Jacques Villeneuve, più forte del padre Gilles

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Un Mondiale F1, una 500 Miglia di Indianapolis, un campionato Indy Car e un secondo posto alla 24 Ore di Le Mans

Jacques Villeneuve più forte del padre Gilles? Certamente. Oggi il pilota canadese lavora per Sky come commentatore della F1 ma intorno alla metà degli anni ’90 è stato uno dei driver più completi in circolazione: nell’arco di tre stagioni (dal 1995 al 1997) è stato in grado di conquistare un Mondiale F1, una 500 Miglia di Indianapolis e un campionato Indy Car e alla fine dello scorso decennio ha sfiorato la vittoria alla 24 Ore di Le Mans. Scopriamo insieme la sua storia.

Jacques Villeneuve: la storia

Jacques Villeneuve nasce il 9 aprile 1971 a Saint-Jean-sur-Richelieu (Canada). Figlio di Gilles (2° nel Mondiale F1 1979 e scomparso tragicamente nel 1982), decide di seguire le orme del padre nonostante l’opposizione della madre.

Dopo aver frequentato numerose scuole di pilotaggio a 17 anni inizia a correre in Italia – nel campionato monomarca riservato alle Alfa Romeo 33 – con licenza di Andorra (Paese che rilasciava questo documento anche ai minorenni) e l’anno successivo si cimenta nel campionato italiano di F3 senza però brillare particolarmente.

La svolta e la Indy Car

Jacques Villeneuve inizia a farsi conoscere nel 1992 con il secondo posto nel campionato giapponese di F3 e con la terza piazza – ottenuta l’anno seguente – nella serie Toyota Atlantic.

Nel 1994 entra nel prestigioso campionato americano Indy Car e sorprende tutti nel 1995 conquistando il titolo e la 500 Miglia di Indianapolis al volante di una Reynard motorizzata Ford davanti al brasiliano Christian Fittipaldi e allo statunitense Bobby Rahal.

L’esordio in F1

Jacques Villeneuve viene chiamato nel 1996 dalla Williams per correre in F1 e si rivela fin da subito un pilota piuttosto talentuoso: primo podio al debutto (2° in Australia), prima vittoria dopo quattro GP (Europa) e altri tre successi (Gran Bretagna, Ungheria e Portogallo) che gli consentono di chiudere il Mondiale in seconda posizione dietro al compagno di scuderia, il britannico Damon Hill. Il record di quattro successi nella prima stagione del Circus – ancora imbattuto – è stato eguagliato nel 2007 da Lewis Hamilton.

Il Mondiale 1997

Villeneuve diventa campione del mondo F1 nel 1997 dopo un intenso duello con Michael Schumacher culminato nell’ultima gara della stagione (il GP d’Europa a Jerez de la Frontera) con il tentativo fallito di speronamento da parte del pilota tedesco della Ferrari.

Sette vittorie stagionali (Brasile, Argentina, Spagna, Gran Bretagna, Ungheria, Austria e Lussemburgo, ultimo trionfo in carriera in F1 per Jacques Villeneuve) contro l’unica ottenuta a San Marino dal compagno di scuderia teutonico Heinz-Harald Frentzen.

La crisi Williams e la BAR

Nel 1998 la Williams non riesce ad essere competitiva come nelle stagioni precedenti ma Jacques riesce ad essere comunque più rapido di Frentzen e a portare a casa due podi (terzo in Germania e in Ungheria).

L’anno successivo Jacques Villeneuve va a correre per la debuttante scuderia britannica BAR (posseduta in parte dal suo manager Craig Pollock). Un disastro: quattro arrivi al traguardo su 16 GP e un 8° posto in Italia come miglior piazzamento.

Più veloce del compagno brasiliano Ricardo Zonta ma più lento del finlandese Mika Salo nelle tre corse disputate con la stessa monoposto.

La situazione migliora nel 2000 – quattro quarti posti (Australia, Francia, Austria e USA) e ancora più rapido di Zonta – e nel 2001: nell’ultima stagione brillante in F1 del driver nordamericano arrivano due terzi posti in Spagna e in Germania (ultimo podio in carriera) e risultati migliori di quelli del coèquipier francese Olivier Panis. L’anno successivo Jacques fa ancora meglio di Olivier e conquista un quarto posto in Gran Bretagna.

Il declino

Il declino di Jacques Villeneuve inizia nel 2003: due sesti posti in Brasile e in Italia (peggio del nuovo compagno di team, il britannico Jenson Button) e una stagione conclusa al penultimo GP in seguito a contrasti con la nuova dirigenza della BAR.

Renault, Sauber e BMW Sauber

Nel 2004 Villeneuve viene chiamato dalla Renault per correre gli ultimi tre GP stagionali al posto di Jarno Trulli. Due decimi posti in Giappone e in Brasile e risultati peggiori di quelli del compagno spagnolo Fernando Alonso.

L’anno successivo Jacques Villeneuve si trasferisce alla Sauber: più lento del brasiliano Felipe Massa, ottiene come miglior piazzamento un quarto posto a San Marino. Nel 2006 la scuderia svizzera cambia nome in BMW Sauber e il pilota canadese – meno veloce del nuovo coèquipier, il tedesco Nick Heidfeld – ottiene un sesto posto in Australia.

Dopo un brutto incidente in Germania viene rimpiazzato in Ungheria da Robert Kubica: il pilota polacco va talmente forte che BMW propone a Jacques di giocarsi il sedile con il collega. Villeneuve rifiuta e lascia definitivamente la F1.

Dopo la F1

Dopo aver tentato di sfondare come cantante Jacques Villeneuve viene chiamato nel 2007 dalla Peugeot per correre la 24 Ore di Le Mans e chiude in seconda posizione l’edizione del 2008 in un equipaggio composto dallo spagnolo Marc Gené e dal francese Nicolas Minassian. Nello stesso anno il pilota canadese vince la 1000 km di Spa (ultimo successo in carriera e primo trionfo dopo undici anni di buio) e si cimenta anche nel campionato NASCAR e nella Speedcar Series.

Dopo altre esperienze nella serie FIA GT e nel campionato turismo argentino Jacques tenta di rientrare in F1 all’inizio degli anni ’10 del terzo millennio con il team serbo Stefan e con una sua scuderia ma entrambi i progetti saltano.

All’inizio di questo decennio Jacques Villeneuve si cimenta nella NASCAR, nel campionato stock car brasiliano e nella serie australiana V8 Supercars.

Nel 2014 corre nuovamente la 500 Miglia di Indianapolis (14°) e gareggia senza successo nel Mondiale Rallycross con la Peugeot 208.

Tra le ultime apparizioni in pista del pilota nordamericano segnaliamo i tre GP di Formula E disputati nella stagione 2015/2016 con la scuderia Venturi (piazzamenti peggiori di quelli del compagno francese Stéphane Sarrazin).