Giancarlo Baghetti, il pilota prodigio

Giancarlo Baghetti
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L'ex direttore di Auto Oggi, scomparso 20 anni fa, è stato l'ultimo driver della storia della F1 a vincere al debutto

Giancarlo Baghetti è scomparso esattamente vent’anni fa: l’ex pilota lombardo (nonché ex direttore di Auto Oggi, settimanale di motori Mondadori) è entrato nella storia della F1 in quanto è stato – nel 1961 – l’ultimo driver del Circus a vincere al debutto un GP valido per il Mondiale. Prima di lui, nel 1950, solo il nostro Nino Farina (davanti a tutti nella prima corsa iridata di sempre) e lo statunitense Johnnie Parsons, trionfatore – sempre in quell’anno – della 500 Miglia di Indianapolis, all’epoca valida per il titolo.

Scopriamo insieme la storia di Giancarlo Baghetti, uno dei talenti più puri del motorsport italiano degli anni ’60.

Giancarlo Baghetti: la storia

Giancarlo Baghetti nasce il 25 dicembre 1934 a Milano. Figlio di un imprenditore siderurgico lombardo (ma poco interessato a proseguire l’attività di famiglia), si avvicina al mondo delle corse intorno alla metà degli anni ’50 con le auto di serie (principalmente Alfa Romeo).

Nel 1959 inizia a farsi conoscere nell’ambiente al volante di una FiatAbarth 750 Zagato ma la vera svolta arriva l’anno successivo con le monoposto di Formula Junior: vince la Coppa FISA (Federazione Italiana Scuderie Automobilistiche) a Monza dimostrando di essere uno dei più forti giovani piloti italiani in circolazione e viene ingaggiato dalla Ferrari.

Il 1961

Il migliore anno della carriera di Giancarlo Baghetti è senza dubbio il 1961, che inizia con il sorprendente secondo posto conquistato alla 12 Ore di Sebring al volante di una Ferrari 250 TRI/60 con un equipaggio composto anche dallo statunitense Richie Ginther, dal belga Willy Mairesse e dal tedesco Wolfgang von Trips.

Il debutto in F1 con una monoposto del Cavallino gestita dalla FISA è ancora più sorprendente: due successi consecutivi (il 25 aprile a Siracusa e il 14 maggio a Napoli) in due corse non valide per il Mondiale.

Il GP di Francia 1961

Giancarlo Baghetti debutta ufficialmente nel Mondiale F1 1961 in occasione del GP di Francia sul circuito di Reims con una Ferrari 156 della FISA.

In qualifica – pur potendo disporre di una vettura molto più performante rispetto ai rivali – Giancarlo non brilla particolarmente (12°, i tre compagni di scuderia monopolizzano le prime tre posizioni della griglia) ma durante la gara del 2 luglio – caratterizzata da temperature elevatissime (si sfiorano i 40° C) – la situazione cambia.

La Ferrari di von Trips si ritira al 18° giro per un problema al motore, lo statunitense Phil Hill rovina tutto venti tornate più tardi per un testacoda mentre una noia riguardante la pressione dell’olio ferma la Rossa di Ginther al 40° giro. Giancarlo Baghetti riesce quindi a tagliare per primo il traguardo con un solo decimo di vantaggio sullo statunitense Dan Gurney su Porsche.

La Sant’Ambroeus e la Ferrari

Baghetti disputa due GP (Gran Bretagna e Italia: due ritiri) nel 1961 con la Scuderia Sant’Ambroeus e nel 1962 raggiunge il traguardo più ambito da un pilota italiano: quello di diventare un driver ufficiale Ferrari.

La stagione con il team di Maranello di Giancarlo Baghetti, però, non è fortunata come quella dell’anno prima: ottiene come miglior piazzamento un quarto posto in Olanda e conquista per l’ultima volta dei punti in carriera in Italia facendo peggio di Hill e Mairesse ma risultando più veloce del messicano Ricardo Rodríguez e del nostro Lorenzo Bandini (con cui ottiene un interessante secondo posto alla Targa Florio al volante di una Dino 196 SP).

La ATS

Nel 1963 un gruppo di tecnici Ferrari capitanati da Carlo Chiti decide di abbandonare Maranello per creare una nuova scuderia di F1: la ATS. Baghetti li segue e si ritrova a dover gestire una monoposto tutt’altro che affidabile e non molto briosa: un solo arrivo al traguardo (15° a Monza) e piazzamenti peggiori di quelli di Hill.

La BRM

Giancarlo Baghetti affronta la sua ultima stagione completa in F1 nel 1964 con una BRM gestita dalla Scuderia Centro Sud: complessivamente più lento del compagno sudafricano Tony Maggs, ottiene come miglior risultato un 7° posto in Austria. Come parziale consolazione segnaliamo il trionfo alla 4 Ore di Monza con un’Alfa Romeo Giulia TI Super.

Gli ultimi anni di carriera

Il 1965 è l’anno in cui Giancarlo corre il GP d’Italia con la Brabham (ritirato, il coéquipier Gurney arriva terzo), esperienza ripetuta l’anno successivo con una Ferrari del team Reg Parnell (ritirato, il compagno britannico Mike Spence taglia il traguardo in quinta posizione).

Nel 1966 arrivano però altre soddisfazioni per Giancarlo Baghetti: il titolo di campione europeo turismo Divisione 1 con l’Abarth 1000 TC (con cui si aggiudica la 4 Ore di Monza) e il secondo posto alla Targa Florio alla guida di una Ferrari Dino 206 S in coppia con il francese Jean Guichet.

Baghetti assiste da spettatore nel 1967 alla morte dell’amico-collega Bandini al GP di Monte Carlo e disputa l’ultimo Gran Premio iridato in Italia con una Lotus (ritirato, il più noto compagno britannico Jim Clark chiude 3°). Si ritira ufficialmente dalle corse l’anno seguente dopo aver seriamente rischiato la vita durante il GP Lotteria di F2 a Monza.

Dopo le corse

Dopo l’addio al motorsport Giancarlo Baghetti si concentra sulla fotografia collaborando con numerose riviste (tra cui Playboy). Nella seconda metà degli anni ’80 inizia a lavorare come tester di auto per Auto Oggi, diventa condirettore del settimanale di motori Mondadori e viene nominato direttore nell’aprile 1995.

Malato di cancro, scompare pochi mesi più tardi (il 27 novembre 1995) a Milano.