John Cooper, non solo Mini

John Cooper
Smartworld
di Marco Coletto

Il nome di John Cooper è legato indissolubilmente al mondo Mini ma anche alla scuderia Cooper, la prima a correre e vincere in F1 con monoposto dotate di motore posteriore

Dici John Cooper e il primo pensiero va alle Mini: una partnership di successo nata però grazie ai trionfi ottenuti in F1 dalla Cooper, prima scuderia a correre e vincere nel Circus con monoposto dotate di motore posteriore. Scopriamo insieme la storia di questa leggenda del motorsport.

John Cooper: la storia

John Cooper nasce il 17 luglio 1923 a Surbiton (Regno Unito): figlio di Charles, proprietario di un’officina specializzata nella preparazione di auto da corsa, lascia la scuola presto per occuparsi di meccanica nell’azienda del padre e nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale.

Al termine del conflitto i due Cooper iniziano a farsi conoscere nell’ambiente del motorsport grazie alla realizzazione di monoposto leggere e accessibili costruite con pezzi di mezzi militari.

La prima F1 a motore posteriore

John Cooper schiera al via del GP di Monaco 1950 di F1 una vettura originale guidata dallo statunitense Harry Schell e spinta da un motore motociclistico 1.1 V2 JAP montato in posizione posteriore. Una soluzione tecnica nata per motivi di carattere economico portata al debutto nel Circus ma già utilizzata nelle corse d’anteguerra.

Ritorno alla tradizione

Le Cooper tornano in Formula 1 nel 1952 con un motore Bristol montato anteriormente e arrivano i primi punti iridati grazie al britannico Eric Brandon quinto in Svizzera e il primo podio con l’inglese Mike Hawthorn, terzo in Gran Bretagna.

Tra il 1953 e il 1956 le monoposto di John Cooper disputano diversi Gran Premi di F1 senza mai brillare particolarmente.

Il carro dietro ai buoi

Nel 1957 la Cooper torna a riproporre il motore posteriore in F1 – questa volta in modo ragionato e non per necessità con propulsori Climax progettati per vincere – grazie al progettista della scuderia inglese Owen Maddock. La scelta di mettere “il carro dietro ai buoi” a differenza delle altre monoposto a motore anteriore consente di abbassare il baricentro e di ridurre il peso visto che non c’è bisogno di un lungo albero di trasmissione per inviare la potenza alle ruote dietro.

L’anno seguente arrivano le prime due vittorie di sempre nel Circus per il team di John Cooper: il britannico Stirling Moss sale sul gradino più alto del podio nella prima gara stagionale in Argentina (primo successo della storia in Formula 1 di un’auto a motore posteriore) e il francese Maurice Trintignant si aggiudica la seconda corsa del Mondiale a Monte Carlo.

Quattro Mondiali in due anni

La Cooper conquista il primo Mondiale F1 Piloti della sua storia con l’australiano Jack Brabham (due vittorie: Monaco e Gran Bretagna) e porta a casa anche il titolo Costruttori grazie ad altri tre successi: due con Moss (Portogallo e Italia) e uno con il neozelandese Bruce McLaren negli USA.

Nel 1960 la scuderia britannica si ripete tra i Piloti con Brabham che conquista cinque trionfi (Olanda, Belgio, Francia, Gran Bretagna e Portogallo) e tra i Costruttori con il supporto di McLaren primo in Argentina.

La Mini Cooper

La supremazia Cooper in F1 termina nel 1961, anno in cui praticamente tutte le rivali si convertono al motore posteriore: il team inglese si deve accontentare di un solo podio con McLaren terzo in Italia. John Cooper si riscatta siglando un accordo con la BMC per creare una versione sportiva della Mini: nasce la Mini Cooper.

Nel 1962 McLaren trionfa a Monte Carlo e l’anno seguente John Cooper (vittima di un bruttissimo incidente mentre sta guidando una Mini bimotore) si consola con quattro podi nel Circus tra cui due secondi posti (McLaren in Belgio e il sudafricano Tony Maggs in Francia).

Vittorie nei rally, addio alla F1

La Mini Cooper S sorprende il mondo aggiudicandosi il Rally di Monte Carlo del 1964 con il britannico Paddy Hopkirk. Nello stesso anno John perde il padre Charles e vede il team di F1 da lui creato conquistare due secondi posti grazie a McLaren in Belgio e in Italia.

John perde interesse nei confronti del Circus e cede il team al gruppo Chipstead Garage nel 1965, anno in cui il finlandese Timo Mäkinen regala alla Mini Cooper S il secondo Rally di Monte Carlo. Il terzo – nonché ultimo – trionfo nella leggendaria gara del Principato per la piccola di Sua Maestà arriva nel 1967 grazie a un altro finlandese: Rauno Aaltonen.

Gli ultimi anni

John Cooper termina la collaborazione con Mini nel 1971, si trasferisce nel sud dell’Inghilterra e apre un’officina specializzata nell’elaborazione della baby “british”, attività che si evolverà in un concessionario (anche Honda).

Nel 1990 torna a grande richiesta la Mini Cooper, un nome ancora oggi utilizzato e apprezzato. John scompare a Worthing (Regno Unito) il 24 dicembre 2000.