Martini, cambia nome in Scuderia Everest e si cimenta in F2 nel 1975.

Nello stesso anno inizia una collaborazione con la Ferrari: Enzo Ferrari affida a Gian Carlo Minardi una 312 B3 per svezzare giovani talenti dell’automobilismo italiano sui tracciati di Misano e Fiorano e nel 1977 fornisce al team motori Dino V6 da montare su telai Ralt e Chevron.

Nasce la Minardi

Il team Minardi nasce ufficialmente nel 1979 (anno in cui termina la partnership con il Cavallino) e decide di puntare sul campionato di F2.

Il debutto in F1

La svolta arriva nel 1985: Gian Carlo Minardi decide di fare il salto di qualità ed entra con la propria scuderia in F1 in società con Piero Mancini. Una sola monoposto spinta da un motore Ford Cosworth (rimpiazzato dopo due Gran Premi da un’unità firmata Motori Moderni, azienda creata ad hoc da Mancini e Carlo Chiti) e affidata a Pierluigi Martini.

I primi punti

Con il ritorno ai propulsori Ford Cosworth, nel 1988, arriva il primo punto iridato grazie al sesto posto di Martini negli USA mentre l’anno seguente il team di Faenza riesce addirittura a portare due monoposto in “top 6” in Gran Bretagna (Martini quinto e lo spagnolo Luis Pérez-Sala sesto). Senza dimenticare un’altra quinta piazza ottenuta sempre da Martini in Portogallo.

Nel 1990 i risultati non sono altrettanto convincenti ma Martini riesce a partire dalla prima fila nel Gran Premio degli USA.

La migliore stagione di sempre e la crisi

Il 1991 è l’anno migliore per la scuderia di Gian Carlo Minardi: grazie all’arrivo dei motori Ferrari il team faentino porta a casa il 7° posto tra i Costruttori e l’undicesima piazza tra i Piloti con Martini (quinto a San Marino e in Portogallo).

L’accordo con la Casa di Maranello termina nel 1992 e la Minardi si ritrova piena di debiti. L’anno successivo, in concomitanza con il ritorno dei propulsori Ford Cosworth, inizia alla grandissima: il brasiliano Christian Fittipaldi arriva quarto in Sudafrica e dopo cinque gare iridate la scuderia romagnola si ritrova quinta nel Mondiale persino davanti alla Ferrari. La seconda parte della stagione, però, non è altrettanto convincente.

Fine di un’epoca

Nel 1994 la Minardi, sempre più in difficoltà, si fonde con la Scuderia Italia di Giuseppe Lucchini e tre anni più tardi Gian Carlo vende la maggioranza delle quote del team a Gabriele Rumi (patron della Fondmetal) e a Flavio Briatore, pur continuando a lavorare come direttore generale del team fino alla fine del Mondiale F1 2000.

Tempi moderni

Minardi riceve nel 2008 dall’Università di Bologna la laurea honoris causa in “Prodotti, materiali e processi per la chimica industriale”. Attualmente Gian Carlo lavora come consulente nel settore sportivo automobilistico per conto della ACI/CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana) e come opinionista ed è dal 2020 presidente del Consiglio d’Amministrazione di Formula Imola, società che gestisce l’autodromo di Imola.